giovedì 25 ottobre 2012

Recensione: Drona. La città ideale

Titolo: Drona – La città ideale
Autrice: Serena Fiandro
Editore: Edizioni della Sera
Collana: Fantasy – Spade d’inchiostro
ISBN: 978-88-97139-15-7
Prezzo: 14 euro

Descrizione:
Drona. La città ideale.
Drona è una città perfetta. La notte e l'inverno non possono mai cadere su di essa, avvolta perennemente dalla luce del sole e da una primavera senza fine. In essa non esistono malattia e dolore, il pensiero della morte non sfiora la mente dei suoi abitanti, ognuno copia perfetta di tutti gli altri.
Il sogno di re Daar è perfettamente realizzato.
Ma questo sogno ha avuto un prezzo di sangue. Dove sono finiti tutti i peccati e tutto il dolore estirpati dalla Città d'Oro?
Daar ha un segreto, un segreto per il quale è disposto anche ad uccidere. Per proteggere il quale è disposto a risvegliare la sua antica nemica, la Dama, la cui anima è così potente da non potere essere distrutta, ma solo imprigionata nella superficie opaca di uno Specchio magico.
Ma cosa ne sarà degli abitanti di Drona, quando la seconda città, la Città d'Argento, verrà distrutta?

L'autrice:
Serena Fiandro nasce e si forma tra Reggio Emilia e Verona, dove consegue la laurea in filosofia del rinascimento. Appassionata del medioevo più eretico e nascosto, di alchimia, medicina popolare e antiche leggende, vive attualmente a Milano, nell'irrequieta ricerca di nuove forme di espressione artistica attraverso il teatro, la musica antica, la pittura e la scrittura, per ricreare mediante l'arte simboli e strutture smarriti nello spazio e nel tempo. 

La recenssione di Miriam:
Una città perfetta estranea all’orrore della guerra e che non conosce miseria, nella quale tutti vivono in armonia e sono felici. Un città fatta d’oro e perennemente inondata dalla luce affinché nessuno possa temere il buio della notte. Tutto questo è Drona, quasi un paradiso in terra reso possibile dal potente re Daar e dalla Dama che gli ha concesso i suoi immensi poteri perché un simile sogno si realizzasse.
Ma è davvero tutto oro quello che luccica?
Accostandoci in punta di piedi a questo paese delle meraviglie iniziamo a scorgere una strana nebbia che avanza minacciando di fagocitare in un malevolo abbraccio la sua aurea perfezione. Pian piano apprendiamo una storia che ha il sapore delle leggende cantate dagli antichi bardi  e a ogni strofa percepiamo uno strappo nel velo di Maya. Inizialmente non è che la favola di un re buono, del suo regno in pericolo e di uno specchio magico posseduto da una terribile creatura che, se recuperato, può annientare la maledizione in corso. E, come in tutte le fiabe che si rispettino esiste un prescelto, un umile ciabattino di nome Odar, a cui è affidato il difficile compito.
Poi comincia il viaggio. Per la prima volta nella sua vita, il giovane abitante di Drona varca le porte della città e si avventura nel mondo fuori. È a questo punto che l’intreccio quasi da manuale comincia a trasformarsi in un ordito ricco di sfumature. Il confine tra utopia e distopia si sfalda e il romanzo assume i contorni di un fantasy fitto di simbolismi.
Crollano le certezze e il dubbio si fa strada in noi, come nel protagonista. Dubbio che niente sia come sembra, che il nemico sia colui che detiene la piena fiducia, che la felicità non possa essere rinchiusa in una gabbia, sebbene dorata.
Mentre Odar apprende dall’Ondina che possiede lo specchio, una verità alternativa sul suo mondo e sulle sue origini, in città qualcuno comincia a scorgere delle crepe nell’idillio costruito da re Daar. Alisia, un’alchimista che ha messo la sua esperienza al servizio del regno, matura il sospetto che la perfezione di Drona sia tutto un inganno, che  i suoi abitanti siano semplici pedine nelle mani di un folle e scopre di non essere la sola a cullare simili pensieri.
Perché gli abitanti di Drona sono costretti a bere quotidianamente uno strano elisir? Quali sono i suoi reali effetti? Perché uomini e donne devono vivere in ali separate della città? Perché è vietata qualsiasi forma di contatto fisico tra gli esseri umani? Perché tutti devono svolgere i loro compiti senza mai sollevare obiezioni o fare domande? 
Vivendo così si può realmente essere felici o piuttosto gli abitanti di Drona si sentono tali perché qualcuno ha ordinato che sia così?
È davvero privo di sogni il sonno dei giusti o la perdita della capacità di sognare è un pericoloso sintomo della perdita di umanità?
In attesa che lo specchio magico sia restituito al sovrano, si organizza così un gruppo di ribelli determinato a scoprire tutta la verità.
Con una prosa evocativa e una mirabile capacità descrittiva, Serena Fiandro  tesse un romanzo appassionato e appassionante, in cui alchimia, avventura, mitologia, magia trovano ampio respiro. Man mano che il velo ingannevole si squarcia, la sua città ideale evoca sempre più l’indimenticabile Città di Smeraldo di Frank Baum la cui apparente magnificenza non è che un’illusione ottica. Oltrepassata la soglia del disincanto, i protagonisti dovranno riscrivere la loro storia − che poi è metafora della storia dell’intera umanità − a partire dalla riconquista di una semplice consapevolezza: la perfezione non può essere raggiunta attraverso la negazione del male ma va ricercata nell’equilibrio tra gli opposti. Non può esserci luce senza buio né autentica libertà senza conoscenza.
Un brillantissimo esordio che arricchisce di  una nuova stella il firmamento fantasy italiano.



 



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