venerdì 31 luglio 2015

Recensione: L'intransigenza. I gialli del Dio perverso





Titolo: L'intransigenza. I galli del Dio perverso
Autore: Paolo Calabrò
Editore: Il prato
Collana: Antdoti
Pagine: 206
Prezzo: 10 euro

Descrizione:
I locali parrocchiali della chiesa di San Leopoldo, rettoria di proprietà comunale, sono stati devastati durante la notte. Ma al sindaco di Puntammare, paesino del litorale casertano, che ha a cuore più la propria immagine che la giustizia, non importa scoprire i colpevoli; a lui basta che la giunta municipale non resti invischiata in questa brutta vicenda. Così, di punto in bianco, Nico Baselice – vigile urbano – e Maurizio Auriemma – impiegato dell’ufficio tributi che esce di casa solo al calar del sole – si ritrovano a formare una squadra di investigatori loro malgrado e a condurre un’indagine irregolare e anomala che rischia di coinvolgere i nomi più in vista della cittadina e di creare uno scandalo politico senza precedenti.

Un noir che non si assoggetta ai canoni classici del genere, nel quale i protagonisti si troveranno a spostarsi tra gli uffici del comune e le strade della costa, tra uomini che hanno sempre un secondo fine e donne davanti alle quali non si riesce a spiccicare una sola parola. Finendo per scoprire che spesso la mentalità collettiva miete più vittime dei singoli moventi. Sullo sfondo, un cristianesimo degenerato e dominato dal “Dio perverso”, in grado di ispirare nella migliore “buona fede” le azioni più ignobili. Come fare a individuare un criminale che agisce con una sua logica consequenziale, dalla razionalità perfettamente calcolabile... ma a rovescio?

L'autore:
Paolo Calabrò, laureato in Scienze dell’informazione e in Filosofia, gestisce dal 2009 il sito ufficiale del filosofo francese Maurice Bellet in italiano (www.mauricebellet.it). Collabora con i mensili «Lo Straniero» e «Sapere» e con il bimestrale «Testimonianze» ed è redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e dei periodici locali «Il Caffè» di Caserta e «l’Altrapagina» di Città di Castello. Oltre al volume Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011), ha pubblicato con Il Prato La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell’umano di Maurice Bellet (2014). È membro dell’associazione NapoliNoir. Questo è il suo primo romanzo.

La recensione di Miriam:

Un vigile urbano ossessionato dal cubo di Rubik e un impiegato dell’ufficio tributi che esce solo al calar del sole. Immaginereste mai due personaggi simili nei panni di investigatori? Probabilmente no, eppure toccherà proprio a questa improbabile coppia indagare al fine di scoprire chi ha devastato i locali parrocchiali della chiesa di San Leopoldo, firmando il suo misfatto con un messaggio criptico di possibile ispirazione satanica.
La verità è che il sindaco di Puntammare non ha alcun interesse a smascherare i colpevoli, quel che conta per lui è che il Comune, proprietario della rettoria assaltata, non venga coinvolto in qualche scandalo.
Insabbiare la vicenda: sarebbe questo il vero obiettivo del primo cittadino , ma Nico Baselice ha altre idee per la testa. Dopo vent’anni di “onorato” servizio come addetto al traffico, nell’attesa di una promozione che non arriva mai, accoglie questo giallo fuori programma come la grande occasione per dimostrare le sue qualità e compiere finalmente l’agognato salto. Decide dunque di affiancare il collega Auriemma, incaricato di risolvere la faccenda. A insabbiare la verità però non ci pensa per niente, lui intende risolvere davvero il caso, dando prova così delle sue capacità investigative.
Con queste originalissime premesse spicca il volo il poliziesco filosofico ideato da Paolo Calabrò: un romanzo che si lascia leggere tutto d’un fiato – non tanto per la sua brevità quanto per la scorrevolezza –  regalando una piacevolissima ventata di novità al genere.
L’impronta innovativa, chiaramente, non riguarda solo la scelta di una coppia investigativa assolutamente sopra le righe ma, appunto, il taglio filosofico che connota l’opera arricchendola di significati e spunti di riflessione che vanno oltre il puro intrattenimento, senza tuttavia compromettere la massima fruibilità del testo.
Le indagini, assumendo una piega totalmente imprevista, faranno emergere segreti, complotti e misfatti di un piccolo paese di provincia, caratterizzandone gli abitanti e la mentalità – protagonista fra i protagonisti. Nello stesso tempo emergerà il vissuto dei due personaggi principali: dell’apparentemente mediocre Baselice che, in realtà, convive con un dramma familiare, e del funzionario vampiro Auriemma,  la cui stravaganza dal retrogusto horror si lega a un passato particolarmente misterioso ma tutt’altro che paranormale.
I due uomini, loro malgrado, formeranno una coppia ben assortita e tale da provocare spesso un effetto comico. Il perfetto aplomb di Auriemma farà da contraltare alla goffaggine di Baselice ponendo a confronto, nel contempo, anche due modi radicalmente diversi di intendere il lavoro investigativo. Ispirato dai telefilm americani, il vigile urbano auspica interrogatori serrati e blitz plateali, mentre Auriemma, investigatore filosofo, propende per un approccio più sottile, ritenendo che l’ascolto di dichiarazioni spontanee, magari non direttamente attinenti all’accaduto, sia la chiave per giungere alla verità.
E sarà proprio quest’ultimo a fare propria la teoria del “dio perverso” formulata dal teologo Bellet che rappresenterà un punto di svolta cruciale nella risoluzione del caso.
Nell’orchestrare un plot che rispecchia i canoni tipici della detective story dotandosi delle giuste carte per conquistare gli appassionati del genere, l’autore confeziona così un romanzo leggibile anche come un testo di filosofia che, richiamando appunto il pensiero di Bellet, ci induce a riflettere sullo stravolgimento della figura di Dio posto in essere dall’affermarsi di un’ideologia religiosa che ha finito per ribaltare i principi stessi del cristianesimo.
Pur ottenendo il nome di un colpevole nelle battute finali, secondo tradizione, scopriremo come la mentalità collettiva possa alimentare il crimine assumendo la valenza di un vero e proprio movente. Un punto di arrivo che può essere anche punto di partenza, giacché come l’autore stesso osserva offre materia per ben più di un noir.











domenica 26 luglio 2015

Recensione: Catfish

Titolo: Catfish
Autore: Nev Schulman
Editore: Piemme
Pagine: 256
Prezo cartaceo: 16,90
Prezzo Ebook: 9,99

Descrizione:

Una volta era facile. La regola era “Non parlare con gli sconosciuti”. Ma oggi che scambiamo foto e chiacchiere con chiunque in ogni parte del mondo, come si fa a proteggersi? Solo su Facebook si stima che siano almeno 140 milioni i profili fake. Significa che la possibilità che stiate svelando i vostri segreti a qualcuno che non è chi dice di essere è molto alta. Se poi oltre ai segreti gli affidate anche il cuore, la faccenda si fa delicata.
Nev Schulman l’ha imparato a sue spese, dopo aver sofferto per una lunga relazione virtuale con una ragazza inesistente. Un catfish. Dalla sua storia, Nev ha tratto prima un film e poi la famosa omonima trasmissione di MTV. Ed è diventato un esperto di profili fasulli e relazioni online.
In base alla sua esperienza, offre consigli per smascherare e proteggersi dagli impostori che si insinuano nelle vite altrui carpendone fiducia, confidenze e amore. Intrecciando la propria storia e aneddoti della trasmissione, Nev svela cosa spinge i catfish a comportarsi così, ne delinea i principali profili e insegna a identificarli. Tratteggia anche il ritratto della vittima ideale e dei meccanismi psicologici che inducono le persone a sospendere il giudizio e a credere a una montagna di bugie. Mette inoltre in allerta sul fatto che online tutti siamo tentati dal presentarci diversi da come siamo.
Ma soprattutto, insegna la bellezza di vivere più nella realtà e meno nel mondo virtuale, a costruire relazioni sincere sia online che offline e a trasformare un amore virtuale in un amore vero, proteggendosi dagli impostori. Perché una buonanotte in chat non ha lo stesso sapore di un bacio sulle labbra prima di dormire.

L'autore:
Fotografo affermato (sue foto sono apparse su Vogue e Los Angeles Times) e produttore cinematografico, vive a Los Angeles. Vittima egli stesso di un catfish, cioè di una persona che si spaccia sui social per come non è, Nev ha prodotto una docufiction sul proprio caso che ha riscosso molto successo. Dal documentario è nata l’omonima trasmissione di MTV, da lui ideata e condotta. Questo è il suo primo libro.

La recensione di Miriam:

Sicuramente molti di voi avranno visto Catfish, almeno qualche volta. Per chi non lo conoscesse, è un reality il cui scopo è quello di smascherare relazioni virtuali basate sulla menzogna. Il catfish è appunto una persona che sfrutta una falsa identità per adescare online la sua anima gemella. Come spiega Nev Schulman, autore del saggio nonché conduttore dello show, il libro comincia laddove finisce la trasmissione televisiva. Prendendo spunto dalle storie di catfishing trattate nel programma, ci propone una panoramica a trecentosessanta gradi del fenomeno provando a spiegarci perché e come nasce e le motivazioni per cui si sta diffondendo. Se pensate, infatti, che si tratti di casi sporadici e che coinvolgono un numero limitato di persone, sicuramente estranee alla cerchia dei vostri contatti, siete completamente fuori strada. Come lo stesso Nev riferisce, si stima che a oggi vi siano all’incirca 140 milioni di profili fake solo su Facebook. Questo significa che chiunque di noi potrebbe aver avviato una conversazione online con qualcuno che non è affatto chi dice di essere…
L’analisi proposta nel testo, pur avendo valenza di natura psico-sociologica, colpisce e coinvolge particolarmente perché parte dal basso. La sua peculiarità consiste proprio nel fatto che a proporla non è un professore in cattedra, armato di dati statistici e di teorie entro cui incasellare dati esperienziali, ma uno di noi, un ragazzo come tanti che ha conosciuto questa realtà per esserci finito intrappolato in veste di vittima. Reduce da una relazione online durata svariati mesi con una ragazza che poi si è rivelata non esistere (in quanto tale) nella realtà, Nev ha appunto deciso di fare tesoro della sua esperienza e di metterla al servizio di altre vittime di catfishing, effettive o potenziali.
È dunque da un bagaglio di conoscenze acquisite  sul campo che nasce il libro.
Nella prima parte tratteggia un profilo dettagliato del catfish che si articola in diverse categorie mosse da motivazioni altrettanto differenti. Conosciamo così i “Cyrano” che creno una falsa identità perché incapaci di accettarsi per quello che sono, perché insoddisfatti del loro aspetto fisico o della loro vita costellata di insuccessi; i catfish per vendetta che sfruttano il profilo fasullo per colpire deliberatamente qualcuno da cui ritengono di aver subito un torto; quelli che ambiscono a spillare denaro e quelli che si fingono celebrità…
La lista è lunga, la casistica è varia, e a ogni tipologia di fake corrisponde un ritratto psicologico della vittima ideale. Quel che emerge, da ambo le parti,  è un’insoddisfazione di fondo, che sicuramente covava negli animi di  molte persone anche in passato ma che nell’era di internet trova una possibilità di sfogo precedentemente inedita e dalle potenzialità enormi.
I social, come ci mostra Nev attraverso una serie di esempi concreti, offrono ai loro utenti una realtà parallela entro cui potersi rifugiare all’occorrenza e nella quale potersi reinventare costruendo un’immagine di sé che possa adattarsi ai propri scopi e ai propri ideali. Se nei catfish la tentazione si traduce in atto e si spinge al parossismo – basti pensare a quelli più raffinati capaci di inventare intere reti di relazioni, di inscenare tragedie  familiari e finanche di programmare un suicidio virtuale – la tendenza a ritoccarsi e ad apparire migliori di quel che effettivamente si è, in misura diversa, ci tocca un po’ tutti da vicino.
Nella seconda parte, l’autore si sofferma appunto su una riflessione di carattere più ampio illustrandoci come internet influisca, oggi, sul nostro modo di interagire con il prossimo alimentando in maniera sempre più diffusa una vera e propria cultura della falsa identità. Ci mostra come il confine fra un fotoritocco teso a nascondere qualche difetto e a farci apparire più belli agli occhi della comunità online e la creazione di un’identità fittizia possa essere molto più sottile di quel che crediamo. Scivolare da una parte o dall’altra – in veste di vittime o di carnefici – è molto più facile di quel che possiamo credere.
La dissertazione si conclude con consigli pratici, utili al fine di riconoscere un catfish, qualora dovessimo maturare il sospetto di essere presi all’amo, nonché al fine di difenderci dai pericoli e dalle tentazioni che si possono annidare in rete.
Oltre a essere attualissimo e molto interessante questo saggio, di cui consiglio vivamente la lettura, colpisce per la sua positività. Catfish ha l’effetto di un’iniezione di ottimismo e fiducia in se stessi. Il messaggio che buca la pagina e che rimane fortemente impresso a fine lettura è: “Non perderti fingendo di essere ciò che vorresti, ma impegnati per diventare davvero ciò che desideri”.
Nev con il suo vissuto personale, che non esita a condividere in questo libro, è un esempio di come ciò sia possibile, a patto che si accetti di riscoprire la bellezza della vita reale, il che non vuol dire demonizzare il web o tenersene completamente fuori, ma conservare la capacità di staccare la spina e di mettersi in modalità offline quando serve.










martedì 21 luglio 2015

Recensione: Mistero a Villa del Lieto Tramonto

Titolo: Mistero a Villa del Lieto Tramonto
Autrice: Minna Lindgren
Editore: Sonzogno
Dati: 2015, 286 p., brossura
Prezzo di copertina: 16, 50 euro

Descrizione:
A Villa del Lieto Tramonto, ridente casa di riposo immersa nella foresta vicino a Helsinki, è l'ora del caffè e, come al solito, Irma e Siiri, due vivaci novantenni ospiti della residenza, amano trascorrere quel momento in perfetto relax. Dopo le partite a canasta, le lezioni di ginnastica dolce, il whiskino prescritto dal medico o le riunioni del gruppo per la memoria, un'oretta di svago ci vuole per scambiarsi ricordi di giovinezza o spettegolare sul funerale del giorno, che è pur sempre una festa e un avvenimento per curare il proprio look. Ma soprattutto, l'ora del caffè dà l'occasione per criticare il regolamento e l'incuria del personale specializzato, quello che figli e nipoti, per guarire i sensi di colpa, chiamano "servizi di eccellenza". Per fortuna dalla Villa si può anche uscire, andare in giro in tram per rifarsi l'occhio con le bellezze della capitale finlandese, e così a Siiri, Irma e alla loro terza compagna, Anna-Liisa, capita di osservare, con bonario sarcasmo, le stranezze del mondo moderno che le circonda. A turbare la routine delle tre amiche è però un fatto terribile: la morte, in circostanze misteriose, del giovane cuoco, sempre gentile e pieno di allegria, accompagnata da una serie di episodi inquietanti che rivelano il lato sinistro di quel rifugio, ora non più così accogliente. Provette Miss Marple, Siiri, Irma e Anna-Liisa si trasformano in intraprendenti investigatrici.

L'autrice:
Minna Lindgren è giornalista, melomane e vive a Helsinki. Mistero a Villa del Lieto Tramonto, primo di una trilogia, è il suo romanzo d’esordio, tradotto in molti paesi tra cui Germania, Inghilterra, Francia, Stati Uniti. L’adattamento per il cinema della serie sarà firmato dal regista finlandese Neil Hardwick. 

La recensione di Sara:
Sirii ha più di novant’anni e spende le sue ultime giornate nella casa di riposo Villa del Lieto Tramonto.
Non si separa mai dal suo bastone, il Signor Gastone, e dalla sua amica Irma, come lei arzilla nonnetta che ama bere vino e mangiare “tooorta”.
Sirii e le sue amiche non sembrano sentire il peso degli anni, vivono come se aspettare la morte fosse un continuo divertimento.
Qualcosa però turba Villa del Lieto Tramonto. La morte misteriosa del giovane cuoco Tero dà il via a una serie di inquietanti eventi.
Un vecchio veterano di guerra subisce violenze e viene rinchiuso nel reparto d’isolamento, tutti sembrano ignorare le vicenda. Solo Sirii e Irma capiscono che qualcosa sta mettendo a dura prova la pace che aleggia nella casa di cura.
A essere vittima è proprio Irma, misteriose pillole compaiono sul suo tavolo, aumentando sempre di più ogni giorno che passa e la sua demenza senile peggiora in maniera esponenziale.
Quando finirà anche lei in reparto d’isolamento sarà Sirii a prendere la situazione in mano, a cominciare indagini sfidando la sorte e le sue aritmie.
In compagnia dell'amica Anna-Liisa cercherà di fare luce sui misteri che avvolgono il Lieto Tramonto come una nebbia pesante e oscura.
Sarà un giovane angelo a dare loro un prezioso aiuto, un ragazzone avvolto in un giubotto di pelle, a cavallo di una motocicletta.
Sirii è l’incarnazione di una moderna Miss Marple alle prese con il giallo che grava sulla casa di cura.
Novant’anni non sono niente, si comporta come fosse ancora una ragazzina e non si lascia intimorire da nulla. D’altronde, alla sua età, c’è ben poco da temere.
Sirii si approccia alla quotidianità con vitalità e spirito d’avventura.
Tutto quello che le importa è salvare i suoi amici dal soffio gelido della morte, vivere con loro il tempo che le rimane ridendo e divertendosi. Ogni giorno è una nuova scoperta.
Il brio che pervade le pagine è contagioso per il lettore e fa luce sul tema della vecchiaia presentandola come una delle più belle stagioni che un uomo possa vivere.
Tanta è la filosofia, tanta la psicologia.
Un romanzo pregno di emozioni e spunti di riflessione che non può assolutamente mancare in libreria.