giovedì 26 aprile 2012

Intervista a Camilla Morgan-Davis




Benvenuta Camilla, è un vero piacere averti nostra ospite!


Uno pseudonimo e una biografia avvolta nel mistero. Questo il tuo volto ufficiale, tu come ti presenteresti ai nostri lettori?

Sono una ragazza come tante, con un lavoro precario ma che amo molto, quello dell’organizzatrice di eventi culturali per l’infanzia e per l’adolescenza. Cucino, porto a passeggio il mio cane, leggo tantissimo e scrivo. Lo pseudonimo è nato dalla voglia di non avere volto e vivere delle mie storie. Essere battezzata dalla fantasia.

Quando e perché hai cominciato a scrivere?

Ho cominciato a scrivere per nostalgia, per mettere su carta dolori, sofferenze, dubbi e incertezze. Scrivere era meglio che una seduta dal psicoterapeuta. Negli anni la scrittura è diventata una fedele amica, non più solo confidente o spalla su cui piangere, ma un’amica con cui giocare, viaggiare, sfidare me stessa.

Cosa rappresenta per te e che rapporto hai con la notte?
Fino a qualche anno fa era il momento migliore per scrivere. Ora di notte dormo come un sasso.


 
Perché una saga sui licantropi?
Perché mi sono sempre piaciute queste creature mitologiche forti, passionali e in contatto estremo con pulsioni primordiali e forze della madre terra

 




Quello tra Maila e Ren è un amore impossibile eppure… pensi che un sentimento tanto forte possa consentire di abbattere qualsiasi ostacolo anche nella realtà?
Sarebbe bello se accadesse. La lettura serve anche a questo. A credere che tutto sia possibile, non solo che esistano i licantropi, ma anche veri amori, tanto forti.

I due volumi della saga sono strettamente legati tra loro ma sono anche molto diversi. Ti va di illustrarci le principali differenze tra i due?

Il secondo si distanzia per le sue sfumature scure. Per il viaggio dentro le ombre. Il primo forse è più delicato, più esplorativo.

La dimensione onirica occupa un ruolo fondamentale nella tua opera. Ci racconti qualcosa a proposito della duplice via?
La “duplice via” sono le strade che portano la nostra mente a sognare. Ma i sogni non sono tutti uguali. Alcuni sono pericolosi, traditori. Partoriti dall’inganno.

Tra i tuoi personaggi ce n’è uno a cui ti senti più legata e perché?

Maila. Adoro questa ragazza lupo e vorrei che per lei ci fosse un po’ di pace, ma la Luna sembra essersi incaponita contro di lei.

Cosa puoi dirci a proposito della tua esperienza editoriale?
È stato realizzare un grande desiderio. Il rapporto con la Zero91 è stato il miglior modo di cominciare questa avventura. Un punto di inizio a cui sarò sempre grata.


Il canto della Notte è stato accolto con entusiasmo dai
lettori e di recente è stato anche acquistato dalla casa editrice belga-olandese Baecken books. Quale il segreto del tuo successo? Che impressione ti fa sapere di poter essere letta anche all’estero?
Sono emozionatissima.


Torniamo a parlare di sogni. Quale il tuo sogno nel cassetto? Maila affida il suo alla Luna, tu a chi lo affideresti?
Alla carta, o meglio, a una pagina Word. I sogni non si possono dire altrimenti non si realizzano.



Quale il tuo rapporto con la lettura? Ci sono degli autori che consideri dei modelli o che ti hanno particolarmente ispirata?
Adoro i classici, la poesia di Silvia Plath, le storie di passioni forte come quelle scritte da Marguerite Duras le visioni di Francesca Lia Block, l’immaginario di Philip Pullman


 

Sei già al lavoro per la stesura del terzo capitolo della saga? Puoi anticiparci qualcosa? Altri progetti per il futuro?
Si ho iniziato a scrivere il terzo e ultimo della saga, ma tengo la bocca cucita solo per superstizione.
Grazie Mille Miriam e grazie a tutti voi cari lettori.




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