mercoledì 31 ottobre 2012

Felice Samhain!



Oggi, 31 ottobre, la comunità neopagana festeggia Samhain e noi de Il Flauto di Pan pensiamo che nessuna giornata sia adatta quanto questa per ricordare uno dei padri fondatori di questa splendida filosofia di vita, Gerald Gardner.

Potremmo raccontarvi della sua vita, scrivendo una misera e probabilmente inutile biografia del noto fondatore della Wicca, potremmo anche recensire la sua opera più famosa “La stregoneria oggi” scadendo in altrettante futili mistificazioni, quello che invece faremo sarà soltanto prendere spunto dalla sua opera per fornire alcune chiarificazioni su questa filosofia di vita e renderle giustizia almeno per un giorno, il più importante forse del nostro calendario.
Il Neopaganesimo è da sempre stato oggetto di accuse e fraintendimenti, quello che “ il Vecchio” Gardner cercò di fare con la sua opera era dare un’idea oggettiva di quello che accadeva all’interno delle comunità stregonesche dei primi anni ’60 del novecento. In quegli anni la voglia di cambiamento e libertà erano sicuramente all’ordine del giorno. La repressione, si sa porta a voler gridare sempre più forte la propria opinione e a sbandierare il proprio credo. In questo clima di fervore socio-politico Gardner incontrò una comunità di Streghe, uomini e donne che non adulavano alcun malefico demonio come si è soliti credere, semplicemente ridavano onore alla Grande Dea, la Madre Terra, quell’unica forma energetica alla quale i neopagani danno realmente importanza.
Coloro che credono allo spauracchio dei neopagani vestiti di nero che si divertono durante riti sacrificali nelle notti di Luna Piena, invocando demoni e creature oscure peccano amaramente di ignoranza. Non esistono demoni e altre creature simili, il bene e il male sono talmente relativi che non si potrebbe né oggi né mai darne una distinzione netta e univoca, senza contare che Satana e compagnia bella sono frutto della religione cristiana. Si è spesso confusa l’effige del Dio Cernunnos con quella di Satana ma, le differenze sono molteplici e non poi così occulte. Potemmo cominciare dalla più evidente: Cernunnos ha corna di cervo ed è ben lontano dall’essere una creatura malefica. Cernunnos è la rappresentazione del sole, di tutto ciò che è benefico e favorisce la fertilità.
Gardener si premurò anche di raccontare quello che avveniva durante gli incontri tra le streghe, i tanto temuti rituali che ancora oggi destano timore agli occhi di chi non conosce questa realtà. Nessuno di noi ha mai sacrificato persone o animali e se l’ha fatto, beh… evidentemente aveva altri problemi che di certo non avevano nulla a che vedere con la sua fede religiosa. Nessuno di noi si è mai dedicato a incontri promiscui e simili.
Le celebrazioni neopagane avvengono in relazione ai cicli stagionali e lunari, semplici feste in cui ci si riunisce, si pregano e  si ringraziano gli dei, sorseggiando del buon vino all’ombra della luce lunare e con un po’ di buona musica di sottofondo. C’è qualcosa di malvagio o sbagliato in tutto questo?
C’è anche chi non ama parlare dei propri rituali, non perché faccia azioni talmente deplorevoli da non poter essere raccontate ma perché li ritiene troppo personali e sacri per poter essere divulgati ai primi passanti curiosi. Noi non la pensiamo così e ve lo diciamo senza troppe esitazioni, rispettando comunque chi non condivide la nostra visione.
Il Neopaganesimo è uguaglianza e rispetto per chiunque viva su questa terra (e perché no, magari anche chi ci guarda da qualche altra dimensione), per tutti quelli che la pensano come noi e per tutti quelli che vivono e pensano in maniera completamente opposta alla nostra. Ricordate il nostro Rede ci invita a rispettare una sola regola “An Ye Harm None do What Ye Will” “Fa' quello che vuoi purchè non faccia male agli altri”.


Vi lasciamo ai vostri festeggiamenti con le parole del Maestro Gerald Gardenr augurandovi un buon Samhain!
Lo auguriamo anche a te Vecchio Gerald, ovunque tu sia.
Blessed Be )O(


“Cosa sono allora? Sono persone che si autodefiniscono Wica, le persone sagge, che praticano i riti dei tempi antichi e che, insieme a molta superstizione e cognizioni erboristiche, hanno conservato un insegnamento occulto e processi operativi con cui identificano la Magia o la Stregoneria. Sono quel genere di persone che furono bruciate vive perché possedevano tali conoscenze, spesso donando la vita per allontanare sospetti da altri” da La Stregoneria Oggi di Gerald Gardner

martedì 30 ottobre 2012

Recensione: Never Sky. Sotto un cielo selvaggio

Titolo: Never Sky. Sotto un cielo selvaggio
Autrice: Veronica Rossi
Editore: Sonzogno
Collana: Romanzi
Dati: 2012, 350 p., rilegato
Prezzo di copertina: 17, 00 euro

Descrizione:
Lo chiamano Never Sky, è un cielo violento, pervaso dall'Etere, sostanza che causa tempeste continue, morte, distruzione. La vita sicura è possibile solo dentro l'enclave Reverie, un mondo barricato, una biosfera ipertecnologica dove ogni pericolo, persino malattie e invecchiamento, sembra appartenere a un lontano passato. Fuori invece, nel dominio dell'Etere, non è dato avventurarsi, nessun abitante di Reverie oserebbe mai, perché la Fucina della Morte è una terra brutale e desolata, infestata da individui assetati di sangue. La bella e giovane Aria vive a Reverie: qui lei e i suoi amici possono scegliere di abitare infiniti mondi virtuali, come in un videogioco. Anche lei, al pari di tutti, teme l'ignoto oltre il confine del proprio Eden. E quando verrà ingiustamente cacciata dalla sua società di eletti, si ritroverà sola e disperata nella Fucina della Morte. È come essersi risvegliata all'improvviso in un corpo che non riconosce, in balìa di un mondo popolato dai discendenti reietti dell'umanità che, dopo la Grande Catastrofe, non hanno trovato rifugio a Reverie. Solo quando il suo sguardo incrocia quello selvaggio di Perry, un giovane Outsider ribelle, Aria comincia a intuire: quel luogo forse contiene la vita che non ha mai vissuto, le sensazioni che le erano negate nell'universo asettico in cui era cresciuta. Ma è anche la morte vera a minacciarla da ogni dove. Presto lei e Perry, opposti in ogni cosa, scopriranno di custodire l'uno la chiave per la redenzione dell'altro. 

L'autrice: 
Veronica Rossi vive nel nord della California con il marito e due figli. Questo è il suo primo romanzo che inaugura una trilogia di genere, bestseller negli Stati Uniti e in Inghilterra, in corso di pubblicazione in 25 paesi e i cui diritti cinematografici sono stati opzionati dalla Warner Bros.  

La recensione di Sara:

Reverie è un posto perfetto, tutto va come deve andare, niente è fuori posto. Qualsiasi cosa viene programmata secondo piani ben precisi e le persone possono scegliere, ogni volta che vogliono, una Realtà virtuale in un cui avventurarsi. È così che Aria trascorre le sue giornate, in un posto asettico, privo di malattie e di qualsiasi apparente pericolo, privo di sensazioni ed emozioni. Aria trascorre le sue giornate in un mondo privo di realtà.
Sarà per errore o forse per volontà del caso che, dopo una gita con i suoi amici nel Reame sbagliato, Aria verrà accusata ingiustamente e cacciata da Reverie.
La Fucina della Morte accoglierà la ragazza con le braccia spalancate ma, più che per stringerla in un abbraccio, per stringerla in una morsa d’acciaio. Vivere fuori da Reverie vuol dire rischiare la morte a ogni singolo passo, vuol dire rischiare di ammalarsi, vuol dire non sapere cosa può succedere dietro l’angolo. La Fucina della Morte è vera, così come tutto quello che vi succede all’interno.
Compagno di viaggio di Aria sarà Perry, un Outsider o Selvaggio, come lo chiama lei, alla ricerca disperata di suo nipote Talon rapito dalla gente di Reverie. I due, pur essendo molto diversi e diffidenti nei reciproci confronti, accetteranno di camminare fianco a fianco nel lungo viaggio fino a casa di Marron, unico uomo in grado di poterli aiutare.
La ragazza scoprirà pian piano cosa vuol dire sanguinare, avere fame, sete, freddo e imparerà a ridestare i propri sentimenti. Grazie a Perry imparerà anche che la vita non può essere frutto di un misero calcolo, come avviene a Reverie e che, ciò che è inaspettato non è necessariamente portatore di guai.
Si scorteranno così durante un viaggio sotto un cielo pericoloso, pronto ad ammazzarli alla prima occasione, un cielo tanto pericoloso quanto gli Avvoltoi, cannibali che farebbero di tutto pur di avere la loro carne.
Never Sky è un romanzo distopico che lascia con l’amaro in bocca e tante domande sulla punta della lingua. Nel corso della storia la Fucina della Morte viene descritta come un luogo inquietante e pieno di insidie, un posto del quale bisogna avere paura perché imprevedibile e incontrollabile. Io personalmente ho trovato molto più inquietante Reverie, una specie di bolla di sapone sospesa nello spazio e nel tempo dove tutto è programmato e non c’è niente di cui aver paura. L’effetto sorpresa è qualcosa che non si conosce a Reverie e, se  nulla può succedere all’improvviso, di cosa si vuole aver paura? Persino i sentimenti sono controllati, le malattie non esistono, niente può andare storto. Dalle descrizioni di Veronica Rossi ho trovato la Fucina della Morte molto simile al nostro mondo, una versione forse appena più primitiva e rude ma, molto vicina alla Terra.
I personaggi sono ben caratterizzati, comprenderli e affezionarsi sono azioni immediate.
Aria suscita grande tenerezza, i cambiamenti che subisce nella Fucina della Morte la spaventano, diventa ipocondriaca al punto da pensare che qualsiasi cosa tocchi potrebbe portarla alla morte. Quello che però fa davvero riflettere è che questa ragazza fondamentalmente non si conosce, non sa nulla di sé e del proprio corpo perché abituata a ignorarsi. A Reverie non ha mai avuto bisogno di sapere come gestire i propri sentimenti, è per questo che quando nella Fucina della Morte si emoziona per l’odore di un pino non riesce a spiegarsi quello che accade se non identificandolo con un primo sintomo della morte imminente.
Personaggio altrettanto interessante è Perry, Outsider apparentemente burbero e pericoloso che nasconde in realtà un animo più che gentile. Peregrine ha qualcosa in più rispetto agli altri, ha poteri soprannaturali che gli permettono di comprendere cose di cui gli altri nemmeno si accorgono. Ma, sono questi stessi poteri, a renderlo estremamente solo.
Perry, pur essendo poco più grande di Aria, appare a volte come una figura paterna, come l’uomo maturo che deve insegnare alla piccola come procurarsi il cibo e come tirare fuori le unghie se non vuole diventare il pranzo di qualcun altro.
Veronica Rossi ha sicuramente saputo mescolare bene la componente fantasy con quella distopica, creando un romanzo originale e innovativo.
Se pur autoconclusivo, il primo capitolo di Never Sky lascia qualche interrogativo, porte aperte su mondi nuovi tutti da esplorare. Se siete amanti del genere, sono sicura che vi appassionerete a questa saga e che, come me, attenderete con ansia il secondo volume!

domenica 28 ottobre 2012

Anteprima: Il colpevole

In libreria a novembre 2012

Titolo: Il colpevole
Autrice: Lisa Ballantyne
Editore: Giano
Pagine: 480
Prezzo: 13,90

Il romanzo rivelazione
conteso in asta dai maggiori gruppi editoriali del mondo
venduto in pochi giorni in 21 paesi
 
Descrizione:
Sebastian Croll ha undici anni, grandi occhi verdi, lineamenti delicati di bambino ed è accusato di aver brutalmente ucciso Ben Stocker, suo compagno di giochi, fracassandogli il cranio con un mattone. Il ragazzo è alla stazione di polizia di Islington quando viene raggiunto da Daniel Hunter, il legale che ha l’incarico di difenderlo e che ha alle spalle una vita intera dedicata a occuparsi di cause perse.
I modi educati, lo sguardo sperduto, l’aria compita, il bambino sembra tutto fuorché l’autore di un omicidio tanto atroce. E tuttavia gli indizi sono tanti, i testimoni anche e l’atteggiamento di Sebastian non aiuta a fugare i dubbi. Incalzato dalle domande della polizia, il bambino muta abilmente versione ogni qual volta viene messo di fronte a nuove evidenze. Con l’aria più innocente riesce a trarsi fuori dalle trappole tese dagli inquirenti durante il lungo interrogatorio. E la domanda rimane aperta: è l’assenza di malizia, propria solo dell’età dell’innocenza, che lo guida o la lucidità di un animo già corrotto, capace di mentire, rielaborare e manipolare senza rimorsi e sentimenti?
Daniel indaga sul caso e, più si addentra nella vita della famiglia Croll, più la facciata di quieta normalità si sgretola e l’esistenza di Sebastian si scopre segnata da violenze domestiche e paura. Il viaggio nelle pieghe dell’animo del bambino diventa presto anche il viaggio nel suo proprio passato, il passato di un uomo con un’infanzia segnata da abusi, solitudine e famiglie affidatarie, fino all’incontro con Minnie, la madre adottiva che per prima è riuscita a insegnargli la capacità di amare e di lasciarsi amare, dimostrandogli che è possibile cambiare le carte che la vita ti ha dato.
Daniel sente di dover salvare Sebastian, offrendogli la possibilità di quella redenzione che lui stesso ha avuto la fortuna di sperimentare. Prima di tutto però bisogna provare l’innocenza del bambino. Ma Sebastian è davvero innocente?
Thriller psicologico che non lascia scampo, La natura del male trascina il lettore nell’abisso profondo dellanimo umano, nella zona d’ombra del male che non risparmia nemmeno l’età dell’innocenza.
 
L'autrice:
 
Lisa Ballantyne ha 37 anni e lavora presso l’Università di Glasgow.
Il colpevole è il suo primo romanzo,opera-rivelazione contesa dai maggiori editori del mondo.

Hanno detto di questo libro:
 «È facile intuire per quale motivo questo libro abbia sollevato tanto scalpore alla scorsa edizione della Fiera del Libro di Francoforte».
John O’ Connel, The Guardian

«Un esordio avvincente».
Company (Top Pick)

«È una delle migliori opere prime che abbia mai letto».
Shari Low, The Daily Record

«Lisa Ballantyne ha scritto un primo romanzo che è allo stesso tempo toccante e ricco di suspense; dettagliato, ma dall'inquietante semplicità di una parabola».
Joyce Carol Oates

«Questa è una superlativa opera di finzione. Il vero crimine sarebbe stato commesso se il talento di Lisa Ballantyne non fosse mai stato scoperto».
Daily Record

«Provocatorio, audace e stimolante, questo libro è una lettura compulsiva che sconvolge».
Rosamund Lupton, bestselling author of Sister and Afterwards

«Roba avvincente».
More!

«È un romanzo che tratta in maniera autentica di persone reali, caratterizzate da imperfezioni altrettanto reali, in cui nulla può essere definito chiaramente, perché la vita funziona in maniera diversa. Il colpevole pone l’autrice saldamente nella lista degli autori da tenere d’occhio».
Irish Independent

«Un romanzo d'esordio che ha sicuramente la parola “bestseller” stampata sopra».
Crimesquad.co.uk

«Frenetico ed emozionante, ci siamo lanciati nella lettura  fino a notte fonda. Tenete i fazzoletti a portata di mano – sarete uno straccio arrivati alla fine».
Emerald Street

«Una storia che tiene inchiodati alla poltrona...assorbendo totalmente il lettore che desidera scoprire cosa accadrà».
Dulwich Book Reviews

 
Lisa Ballantyne
ha 37 anni e lavora presso l’Università di Glasgow.
Il colpevole è il suo primo romanzo,
opera-rivelazione contesa dai maggiori editori del mondo.

L’entusiasmo degli editori che lo hanno acquistato:

«Mi sono innamorata all’istante di questo viaggio psicologico dalla trama precisa. La scrittura formidabile e l’attenzione accurata per i personaggi e le loro relazioni rendono questo libro davvero speciale».
Amanda Bergeron
editor William Morrow, USA


«Che voce potente! Sono ancora senza fiato!»
Vitor Gonçalves
editor Porto Editora, Portogallo


«Lisa Ballantyne mantiene l’ambiguità dei personaggi fino alla fine. Il dubbio ha un effetto interessante sul lettore, le cui convinzioni possono essere infrante in ogni momento».
Pablo Álvarez
editor Suma de Letras, Spagna

«Quando Sorella di Rosamund Lupton raggiunse mezzo milione di copie vendute in Inghilterra, mi sentii orgogliosa di aver partecipato alla creazione di un tale fenomeno editoriale. Sentivo anche la pressione di dover trovare un’altra voce con un simile potenziale. Dopo la lettura de Il colpevole di Lisa Ballantyne seppi di averla trovata».
Emma Beswetherick
direttore editoriale Piatkus, UK

«Siamo tutti innamorati di questo incredibile debutto che riesce a combinare la qualità di un thriller avvincente con una narrazione veloce e con un’emotività cruda. Spaventoso e disturbante, una storia oscura che mi ricorda Lionel Shriver e il suo E ora parliamo di Kevin».Françoise Triffaux
editore Belfond, Francia
 

venerdì 26 ottobre 2012

Vision Thing: Intervista a Daniele Serra



Daniele Serra classe 1977, illustratore professionista, i suoi lavori sono stati pubblicati in Europa, Australia e Stati Uniti, è stato protagonista  di diverse mostre negli Stati Uniti e in Europa. Ha realizzato illustrazioni per opere di autori come Bruce BostonBrian StablefordRain Graves,Tim Waggoner, Graham Masterton, Mary Sangiovanni, Steven Savile, Tim Curran, Greg F. Gifune, Tom Piccirilli, Ronald Malfi, Lee Thompson, J.F. Gonzalez, Allyson Bird.
Collabora con DC Comics, Image Comics, Cemetery Dance, Weird Tales Magazine, PS Publishing, Dark Region Press, Delirium Books, Creation Oneiros e altre pubblicazioni.
Nel 2009 e 2010 è stato nominato per il British Fantasy Award. Nel 2012 ha vinto Il British Fantasy Award come Best Artist.


Benvenuto in Vision Thing, è un vero onore per noi averti qui! Come di consueto, apriamo le danze con una domanda di rito: chi è Daniele Serra?
Sono un illustratore paranoico che passa il tempo a disegnare, coccolare i suoi gatti, leggere, suonare e guardare film. Ancora non ho capito bene chi sono in verità, probabilmente un essere umano…ma è tutto da dimostrare.

Quando e come è nata la tua passione per l’arte? C’è un momento della tua vita o una particolare esperienza a cui puoi ricondurre la decisione di diventare un illustratore?
La passione è nata fin da piccolo, quando costringevo mio padre a disegnare prima di andare all’asilo, rimanevo incantato dalla matita che passava sul foglio e costruiva immagini.
Il voler lavorare come illustratore è un’aspirazione che ho sempre avuto per tutta la mia vita, poi sai, per un motivo o per l’altro a volte la vita riserva strade diverse…fino a quattro anni fa, quando mi sono licenziato da grafico pubblicitario e ho deciso di intraprendere seriamente questa professione.
Probabilmente il punto di svolta è stato quando ho fatto il mio primo fumetto per la DC Comics, lì probabilmente ho capito che forse c’era qualche speranza.

Come nascono le tue opere? Da cosa trai ispirazione?
Essendo una professione la maggior parte delle opere nascono da richieste di clienti, in genere ho un input esterno su cui lavorare, nonostante i paletti e i concept specifici che mi vengono assegnati penso di avere comunque un approccio molto istintivo, non ragiono troppo su quello che faccio ma mi lascio trasportare. Quando lavoro sono mosso da un grande nervosismo di fondo, non vedo l’ora di vedere quello che uscirà fuori, forse è per questo che i miei lavori non brillano di precisione e dettagli! J. Tecnicamente in genere preparo qualche sketches molto veloce su cui poi lavoro. Sono ispirato da tutto, i tributi consci e inconsci si sprecano nel miei lavori, ma d’altronde penso sia normale, siamo quello che vediamo, leggiamo, sentiamo. Ad ogni modo traggo molta ispirazione dalla letteratura fantastica e naturalmente dall’arte. 

In un bellissimo articolo riproposto di recente su Mezzotints, Alessandro Manzetti scrive: “Per comprendere appieno le opere di Daniele Serra è necessario guardare alla sua isola, la Sardegna, immaginarla, perché c’è molto di quella terra”.
Ti va di commentare?
È indubbio che mi senta molto legato alla mia terra, alla sua gente, ai suoi profili. Al momento non mi sposterei da quest’isola per tutto l’oro del mondo, penso sia a misura d’uomo, non riuscirei a vivere in una metropoli. Ho bisogno di tranquillità e ho la fortuna che con l’avvento di internet si possa lavorare in qualunque parte del mondo da qualunque parte del mondo. Naturalmente c’è un rovescio della medaglia: poca possibilità di confrontarsi per via dell’isolamento. 

Quali tecniche prediligi per la realizzazione dei tuoi lavori?
In genere utilizzo la pittura ad olio, l’acquerello e per i fumetti la china. Ho iniziato sperimentando molto con il computer, ora invece lo utilizzo solo per i ritocchi; mi piace sempre di più fare tutto a mano, mi piace sbagliare, macchiare il foglio, farci passare i miei gatti sopra. Mi piace quello “sporco naturale” che non sono mai riuscito ad ottenere col computer.

Dalla tua produzione artistica emerge una predilezione per l’horror, per le atmosfere dark e gotiche. A cosa si deve la tua passione per questo genere? 
Mi piace molto il romanticismo decadente, non so di preciso da dove nasca questa passione e forse non è neanche una vera e propria passione, forse più un tipo di sensibilità, di attrattiva verso un certo tipo di estetica, di cultura. Non penso ci sia stato un fattore scatenante, forse una serie di fattori concatenati dell’infanzia… ricordo mia cugina più grande che mi raccontava i film horror che aveva visto, ricordo la mia maestra che ci leggeva il Faust, ricordo l’attrattiva che avevo verso il medioevo. Perciò ho iniziato a disegnare e verso i 13/14 anni facevo già alcuni disegni oscuri, un po’ cimiteriali molto influenzati anche dal periodo d’oro che si viveva in Italia con Dylan Dog e altre riviste splatter/horror. Andando avanti lo splatter ha avuto sempre meno spazio nei miei lavori ed è cresciuta sempre di più una matrice che io dico sempre essere romantica.

Hai avuto occasione di realizzare cover e illustrazioni per libri di molti autori di genere. C’è tra tutte un’opera con cui hai instaurato un particolare feeling o che ti ha ispirato più delle altre?
Con tutte le opere che ho realizzato ho un rapporto di amore-odio, tutte rappresentano un passo verso qualcosa che sto ancora cercando, delle piccole tappe da conservare e usare come punti di partenza; ma allo stesso tempo non sono mai soddisfatto di quello che faccio, spero sempre che il lavoro prossimo sia quello giusto!

Ci sono dei pittori, fumettisti, illustratori ai quali ti ispiri o che semplicemente hanno segnato in modo significativo la tua carriera artistica? 
Tantissimi: da Nicola Mari ad Ashley Wood, da Kent Williams a George Pratt, l’espressionismo tedesco, Schiele, Turner, potrei continuare all’infinito…
La primissima svolta comunque è stato Mike Mignola per i fumetti, Giger per le illustrazioni e Goya per la pittura.

La tua esperienza professionale è costellata di numerose collaborazioni con editori esteri, soprattutto statunitensi. Come sono nate queste collaborazioni e cosa ti ha spinto oltre i confini nazionali?
Ho passato il primo periodo spedendo il portfolio in tutto il mondo, una volta che sono entrati i primi lavori tutto è stato più facile, infatti una volta messo un piede dentro tutto funziona in maniera più fluida e i lavori arrivano spesso anche da soli. Sicuramente bisogna farsi sempre parecchia pubblicità e avere una buona visibilità, stare sempre alla ricerca di editors e di contatti che possano fruttare collaborazioni e contratti. Al momento sono alla ricerca di un agente che mi permetta di concentrarmi maggiormente sull’aspetto artistico del lavoro, lasciando a lui il lavoro di management.

Hai ottenuto importanti riconoscimenti nel corso della tua carriera, ultimo in ordine cronologico il recentissimo British Fantasy Award 2012 come “best artist”. Cosa significa per te questo premio e quali emozioni hai provato nel vincerlo?
È stata una bellissima e profonda emozione, è un momento che segna un punto nella mia carriera: una piccola meta, ma soprattutto un punto di partenza per cercare di fare sempre meglio. Adesso devo meritarmi questo premio. Il fatto che il premio sia dato dalla British Fantasy Society è una grande soddisfazione perché è deciso da editori, scrittori e in generale professionisti del settore, cosa che mi fa ben sperare per il futuro e che spero mi dia più sicurezza nei miei mezzi. Ad ogni modo, ripeto, lo vedo sicuramente come un punto di partenza, la strada è molto lunga, se avrà una fine…

Che consigli daresti a un aspirante illustratore?
Cercare di non innamorarsi dei propri lavori, credere nelle proprie possibilità ma avere sempre uno sguardo critico. Penso che il talento non sia tutto. Bisogna lavorare molto, stare sul tavolo da disegno, accettare critiche, consigli e in generale il confronto. Ho visto tantissime persone con un talento innato ma a cui mancava la passione di fondo o comunque la tenacia per lavorare in questo settore. Spesso gli editori preferiscono un lavoro consegnato nei tempi prestabiliti che un capolavoro intramontabile. Lavorare come illustratore significa dover affrontare rifiuti, cambiamenti nelle illustrazioni, e spesso si è costretti a disegnare cose che magari non interessano.
Alla fine si tratta di un lavoro da artigiano.

Sogni nel cassetto e progetti per il prossimo futuro?
Due sogni: illustrare “I racconti notturni” di ETA Hoffmann e collaborare con Lansdale.
Progetti per il futuro: una trasposizione a fumetti del Faust di Marlowe.

E per saperne di più...

 

giovedì 25 ottobre 2012

Recensione: Drona. La città ideale

Titolo: Drona – La città ideale
Autrice: Serena Fiandro
Editore: Edizioni della Sera
Collana: Fantasy – Spade d’inchiostro
ISBN: 978-88-97139-15-7
Prezzo: 14 euro

Descrizione:
Drona. La città ideale.
Drona è una città perfetta. La notte e l'inverno non possono mai cadere su di essa, avvolta perennemente dalla luce del sole e da una primavera senza fine. In essa non esistono malattia e dolore, il pensiero della morte non sfiora la mente dei suoi abitanti, ognuno copia perfetta di tutti gli altri.
Il sogno di re Daar è perfettamente realizzato.
Ma questo sogno ha avuto un prezzo di sangue. Dove sono finiti tutti i peccati e tutto il dolore estirpati dalla Città d'Oro?
Daar ha un segreto, un segreto per il quale è disposto anche ad uccidere. Per proteggere il quale è disposto a risvegliare la sua antica nemica, la Dama, la cui anima è così potente da non potere essere distrutta, ma solo imprigionata nella superficie opaca di uno Specchio magico.
Ma cosa ne sarà degli abitanti di Drona, quando la seconda città, la Città d'Argento, verrà distrutta?

L'autrice:
Serena Fiandro nasce e si forma tra Reggio Emilia e Verona, dove consegue la laurea in filosofia del rinascimento. Appassionata del medioevo più eretico e nascosto, di alchimia, medicina popolare e antiche leggende, vive attualmente a Milano, nell'irrequieta ricerca di nuove forme di espressione artistica attraverso il teatro, la musica antica, la pittura e la scrittura, per ricreare mediante l'arte simboli e strutture smarriti nello spazio e nel tempo. 

La recenssione di Miriam:
Una città perfetta estranea all’orrore della guerra e che non conosce miseria, nella quale tutti vivono in armonia e sono felici. Un città fatta d’oro e perennemente inondata dalla luce affinché nessuno possa temere il buio della notte. Tutto questo è Drona, quasi un paradiso in terra reso possibile dal potente re Daar e dalla Dama che gli ha concesso i suoi immensi poteri perché un simile sogno si realizzasse.
Ma è davvero tutto oro quello che luccica?
Accostandoci in punta di piedi a questo paese delle meraviglie iniziamo a scorgere una strana nebbia che avanza minacciando di fagocitare in un malevolo abbraccio la sua aurea perfezione. Pian piano apprendiamo una storia che ha il sapore delle leggende cantate dagli antichi bardi  e a ogni strofa percepiamo uno strappo nel velo di Maya. Inizialmente non è che la favola di un re buono, del suo regno in pericolo e di uno specchio magico posseduto da una terribile creatura che, se recuperato, può annientare la maledizione in corso. E, come in tutte le fiabe che si rispettino esiste un prescelto, un umile ciabattino di nome Odar, a cui è affidato il difficile compito.
Poi comincia il viaggio. Per la prima volta nella sua vita, il giovane abitante di Drona varca le porte della città e si avventura nel mondo fuori. È a questo punto che l’intreccio quasi da manuale comincia a trasformarsi in un ordito ricco di sfumature. Il confine tra utopia e distopia si sfalda e il romanzo assume i contorni di un fantasy fitto di simbolismi.
Crollano le certezze e il dubbio si fa strada in noi, come nel protagonista. Dubbio che niente sia come sembra, che il nemico sia colui che detiene la piena fiducia, che la felicità non possa essere rinchiusa in una gabbia, sebbene dorata.
Mentre Odar apprende dall’Ondina che possiede lo specchio, una verità alternativa sul suo mondo e sulle sue origini, in città qualcuno comincia a scorgere delle crepe nell’idillio costruito da re Daar. Alisia, un’alchimista che ha messo la sua esperienza al servizio del regno, matura il sospetto che la perfezione di Drona sia tutto un inganno, che  i suoi abitanti siano semplici pedine nelle mani di un folle e scopre di non essere la sola a cullare simili pensieri.
Perché gli abitanti di Drona sono costretti a bere quotidianamente uno strano elisir? Quali sono i suoi reali effetti? Perché uomini e donne devono vivere in ali separate della città? Perché è vietata qualsiasi forma di contatto fisico tra gli esseri umani? Perché tutti devono svolgere i loro compiti senza mai sollevare obiezioni o fare domande? 
Vivendo così si può realmente essere felici o piuttosto gli abitanti di Drona si sentono tali perché qualcuno ha ordinato che sia così?
È davvero privo di sogni il sonno dei giusti o la perdita della capacità di sognare è un pericoloso sintomo della perdita di umanità?
In attesa che lo specchio magico sia restituito al sovrano, si organizza così un gruppo di ribelli determinato a scoprire tutta la verità.
Con una prosa evocativa e una mirabile capacità descrittiva, Serena Fiandro  tesse un romanzo appassionato e appassionante, in cui alchimia, avventura, mitologia, magia trovano ampio respiro. Man mano che il velo ingannevole si squarcia, la sua città ideale evoca sempre più l’indimenticabile Città di Smeraldo di Frank Baum la cui apparente magnificenza non è che un’illusione ottica. Oltrepassata la soglia del disincanto, i protagonisti dovranno riscrivere la loro storia − che poi è metafora della storia dell’intera umanità − a partire dalla riconquista di una semplice consapevolezza: la perfezione non può essere raggiunta attraverso la negazione del male ma va ricercata nell’equilibrio tra gli opposti. Non può esserci luce senza buio né autentica libertà senza conoscenza.
Un brillantissimo esordio che arricchisce di  una nuova stella il firmamento fantasy italiano.



 



Anteprima: Eterna

In libreria dal 15 novembre 2012

Titolo: ETERNA
Autrice: Victoria Álvarez
Traduzione di Laura Miccoli
Editore: Fanucci
Collana: Tif Extra
Pagine: 512
Prezzo: 16,90 euro


“Victoria Alvarez racconta la storia indimenticabile di una medium nella Londra dell’Ottocento, fondendo con estrema abilità romanticismo e suspense.” La Vanguardia

Una serie di omicidi irrisolti. Un dono in grado di sconvolgere gli equilibri dell’aristocrazia londinese. Sei gocce di un liquido rosso come il sangue, eterno come il bacio del vero amore.


Descrizione:
Londra, 1888.
Annabel Lovelace è cresciuta nel cimitero di Highgate, e non conosce nulla al di fuori delle sue alte mura. Abbandonata a soli quattro anni dalla madre, ha come unico affetto la cara zia Heather. Senza di lei non potrebbe affrontare il terribile zio Tom, custode del cimitero.  A sei anni, dopo aver sofferto di cuore sin dal primo anno di vita, il medico di famiglia le prescrive una medicina che dovrà accompagnarla per sempre... Sei gocce di digitale purpurea per mantenerla in vita, sei gocce rosse come il sangue che la strapperanno alla morte. Insieme alle preziose gocce, arriverà per Annabel una sorpresa sconvolgente, che marcherà la sua esistenza fino alla fine dei suoi giorni.  È in grado di comunicare con l’aldilà, di dare voce a coloro che l’hanno persa per sempre. Dieci anni dopo, Annabel è divenuta la medium più affermata del Paese, attirando l’interesse e le invidie dell’aristocrazia londinese. Se da un lato i suoi poteri verranno utilizzati da Scotland Yard per risolvere i casi più intricati, dall’altro la porteranno ad avvicinarsi a una presenza oscura e intrigante, alla quale non potrà fare a meno di legarsi...
E per rimanergli accanto, sfiderà il tempo e lo spazio, fino a varcare la soglia stessa della vita.  Un romanzo che parla di amore eterno e di intrighi, con una dose di suspense che avvolge il lettore in una spirale travolgente. Pagina dopo pagina l’autrice ci immerge in un’atmosfera ricca di rimandi alla Londra dell’800, dal sapore dickensiano, con una maestria propria dei grandi del genere.


L'autrice:
 
Victoria Álvarez è cresciuta circondata dai libri. Sin da piccola ha avuto una spiccata propensione per la scrittura. Ha vinto una lunga serie di concorsi letterari che l’hanno portata alla pubblicazione del suo primo romanzo. La meticolosa ricostruzione storica, l’ambientazione curata nel dettaglio, un cast di personaggi indimenticabile, il tutto accompagnato da una penna dall’indubbio valore letterario, l’hanno imposta come una delle voci più interessanti del panorama attuale. Eterna è un vero fenomeno internazionale, in corso di pubblicazione in diversi paesi stranieri. Negli ultimi anni l’autrice ha vissuto tra Parigi, Roma e Salamanca, dove sta attualmente portando a termine un dottorato in letteratura.



mercoledì 24 ottobre 2012

Fanucci Editore al Lucca Comics and Games 2012



PER LA PRIMA VOLTA!!





FANUCCI EDITORE A LUCCA COMICS AND GAMES 2012
Fanucci sbarca per la prima volta a Lucca per l’edizione 2012 del Lucca Comics&Games, il Festival Internazionale del Fumetto, del Cinema d’animazione, dell’Illustrazione e del Gioco che si tiene a Lucca dal 1 al 4 novembre.
In un grande stand dedicato potrete trovare il meglio dell’attuale catalogo fantasy e fantascienza targato Fanucci.
Il ricco programma di incontri vedrà alternarsi autori Fanucci ad eventi di approfondimento sui grandi scrittori della letteratura sci-fi, e quindi insieme a Silvana De Mari, Mark Menozzi, Teo Benedetti, Lena Valenti e Victoria Álvarez  che vi aspettano per parlare dei loro nuovi libri e firmare le vostre copie, potrete approfondire l’opera dickiana, a trent’anni dalla morte dell’autore che ha rivoluzionato il modo di raccontare il fantastico, insieme all’editore Sergio Fanucci e ad alcuni dei maggiori esperti di Philip K. Dick.
Un’esperienza da condividere tutti insieme… gli amanti del genere fantastico insieme al principale editore di riferimento in Italia.

Inoltre in edizione speciale per Lucca Comics&Games 2012 alcuni titoli della Collezione Fantasy ormai introvabili saranno disponibili in 100 copie esclusive: L’occhio del mondo di Robert Jordan, il primo emozionante volume del ciclo La Ruota del Tempo;  i 4 volumi de La Saga di Elric di Melniboné di Michael Moorcock; La terra morente, Le avventure di Cugel l'astuto, La saga di Cugel, Rhialto il meraviglioso ovvero tutti i titoli del ciclo La terra morente di Jack Vance. Se volete essere sicuri di trovare la vostra copia a Lucca potete prenotarla inviando una e-mail all’indirizzo info.ordini@fanucci.it con l’oggetto PRENOTAZIONE SPECIALE L&G 2012, indicando il vostro nome e il titolo richiesto nel testo del messaggio.
NON MANCATE!
FANUCCI VI ASPETTA ALLO STAND A701 nel PADIGLIONE CARDUCCI dal 1 al 4 novembre dalle 9:00 alle 19:00


Gli eventi in dettaglio:
Philip K. Dick: pensieri liberi di Sergio Fanucci - incontro giovedì 1 novembre h. 13:30 @Sala Giovanni Ingellis – La produzione letteraria di Philip K. Dick, il tormentato e geniale padre della fantascienza postmoderna, ripercorsa dall’editore che detiene i diritti italiani di tutta la sua produzione. Un ritratto penetrante e appassionato di Dick e della sua opera (da Ubik a Cronache del dopobomba, da Blade Runner alle numerose raccolte di racconti): un nuovo modo di guardare all’opera dickiana per i suoi numerosi estimatori e un incontro introduttivo per i lettori che devono ancora scoprirlo. In occasione dei 30 anni dalla morte di Philip K. Dick (2 marzo 1982), Fanucci ha portato in libreria i suoi trenta migliori romanzi di fantascienza in edizione tascabile, ha pubblicato l’inedito Lo stravagante mondo di Mr. Fergesson e una nuova edizione del romanzo Vulcano 3, curata da Carlo Pagetti e con la traduzione da Tommaso Pincio.
Lena Valenti IL LIBRO DI JADE presentazione giovedì 1 novembre h. 16:45 @Sala Giovanni Ingellis – 17:30 sessione autografi presso il nostro stand - Per la prima volta in Italia, l’autrice della saga romance-fantasy più famosa di Spagna ci presenta un mondo fatto di magia e rituali sacri, di legami scritti nel destino e di una sensualità che va oltre ogni umana immaginazione. Lasciarsi andare non è mai stato così facile...

Teo BenedettiLA SCIABOLA DEL BUCANIERE - presentazione sabato 3 novembre h. 10 modera Pierdomenico Baccalario @Sala Giovanni Ingellis – h. 11 sessione autografi presso il nostro stand - Preparatevi a una lotta sul filo di lame arrugginite, scimmie impazzite, cocomeri rotolanti e, ovviamente, improvvisazione, tantissima improvvisazione.
Il giovane apprendista pirata Tomatito torna con una nuova avventura che metterà alla prova il suo coraggio e il suo spirito ribelle!

Mark Menozzi IL VASCELLO FANTASMApresentazione sabato 3 novembre h. 10  modera Pierdomenico Baccalario @Sala Giovanni Ingellis – h. 11 sessione autografi presso il nostro stand - Solo affrontando pericoli e insidie e sperimentando i poteri magici del suo anello, Tyle potrà sconfiggere le proprie paure e dimostrare a Kendrist, il suo eroe, di non essere più solo un ragazzo.

Silvana De Mari - LA PROFEZIA DEL MONDO DEGLI UOMINI – L’EPILOGO - presentazione sabato 3 novembre h. 14:15 @Sala Giovanni Ingellis  – 15:30 sessione autografi presso il nostro stand  - La Profezia fatta affinché il mondo sia di nuovo salvato deve avverarsi e si avvererà grazie agli eroi più inverosimili: il soldato addetto alle latrine, un donna di costumi discutibili, un truffatore che si spaccia per negromante, un bambino piagnucoloso. Le vie sono infinite e imprevedibili, e alla fine la spirale farà il suo ultimo giro così che alla fine tutto avrà avuto un senso. Tutto avrà avuto una spiegazione.

Victoria ÁlvarezETERNA presentazione sabato 3 novembre h. 14:45 – 15:30 @Sala Giovanni Ingellis  sessione autografi presso il nostro stand - Una serie di omicidi irrisolti. Un dono in grado di sconvolgere gli equilibri dell’aristocrazia londinese. Sei gocce di un liquido rosso come il sangue, eterno come il bacio del vero amore. 

martedì 23 ottobre 2012

Recensione: Blue Diablo

Titolo: Blue Diablo
 La serie di Corinne Solomon 1
Autrice: Ann Aguirre
Editore: Delos Books
Collana: Odissea paranormal
Pagine: 264
Prezzo: 14,90 
Descrizione:  
Diciotto mesi fa, Corinne Salomon ha attraversato il confine ed è andata a finire a Città del Messico, fuggendo dal suo passato, dal suo amante, e dal suo “dono”. Corinne, una handler, può toccare un oggetto qualsiasi e conoscere la sua storia – e, qualche volta, il suo futuro. Usando la propria abilità, può ritrovare persone scomparse – ed ecco perché la gente la cerca senza sosta. Gente come il suo ex, Chance.
Chance, che è stato condotto fino alla soglia di casa di Corinne dalla sua straordinaria fortuna, ha bisogno del suo aiuto. Una persona che è cara a entrambi è sparita a Laredo, in Texas, e l’unica speranza di trovarla è tramite il dono di Corinne.
Ma la loro ricerca può dimostrarsi pericolosa, perché le tracce li conducono in un mondo strano e oscuro.

L'autrice: 
Ann Aguirre, come autrice è annoverata nella lista dei National Bestselling Author per la fama acquisita dai suoi libri. È nata negli Usa ma attualmente risiede in Messico con marito figlio e la solita corte di gatti e cani, come molte sue colleghe. Ha una laurea in letteratura inglese e prima di lavorare a tempo pieno come scrittrice, ha svolto diverse occupazioni tra cui il clown, l’impiegata e la doppiatrice.
È specializzata in urbans fantasy, fantascienza, storie poliziesche e paranormali. Grande successo hanno ottenuto le avventure della sensitiva Corinne Salomon iniziate con Blue Diablo e seguite da altri tre romanzi che saranno pubblicati in Italia dalla Delos Books. 

La recensione di Miriam:

Primo capitolo di una serie che in America ha già ottenuto un grande successo, Blue Diablo ha attirato subito la mia attenzione. L’idea di un UF che ha per protagonista una handler sembrava promettere qualcosa di innovativo, lontano dal solito cliché dei vampiri e dei licantropi.
Da questo punto di vista, le mie aspettative non sono state deluse. In effetti, il romanzo di Ann Aguirre reca una ventata di novità e ci introduce in una realtà parallela insolita quanto intrigante.
Entrando in un negozietto di pegni a Los Remedios, incontriamo una ragazza in abiti etnici e una fluente chioma che con una certa frequenza cambia colore. Lei è Corine Solomon. Gli abitanti del luogo la chiamano l’americana loca, in realtà a renderla stramba è una facoltà che ha ereditato da sua madre e che la perseguita da quando era bambina. Toccando determinati oggetti, Corine riesce a leggere la loro storia, ad acquisire informazioni sul passato e, a volte, anche sul futuro di chi li ha posseduti. Si tratta di un’abilità che, all’occorrenza, può rivelarsi molto utile perché può aiutare a ritrovare persone scomparse. Per diversi anni la giovane sensitiva, spinta dal suo ex ragazzo Chance che ha un fiuto spiccato per gli affari, ha accettato di esercitare il suo dono a scopo di lucro. A un certo punto però il gioco è diventato pericoloso e Corine ha deciso di chiudere con il passato. Ha lasciato il ragazzo e la sua vecchia casa ed è fuggita in Messico per ricominciare lì una nuova vita.
Tutto procede per il meglio fino a che Chace non torna a bussare alla sua porta. La madre,Yi Min- chin, è misteriosamente scomparsa a Laredo, la polizia brancola nel buio e Corine è l’unica persona che possa aiutarlo a ritrovarla.
Suo malgrado, la ragazza non riuscirà a rifiutare il suo aiuto all’uomo che ha amato e che, sebbene non voglia ammetterlo, ancora ama. Si imbarcherà così in un’avventura che risveglierà i fantasmi del passato e la spingerà alla scoperta di una realtà nascosta proprio nelle pieghe di quel territorio in cui ha scelto di rifugiarsi.
Il Messico, infatti, è un luogo in cui magia e superstizioni sono tutt’altro che sopite. Non è difficile imbattersi in una curandera e neanche finire nel mirino di chi pratica riti occulti o si dedica alla negromanzia. È su questo terreno oscuro e misterioso che dovrà svolgersi la ricerca di Yi Min-chin.
Se amate le storie ai confini con la realtà, l’universo creato dalla Aguirre non potrà che ammaliarvi.
Scorrendo le pagine di Blu Diablo, avrete occasione di fare una sana scorpacciata di fenomeni paranormali, destreggiandovi tra sedute spiritiche, facoltà extrasensoriali e riti demoniaci. Allo stesso modo, potrete imbattervi in una ricca carrellata di personaggi stravaganti perché Corine non è la sola attrice della storia a possedere un dono fuori dal comune. Nel corso delle indagini incontrerà molti altri personaggi, ciascuno con la sua “stranezza” da esibire − vi basti pensare a un poliziotto empate, a un consulente esoterico in grado di compiere viaggi astrali, a un sociopatico guidato dalla mano di Dio, giusto per darvi un’idea.
Le ottime premesse e i punti di forza fin qui evidenziati tuttavia si affiancano ad altrettanti punti di debolezza che non mi hanno permesso di apprezzare il romanzo fino in fondo.
Lo stile molto descrittivo, risulta piatto  e poco coinvolgente. Tutto viene reso con dovizia di particolari e grande attenzione per il dettaglio − di ogni abito indossato, macchina guidata o cibo mangiato ci viene indicata anche la marca − eppure tutto appare distante, difficile da visualizzare a dispetto delle numerose informazioni. I fatti e le emozioni vengono raccontati ma mai davvero mostrati e ciò, almeno dal mio punto di vista,  è di ostacolo al coinvolgimento emotivo. L’autrice insiste parecchio sul rapporto conflittuale tra Corine e Chance ma lo fa ribadendo in maniera quasi ossessiva che la ragazza ne è ancora innamorata, è tentata dalla sua presenza mentre la sua parte razionale le consiglia di tenersene alla larga. Inizialmente ciò ci aiuta a comprendere la natura della loro relazione, ma a lungo andare il ricorrere  della stessa precisazione risulta monotono e appesantisce la lettura.
Ho percepito, inoltre, un certo abuso nel ricorso a inspiegabili coincidenze e a colpi di fortuna per la risoluzione dei nodi problematici. Ogni qualvolta le indagini giungono a un punto di stallo o insorge un ostacolo difficile da sormontare, accade qualcosa di imprevisto che scioglie l’inghippo con estrema facilità. Muore una testimone preziosa? Subito salta fuori chi possiede doti medianiche e può carpire informazioni anche dai morti. Mancano gli indizi per raggiungere un determinato luogo, cruciale per la scoperta della verità? Ecco che compare un cane in grado di comunicare con gli umani e di guidare i protagonisti. Sembra sempre che le persone, o le cose, giuste si rovino nel luogo e al momento giusto. Non fa eccezione il poliziotto ufficialmente incaricato delle indagini che, caso fortuito, non un è agente qualsiasi ma un sensitivo come Corine.
Se da un lato, tutto ciò, può avere un senso nella logica generale del romanzo, dall’altro priva un po’ di credibilità e mordente il racconto.
Nel complesso la lettura è godibile ma suscita anche molte perplessità. Pregi e difetti sembrano reggersi in equilibrio suscitando sentimenti contrastanti, bisognerà attendere i prossimi capitoli per capire da che parte penda davvero l’ago della bilancia.