martedì 10 aprile 2012

Recensione: Multiversum



Titolo: Multiversum
Autore: Leonardo Patrignani
Editore: Mondadori
Collana: Chrysalide
Dati: 2012, 341 p.,rilegato
Prezzo di copertina: 16, 00
Descrizione:
Alex vive a Milano. Jenny vive a Melbourne. Hanno sedici anni. Un filo sottile unisce da sempre le loro vite: un dialogo telepatico che permette loro di scambiarsi poche parole e che si verifica senza preavviso, in uno stato di incoscienza. Durante uno di questi attacchi i due ragazzi riescono a darsi un appuntamento. Alex scappa di casa, arriva a Melbourne, sul molo di Altona Beach, il luogo stabilito. Ma Jenny non c'è. I due ragazzi non riescono a trovarsi perché vivono in dimensioni parallele. Nella dimensione in cui vive Jenny, Alex è un altro ragazzo. Nella dimensione in cui vive Alex, Jenny è morta all'età di sei anni. Il Multiverso minaccia di implodere, scomparire. Ma Jenny e Alex devono incontrarsi, attraversare il labirinto delle infinite possibilità. Solo il loro amore può cambiare un destino che si è già avverato.  
L'autore:
Leonardo Patrignani è nato a Moncalieri nel 1980. Compositore, doppiatore e lettore appassionato dei romanzi di Stephen King, scrive racconti dall'età di sei anni. Multiversum è il suo romanzo di esordio.
La recensione di Miriam:
Le nostre esistenze sono il risultato di scelte che quotidianamente siamo chiamati a compiere, linee che possono prendere miriadi di direzioni diverse, che a seconda delle nostre decisioni, più o meno consapevoli, possono correre parallele oppure intrecciarsi disegnando un percorso condiviso.
Salire su un autobus, entrare in un bar in un certo giorno a una certa ora, svoltare  a destra piuttosto che a sinistra sono dettagli in grado di fare la differenza.
Comunemente diamo per scontato che uno solo dei possibili tracciati si concretizzi nella vita di ognuno scrivendone la storia.
Ma siamo sicuri che sia proprio cosi?
E se invece tutte le possibilità si attualizzassero? Se la realtà non fosse una ma fosse  la somma di infinite alternative?
È su questa ipotesi che si fonda la teoria dei multiversi, una teoria che, per quanto possa suonare bizzarra, è scientificamente supportata dalla fisica quantistica.
Leonardo Patrignani trae da qui l’ispirazione per il suo Multiversum, un romanzo di matrice fantascientifica che, a mio avviso, reca una fresca ventata di novità nel panorama della narrativa attuale. Di certo non è il primo autore a cimentarsi con questa tematica, ma penso che la sua opera abbia una marcia in più per diverse ragioni.
Patrignani riesce a tradurre in immagini vivide, riconoscibili, condivisibili, l’idea astratta di multiverso, ci prende per mano e ci trascina nelle sue maglie facendoci vivere in prima persona un’esperienza sconvolgente soprattutto in virtù della sua credibilità. Ma non è tutto. Sfidando le leggi stesse della fisica, immagina un modo in cui le dimensioni parallele – destinate per definizione a non incontrarsi mai -  possano entrare in contatto.
Protagonisti della storia sono Alex Loria e Jenny Graver. Lui vive a Milano, lei a Melbourne. I due ragazzi non si nono mai incontrati fisicamente ma riescono a comunicare per via telepatica. Nei momenti più inattesi perdono i sensi e, sospesi in uno stato di incoscienza, si sfiorano. Non riescono a vedersi in maniera nitida, ciascuno coglie immagini frammentarie e sfocate dell’altro (un sorriso, uno sguardo, un ciuffo di capelli), eppure hanno la sensazione di conoscersi da sempre. Hanno la chiara percezione di un filo che li unisce e di un sentimento fortissimo che li spinge a cercarsi. Il bisogno di ricongiungersi e dimostrare a se stessi di non essere solo vittime di un folle sogno d’amore diviene sempre più pressante, tanto che, a un certo punto, Alex decide di scappare di casa e partire per l’Australia alla ricerca della sua Jenny. Sorpresa e delusione lo accoglieranno sul molo di Altona, lì dove avrebbe dovuto incontrare la ragazza, perché lei non sarà lì pur essendosi recata all’appuntamento. La verità è che i due ragazzi non riescono ad avvicinarsi perché vivono in due dimensioni diverse. Nella dimensione di Alex, Jenny è morta a sei anni e in quella di lei, lui è un’altra persona.
Lungi dall’arrendersi a questa difficoltà, i due giovani seguiteranno a rincorrersi tra realtà parallele nella speranza di ricongiungersi da qualche parte, inconsapevoli del fatto che una minaccia terribile incombe mettendo a repentaglio la sopravvivenza dell’intero multiverso.
Una sola la possibilità di salvezza: il raggiungimento di un luogo che nessuno conosce e che si chiama Memoria.
Addentrarsi tra le pagine di questo libro è come avventurarsi in un labirinto di specchi. Nel momento in cui Alex e Jenny cominciano a scivolare da una dimensione all’altra durante la reciproca ricerca, un reticolato di infinite possibilità si dispiega davanti ai nostri occhi. Ci ritroviamo a muoverci tra molteplici versioni di una stessa storia, alcune rassicuranti, altre dai toni decisamene apocalittici. Ogni volta che la porta di un appartamento si apre o il profilo di una via già battuta si delinea all’orizzonte, siamo colti da sorpresa perché, appena messo a fuoco, lo scenario si impone nella sua diversità e ci rendiamo conto che nessun luogo è mai lo stesso. L’effetto prodotto sul lettore è disorientante ma chiarificatore nel contempo. Se da un lato ci si sente storditi dal continuo sovrapporsi di dimensioni, simili quanto diverse, dall’altro si ha una nitida percezione di cosa possa essere il multiverso. L’impressione è quella di un orizzonte che si dilata all’infinito insinuando nella nostra mente l’idea che tutto sia davvero possibile.
La complessità della realtà tratteggiata è bilanciata da un stile narrativo lineare e da un linguaggio semplice che, avvalendosi di immagini dal forte impatto cinematografico, ne facilitano la comprensione al punto che ci si smarrisce nell’ingranaggio degli universi paralleli  con una naturalezza incredibile e, quasi senza accorgersene, ci si ritrova ad assecondarne la logica apparentemente folle.
Interessante e convincente è anche il modo in cui la fitta rete di infinite possibilità si riflette sulla sfera dei sentimenti. La storia d’amore alla base delle vicende narrate ha un potere travolgente. Quella tra Alex e Jenny, è una tra le più belle storie d’amore in cui mi sia imbattuta nel corso delle mie innumerevoli letture. L’autore riesce a infondervi tutta la freschezza, l’irruenza e l’irrazionalità tipiche dell’adolescenza ma, nello stesso tempo, travalica i confini dell’età. Il sentimento di cui ci parla si annida nei recessi dell’inconscio, è quell’amore ideale e idealizzato, tanto forte da ignorare i limiti dello spazio-tempo e fornire l’illusione di poter sollevare il mondo.
Ci si può innamorare di un sogno? La storia racchiusa tra queste pagine ci dimostra di sì così come ci suggerisce che niente è impossibile se riusciamo a liberarci dagli schemi di una certa logica.
Probabilmente, dopo aver letto Multiversum, rimarrete dell’idea che il nostro sia l’unico dei mondi possibili, ma quando vi ritroverete a compiere la prossima scelta, un dubbio potrà insinuarsi nella vostra mente: può essere che un alter ego abbia scelto diversamente in un’altra dimensione? Quali le conseguenze? Quale la storia altra che pure vi appartiene?
Non vi nascondo che da quando ho letto questo libro non riesco a fare  a meno di pormi simili domande e che, potendo, cederei volentieri alla curiosità di una sbirciatina dall’altra parte.
Se pensate che quanto vi circonda non sia tutto, questo romanzo è la lettura che fa per voi perché vi regalerà una chiave per varcare i cancelli dell’infinito.











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