Titolo: Il custode di Chernobyl
Autore: Alessandro Manzetti
Illustrazione di copertina: Wendy Saber Core
Editore: Cut-Up
Pagine: 180
Prezzo: 14,00
Descrizione:
Poligono di Semipalatinsk, 1965. I
sovietici avviano il Test Chagan, primo esperimento di esplosioni nucleari
sotterranee. Ma è solo una copertura, nelle gallerie di un bunker si sta
tentando di creare soldati capaci di adattarsi alle condizioni estreme di una
guerra termonucleare. Ben presto, però, alcuni soggetti sfuggono al controllo,
rendendo necessario il trasferimento in una nuova base segreta nascosta sotto
la futura centrale di Chernobyl. Mentre il professor Petrov, scienziato segnato
dagli orrori vissuti e ossessionato dalla sua creatura, ormai perduta, scivola
nel baratro dell'alcolismo e della follia, efferati omicidi e strani
avvistamenti nei pressi di Chernobyl seminano il terrore, alimentando una
caccia all'uomo che porterà, a distanza di vent'anni, dopo l'esplosione del
reattore numero 4 della centrale nucleare V.I. Lenin, a una sorprendente e
drammatica resa dei conti.
Hanno detto del romanzo...
"Un equilibrio perfetto tra
intreccio narrativo e scienza della fantascienza."
Marcello Simoni, autore del
bestseller 'Il Mercante di Libri Maledetti'
"Un dark thriller d'atmosfera
che ti porta nella testa del protagonista, e non ti lascia sfuggire!"
Glenn Cooper, autore del
bestseller 'La Biblioteca dei Morti'
"Un così intenso dark
thriller, ricco di suspense, che vorrai subito leggerne un altro!"
Sebastian Fitzek, autore del
bestseller 'La Terapia'
"Alessandro Manzetti sta
attirando molta attenzione nel campo della narrativa dark, e penso che presto
se ne parlerà molto di più. Tenetelo d'occhio."
Joe R. Lansdale, autore dei
bestseller 'La Sottile Linea Scura' e 'Una Stagione Selvaggia'
"Alessandro Manzetti è una
delle più importanti nuove voci della narrativa dark internazionale; audace,
coraggiosa, senza paura."
Richard Chizmar, coautore di
Stephen King del bestseller 'La scatola dei bottoni di Gwendy'
L'autore:
Alessandro Manzetti. (Roma, 1968) è
un autore di narrativa dark e fantastica, vincitore del prestigioso Bram Stoker
Award® (e cinque volte finalista), oltre a decine di nominations ad altri premi
internazionali, curatore e traduttore.
Ha pubblicato, con diversi editori,
col proprio nome e con lo pseudonimo di Caleb Battiago, varie opere di
narrativa, poesia e saggistica, tra le quali i romanzi Samsara, L'Isola degli
Urlanti (2018), Naraka - L'Apocalisse della Carne (2013), Shanti - La Città
Santa (2014), Kiki: The Beginning (2016), le raccolte di racconti Il Giardino
delle Delizie (2017), I Figli di Uxor 77 (2018), la novella Area 52 (2016) e il
saggio Monster Masters (2015).
Dal 18 Dicembre 2018 è disponibile,
in tutte le librerie, per l'editore Cut Up Publishing, il suo nuovo romanzo
dark thriller Il Custode di Chernobyl .
Tra le sue opere in lingua inglese:
il romanzo Naraka: The Ultimate Human Breeding (2018), le raccolte di racconti
The Garden of Delight (2017), The Monster, the Bad and the Ugly (2016, con
Paolo Di Orazio), The Massacre of the Mermaids (2015) e le raccolte di poesie
dark WAR (2018, con Marge Simon), No Mercy (2017), Eden Underground (2016),
Sacrificial Nights (2015, con Bruce Boston) e Venus Intervention (2014, con
Corrine De Winter). Nel 2019 il suo
secondo romanzo in inglese, Shanti, sarà pubblicato da Necro Publications, casa
editrice leader nell'hardcore horror dal 1993.
Tra le opere come curatore: le antologie The Beauty of Death (2016), The
Beauty of Death Vol. 2 - Death by Water (2017, con Jodi Renee Lester) e
Monsters of Any Kind (2018, con Daniele Bonfanti). Diversi suoi racconti
e poesie sono stati pubblicati su magazines e antologie in Italia, Stati Uniti
e Inghilterra, tra le quali: Dark Moon
Digest, Splatterpunk Zine, Devolution Z Magazine, Disturbed Digest, Illumen
Magazine, The Horror Zine, Recompose Magazine, Nothing's Sacred Vol. 4, Polu Texni Magazine, Rhysling Anthology
(2015, 2016, 2017, 2018), Splatterpunk Forever Anthology, Bones III Anthology,
Year's Best Hardcore Horror Vol 2, Mar Dulce, Il Buio Dentro, HWA Poetry
Showcase Vol. III e IV, Danze Eretiche Volume 2, The Beauty of Death Vol. 1 e 2, I Sogni del
Diavolo, Midnight Under the Big Top Anthology.
Oltre al Bram Stoker Award®, premio
che ha vinto nel 2015 (come primo autore italiano dalla prima edizione del
1987), per il quale ha ricevuto anche cinque nominations (Edizioni 2014, 2016,
2017), ha ricevuto diverse altre nominations ai premi internazionali
Splatterpunk Awards, This Is Horror Awards, Elgin Awards e Rhysling Awards, e
sue opere di narrativa e poesia dark hanno ricevuto venti Honorable Mentions
nei Best Horror of the Year Volumi 7-8-9-10 a cura di Ellen Datlow.
Ha partecipato come relatore a
convention di narrativa di genere negli Stati Uniti (World Horror Convention
2015, Atlanta; StokerCon 2016, Las Vegas) e in Italia, ed ha fatto parte, per
due edizioni, della giuria per l'assegnazione del Bram Stoker Award® alla carriera.
Come Fondatore e CEO di
Independent Legions ha ricevuto dalla Horror Writers Association il premio
Specialty Press Award 2017 per la migliore casa editrice al mondo specializzata
nel genere horror e dark fantasy. Ha tradotto in italiano opere di vari autori
anglosassoni di genere, tra i quali: Ramsey Campbell, Richard Laymon, Poppy Z.
Brite, Edward Lee, Graham Masterton, Gary Braunbeck, Lucy Snyder, Lisa Morton e
Gene O'Neill. È Active Member della Horror Writers Association, della quale è
stato parte del Board of Trustees, e attualmente vive a Trieste.
La recensione di Miriam:
Se mai scoppiasse una guerra
nucleare il nostro pianeta diventerebbe invivibile e, il genere umano andrebbe
incontro all’estinzione. È
una prospettiva agghiacciante con cui la Guerra Fredda ci ha costretto a
confrontarci e con la quale, da allora, non abbiamo mai smesso di fare i conti.
Un’ipotesi che genera paura e
voglia di elaborare possibili strategie di sopravvivenza. Ed è proprio da qui
che Il custode di Chernobyl prende
forma, facendoci compiere un salto indietro nel tempo, ma mantenendo un occhio
vigile sul futuro. Un esperimento nucleare, realmente effettuato nel 1965 – il Test Chagan – nella fiction diviene
la copertura governativa di una altro tipo di sperimentazione, ben più
inquietante. Un’équipe di scienziati, rintanata nel sottosuolo, si dedica alla
manipolazione genetica al fine di dar vita a una nuova generazione di soldati
capaci di sopravvivere alle radiazioni. Soggetti che, nell’eventualità di un
conflitto nucleare, potrebbero continuare a combattere sferrando il colpo
decisivo al nemico, ma che potrebbero rappresentare anche la chiave di
sopravvivenza per i civili. L’idea è per l’appunto quella di generare il
prototipo di una nuova umanità.
A trascinarci nei tunnel
labirintici del Bunker Balapan è il professor Petrov, voce narrante del romanzo
che, in modo assai poco convenzionale per il suo genere, si offre al lettore
sotto forma di diario. Quelle che scorrono sotto i nostri occhi, componendo la
trama di un thriller fantascientifico, sono le pagine vergate in segreto da una
persona direttamente coinvolta nel progetto denominato Prometeo. Una sorta di
demiurgo che, sfruttando le sue conoscenze, ha dato vita a una coppia di
soggetti modificati, Konstantin e Boni, possibili Adamo ed Eva di un futuro
radioattivo.
Questa particolare formula
narrativa ci consente di entrare nella mente e di condividere i pensieri e le
emozioni più intime di un uomo che, almeno da un certo momento in poi, è
costretto a eseguire ordini impartiti dall’alto per tener salva la pelle. Petrov
sa di essere parte attiva di un gioco molto pericoloso, anche perché questo
gioco gli è già costato la vita di sua figlia, pertanto il suo compito prosegue
fra mille dubbi e conflitti interiori, al cui centro si incastra proprio la sua
stessa creatura: Boni. A un certo punto, la soldatessa atomica, diviene per lo
scienziato ciò che dà un senso alla sua stessa esistenza, qualcosa – un ideale – cui aggrapparsi con le
unghie e con i denti per non lasciarsi inghiottire dall’angoscia, dal senso di
perdita, dal vuoto che si è impossessato di lui. Boni – la sua pesca bianca – diviene nel suo immaginario la figlia che non ha
più, la donna che non ha mai avuto, il simbolo della sua stessa giovinezza
perduta e dell’amore sacrificato alla scienza.
Il plot si anima, arricchendosi di
azione e mistero, quando le creature sfuggono al controllo dei loro creatori
inscenando un’autentica rivolta. Assistiamo allora all’evacuazione della base
segreta e al suo trasferimento nel sito in cui sta sorgendo la centrale di
Chernobyl. Sarà qui che il progetto verrà ripreso per poi concludersi in
maniera fallimentare, con la fuga di un soggetto. Avrà inizio così una battuta
di caccia che si concluderà solo a distanza di circa vent’anni, quando il
reattore numero 4 della centrale ormai edificata esploderà, trasformando il territorio
esattamente nell’Inferno per cui le creature sono state forgiate.
Mentre gli avvenimenti si
susseguono nella ricostruzione di Petrov, quasi sepolto vivo nel laboratorio
sotterraneo, attraverso il suo unico contatto con l’esterno rappresentato
dall’amico Ozram, nella trama di fantasia si inseriscono alcuni cenni storici
che la ancorano alla realtà, rievocando il particolare clima di paura, ma anche
di forte cambiamento che ha caratterizzato il periodo di cui si parla. È così che sulla linea
telefonica, nello spazio di brevi dialoghi, sentiamo riecheggiare la musica dei
Beatles, di Bob Dylan, dei Led Zeppelin –
simbolo di una rivoluzione culturale –
o respiriamo il fermento che anima la corsa alla conquista dello spazio.
Contemporaneamente, osserviamo la personale
evoluzione del protagonista, giacché, come accennavo prima, nel diario alberga
anche la sua intimità. Vediamo la sua ossessione per Boni crescere e,
nell’intervallo che divide la due fasi del progetto Prometeo – quella prima e dopo il
trasferimento della base –
lo seguiamo lungo una parabola discendente che lo conduce nel baratro
dell’alcolismo e della follia. È
soprattutto in questa fase che la componente introspettiva – che comunque attraversa
tutta l’opera – diviene
preponderante e che i paletti di genere saltano fornendoci la conferma di avere
per le mani un romanzo che va oltre, che ci racconta sì una storia avvincente,
in equilibrio tra thriller e fantascienza, ma nello stesso tempo ci comunica
molto di più affrontando tematiche universali e più intime. La discesa nella
psiche del Professore, infatti, solleva argomenti
quali la consapevolezza mista alla paura di invecchiare, il senso di colpa, il
rimpianto, la nostalgia, la ricerca di un senso nella vita… Ed è proprio in
questa alternanza di “dentro e fuori” che si definisce anche il ritmo
narrativo, marcato da un susseguirsi di spazi occupati dai fatti e spazi
occupati da pensieri ed emozioni, cui corrisponde anche il passaggio da uno
stile più diretto, semplice, concentrato sulla comunicazione dei contenuti, a
un registro più ricercato, poetico, in cui si incastrano citazioni colte e
figure retoriche e la parola scritta si trasforma quasi in pittura dell’anima.