lunedì 29 ottobre 2018

Recensione in anteprima: Josh Ewan

Titolo: Josh Ewan
Autore: Vito Ricco
Editore: Les Flâneurs
Prezzo: 15,00
Data di pubblicazione: 31 ottobre
Disponibile in preorder qui

Descrizione:
Storia della rockstar che parlava con gli spiriti – New York, anni Duemila. Josh Ewan, rockstar decaduta, ha appena pubblicato un album dopo molti anni di silenzio, ma si rifiuta di promuoverlo con un tour. La ragione è presto detta: quelle canzoni le ha scritte tutte da solo, senza l’aiuto degli spiriti, e il risultato è pessimo. Nel tentativo di far rassegnare il suo nuovo agente all’idea, il cantante si produce in un lungo monologo a puntate. Racconta della sua adolescenza a Minneapolis, dell’incontro con la chitarra e con l’amore, del rapporto con la morte e del viaggio verso il successo. Soprattutto, della scoperta di quel dono paranormale che gli consente di diventare una leggenda vivente ma che in cambio pretende il suo tributo.

Insieme ghost story e romanzo di formazione, la vita di Josh Ewan è una lenta discesa in una spirale di violenza e assuefazione, che mostra come l’animo umano possa corrompersi e come ogni cosa abbia un prezzo. 

La recensione di Miriam:
Dopo dieci anni di silenzio, Josh Ewan, acclamata rockstar degli anni Duemila, si accinge a tornare in scena. L’evento suscita un grande clamore e un forte senso di aspettativa, il pubblico è in fibrillazione, tuttavia il successo non è quello sperato. Il nuovo album non è all’altezza dei precedenti, i brani sono così diversi, così immaturi rispetto agli altri che… sembrano scritti da un’altra persona. E il punto è proprio questo: Josh non può offrire ai fan quello che si aspettano perché la musica che li ha fatti sognare un tempo non è farina del suo sacco. Non è stato lui a comporre le canzoni che hanno scalato le classifiche di tutto il mondo, ma qualcun altro dotato di un talento che gli manca.
Un grande imbroglio, certo, ma risolvere il problema non dovrebbe essere complicato: basterebbe ingaggiare ancora il vecchio autore per replicare la magia. Purtroppo, non è così facile perché a scrivere gli album di Ewan non sono stati esseri umani ma spiriti e per farlo hanno richiesto un prezzo altissimo, un prezzo che non è sicuro di voler continuare a pagare.
L’idea alla base del romanzo non è originalissima ma indubbiamente carica di un fascino intramontabile. Quasi un Dorian Gray in salsa rock, Josh Ewan ci offre una rivisitazione del tradizionale patto col diavolo. Nel caso specifico si parla di spiriti (maligni) e l’oggetto del desiderio non è l’eterna giovinezza ma il successo, il meccanismo di fondo però rimane lo stesso. Il protagonista brama qualcosa di irraggiungibile con le sue sole forze e un’entità sovrannaturale gliela concede in cambio di un tributo tanto esoso che rischia di mettere in discussione la convenienza dello stesso accordo. Non entrerò nei dettagli per lasciarvi il piacere della scoperta, vi basti sapere qui che il prezzo per Josh sarà la solitudine, e questo, a mio avviso, è uno dei risvolti più interessanti della storia.
Pur confezionando una trama che percorre un sentiero già battuto, sviluppandosi in maniera abbastanza prevedibile, l’autore se ne serve per offrirci spunti di riflessione nuovi.
A metà fra ghost story e romanzo di formazione, Josh Ewan ci intriga con atmosfere e suggestioni dal sapore paranormale e nello stesso tempo ci propone un’immersione nell’animo umano a caccia di debolezze e tentazioni. L’esperienza del protagonista si configura come metafora dark della ricerca spasmodica del successo facile. Josh incarna la brama di arrivare all’apice servendosi di scorciatoie, ma anche la voglia di essere qualcosa di diverso da sé, di impersonare un modello socialmente appetibile, pur non possedendone le qualità. Probabilmente, lui non è tagliato per la musica, non è questo il suo talento naturale, e nonostante ciò si ostina a essere una rockstar.
D’altro canto, il particolare tributo che gli viene richiesto mette in evidenza il risvolto della medaglia del successo stesso, a prescindere dal modo in cui Ewan lo ha ottenuto. Spesso la solitudine è proprio lo scotto che pagano le star, amate da un pubblico vastissimo per ciò che rappresentano ma  condannate all’isolamento nella sfera privata.
Il racconto in prima persona – il romanzo si snoda come una lunga confessione fatta da Josh al suo manager attuale – ci consente di entrare nella mente del protagonista e di seguirne dall’interno la parabola discendente, condividendone le gioie effimere, le ansie, la paura, fino al senso di sconfitta che inevitabilmente lo ghermisce nel finale e ha su di noi l’effetto di un monito: sebbene non sempre le apprezziamo e spesso le diamo per scontate, alcune cose, come gli affetti, hanno un valore inestimabile e non c’è desiderio per cui valga la pena barattarle.


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