martedì 17 luglio 2018

Recensione: L'unico ricordo di Flora Banks

Titolo: L'unico ricordo di Flora Banks
Autrice: Emily Barr
Editore: Salani
Pagine: 304
Prezzo: 15,90

Descrizione:
Tutti ricordano per sempre il primo bacio. Flora non ricorda nient’altro.
Flora Banks, diciassette anni, non ha la memoria a breve termine. I suoi ricordi si sono fermati a quando aveva dieci anni: da allora, dopo che una malattia le ha colpito il cervello, deve continuamente fissare i momenti che vive, scrivendoli su un quaderno, su post-it, oppure direttamente sulle mani e sulle braccia. Quello che sa di sé è che mamma e papà le vogliono bene, così come Jacob, il suo adorato fratello maggiore, e che Paige è la sua migliore amica, quella che si prende cura di lei nel difficile mondo esterno. Ma una sera, durante una festa, Drake, il ragazzo di Paige, la bacia sulla spiaggia e stranamente questo ricordo non svanisce come gli altri. Flora ricorda il bacio, ricorda le parole di Drake, ricorda ogni singolo istante di quell’episodio. Possibile che Drake sia l’artefice del miracolo? Peccato però che il ragazzo sia partito per studiare in Norvegia… Flora non ha dubbi: deve raggiungerlo, solo così potrà capire veramente chi è e cominciare a vivere davvero. Ma come può fidarsi degli altri se non può fidarsi nemmeno di se stessa?

La recensione di Miriam:
Immaginate di non poter fare affidamento sulla vostra memoria, se non a brevissimo termine. Due ore sono l’intervallo massimo che vi è concesso per ricordare, quello che avete fatto, visto sentito, dopo di che la vostra mente diventa una tabula rasa, un grande foglio bianco su cui restano stagliate solo le memorie legate a un passato remoto… alla vostra infanzia.
Sembra impossibile vivere così, eppure, Flora Banks ci prova con tutte le sue forze. Questa condizione bizzarra, quasi da romanzo o film di fantascienza, per lei è la normalità da quando, all’età di dieci anni, in seguito a un intervento al cervello, subito per bloccare una rara malattia, ha cominciato a soffrire di amnesia anterograda.
Flora ricorda tutto ciò che è accaduto nella sua vita fino al giorno dell’operazione, poi la sua esistenza si riduce a una storia da riscrivere ex novo ogni mattina, una storia che si protrae così ormai da sette anni. Una serie di appunti da rileggere ogni giorno per ritrovare le coordinate, post-it, scritte sulla pelle sono alcuni dei mille mezzi di fortuna cui deve ricorrere per non perdersi.
In questo marasma di ricordi che vanno e vengono, di flash da fissare perché non svaniscano del tutto, c’è però qualcosa che si fissa nella sua mente: un bacio sulla spiaggia, il suo primo bacio.
Una sera, al termine di una festa, Drake bacia Flora e quel ricordo rimane scolpito in maniera indelebile nella sua memoria. Da quel momento qualcosa cambia: la ragazza si aggrappa a quel bacio e al ragazzo che le ha permesso di sentirsi di nuovo normale e veramente viva dopo tanto tempo, al punto che quando lui parte per andare a studiare alle Svalbard, lei non accetta il distacco e decide di fare di tutto per raggiungerlo…
Se avete letto Il diario di London Lane di Cat Patrick, probabilmente l’incipit di questo romanzo vi provocherà una sensazione di déjà-vu, almeno per me è stato così, perché vi sono diversi punti in comune fra le due storie. Nonostante ciò, non si tratta di trame perfettamente sovrapponibili e L’unico ricordo di Flora Banks riesce a ritagliarsi comunque una fetta di originalità. Unico, di sicuro, è il viaggio – fisico e interiore – che la protagonista compirà spinta dal desiderio di ritrovare il suo principe azzurro.
Sebbene vi siano tutte le premesse per un romance in salsa YA, Emily Barr riesce a sorprenderci, confezionando un’opera che non si riduce a questo, anzi si discosta parecchio da un binario così scontato per esplorare ben altri sentieri. Il tema dell’amore ha una sua centralità nella vicenda narrata – e non avrebbe potuto essere altrimenti, considerando che Flora è un’adolescente e l’amore alla sua età è un po’ il motore che muove il mondo –, tuttavia non è il solo tema affrontato.
Partendo da una situazione assolutamente fuori dall’ordinario, l’autrice ricostruisce un percorso di crescita personale, mostrandoci da un lato il coraggio di una ragazza che non si lascia sopraffare dal suo handicap ma lo cavalca affrontando la vita con il sorriso, dall’altro i danni che possono essere causati da genitori iperprotettivi. Quelli di Flora l’hanno rinchiusa in una campana di vetro da quando si è ammalata, lo hanno fatto allo scopo di proteggerla, per eccesso di amore, ma in questo modo hanno finito per tarparle le ali, impedendole di vivere davvero. Il viaggio di Flora rappresenta un atto di ribellione, è il modo insolito, avventuroso, toccante in cui lei si riappropria della sua esistenza e della propria libertà. Impresa questa che la condurrà anche a riscoprire e apprezzare il grande valore della vera amicizia.
Sebbene alcuni passi risultino un po’ ripetitivi, giacché ogni volta che la protagonista rilegge i suoi appunti per ricordarsi chi è e cosa ha fatto, vengono riproposti anche a noi, la storia risulta avvincente e soprattutto coinvolgente sul piano emotivo. Strutturata come fosse un giallo innesca una forte curiosità di scoprire cosa accadrà e come si risolverà il tutto, tanto da spingerci a proseguire senza sosta nella lettura.
Un mistery insolito e commovente, in grado di esplorare con delicatezza il momento del passaggio dall’adolescenza all’età adulta, puntando i riflettori sull’importanza di accettarsi per quel che si è e di trasformare in punti di forza le proprie debolezze.






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