Titolo: L'eredità dell'abate nero
Autore: Marcello Simoni
Editore: Newton Compton
Pagine: 352
Prezzo ebook: 4,99
Prezzo cartaceo: 9,90
Descrizione:
Firenze, 21 febbraio 1459.
Il banchiere Giannotto Bruni viene ucciso in circostanze
misteriose nella cripta dell’abbazia di Santa Trìnita. L’unico testimone è
Tigrinus, un giovane ladro di origini ignote, dai capelli neri striati di
bianco, che paga caro l’avere assistito al delitto: immediatamente arrestato
con l’accusa di omicidio, solo l’inspiegabile intervento di un uomo molto
influente riesce a sottrarlo alla morte. Ma a quale prezzo? Da quel momento in
poi Tigrinus sarà braccato e costretto a fronteggiare i tentativi di vendetta
di Angelo e Bianca, il figlio e la nipote della vittima, convinti che meriti la
forca. Mentre cerca di sfuggire ai parenti di Giannotto, il ladro scopre però
qualcosa di decisivo per il proprio destino: la morte del banchiere è legata a
un tesoro che si trova su una nave proveniente dall’Oriente. Per aver salva la
vita, Tigrinus dovrà stringere un patto con il potente Cosimo de’ Medici e
affrontare un incredibile viaggio per mare, alla ricerca di un uomo sfuggente e
imprevedibile. Un uomo che pare conoscere tutto sul suo misterioso passato...
Un uomo chiamato l’abate nero.
L'autore:
Marcello Simoni è nato a Comacchio nel 1975. Ex archeologo e
bibliotecario, laureato in Lettere, ha pubblicato diversi saggi storici; con Il
mercante di libri maledetti, romanzo d’esordio, è stato per oltre un anno in
testa alle classifiche e ha vinto il 60° Premio Bancarella. I diritti di
traduzione sono stati acquistati in diciotto Paesi. Con la Newton Compton ha
pubblicato La biblioteca perduta dell’alchimista, Il labirinto ai confini del
mondo, secondo e terzo capitolo della trilogia del famoso mercante; L’isola dei
monaci senza nome, con il quale ha vinto il Premio Lizza d’Oro 2013, e La cattedrale
dei morti. Nel 2014 è uscito L’abbazia dei cento peccati, primo capitolo di una
nuova trilogia, a cui seguono L’abbazia dei cento delitti e L'abbazia dei cento
inganni. Dirige da quest’anno nella sua
città il Nero Laguna Book Festival.
La recensione di Miriam:
Un noto banchiere fiorentino, Giannotto Bruni, viene
ritrovato morto nella cripta di Santa Trinità. Il giallo sembra risolversi all’istante
giacché sul luogo del delitto viene scovato anche un ladro, Tigrinus: il responsabile
dell’accaduto non può che essere lui. Infatti, viene immediatamente incarcerato
e condannato a morte. La sorte, tuttavia, sembra arridergli poiché, prima che
la sentenza possa essere eseguita, viene liberato da una persona molto
influente. Il suo benefattore è Cosimo de’ Medici in persona ma la sua
benevolenza ha un prezzo.
In cambio della libertà, Tigrinus dovrà svolgere una
missione segreta per il signore, nello specifico dovrà rapire un certo Lionardo
da Pistoia e recuperare un prezioso libro che reca con sé: la Tavola di
Smeraldo.
Per ovvie ragioni, accettare è l’unica opzione possibile ma
il ladro non si lascia intimorire e rilancia, chiedendo un'ulteriore ricompensa
per il suo operato. Se dovesse riuscire nell’impresa, Cosimo dovrà inviare il
suo medico personale nel convento di Santa Faustina affinché curi la Badessa.
L’insolita richiesta ci fornisce subito un indizio importante
per mettere a fuoco la complessa personalità di uno dei principali personaggi del
romanzo. Tigrinus è un uomo senza passato, rimasto orfano sin da piccolo, è
stato allevato in convento. A dispetto dell’educazione religiosa, non ha mai
osservato la legge, dedicandosi al furto, tuttavia non ruba per pura avidità;
dal suo punto di vista la ricchezza non è distribuita equamente e lui si limita
a togliere a chi ha troppo. Suor Assunta è la figura più simile a una madre che conosca, è malata e per l’appunto
non ha i mezzi economici per curarsi a dovere, sicché non appena fiuta la
possibilità di veder esaudito un suo desiderio non esita a spenderlo per lei. Un
tipo ambiguo, dunque, scaltro, pericoloso ma nondimeno animato da buoni
sentimenti.
Il compito affidatogli, già arduo di per sé, si complica nel
momento in cui Angelo Bruni e Bianca de’ Brancacci, rispettivamente figlio e
nipote del banchiere assassinato, iniziano a dargli la caccia. Quando scoprono
che il ladro è fuggito di prigione – questa la versione ufficiale dei fatti – i
due si convincono ancor più della sua colpevolezza e si mostrano determinati a
riacciuffarlo per fare giustizia.
Sono queste le premesse che danno il via alla nuova avventura
ordita per noi da Marcello Simoni. Sulle orme di Tigrinus compiremo un viaggio
irto di difficoltà che dai quartieri di una Firenze tardomedievale ci condurrà
a Venezia e, attraverso un mare infestato dalla minaccia degli infedeli, verso la
Morea, laddove si presume sia nascosta l’agognata Tavola.
La storia si divide in due filoni narrativi destinati a
intrecciarsi. Mentre Tigrinus tenta di portare a compimento la sua missione,
Angelo e Bianca non solo lo ricercano ma indagano per far luce sul delitto.
Posto che nella cripta non c’era niente da rubare, qual è il vero motivo per
cui Giannotto è stato assassinato? Alcune ricerche conducono i due provetti
investigatori sulle tracce di un misterioso carico di perle del Malabar, andato
disperso, poco prima dell’omicidio…
Replicando una formula vincente, l’autore trae ispirazione
dalla verità storica per confezionare un thriller in cui realtà e fiction si
fondono in un plot adrenalinico e fitto di mistero.
Questa volta ci trasporta a Firenze, ai tempi di Cosimo de’
Medici ma, tralasciando gli aspetti artistici più frequentemente indagati in narrativa,
si sofferma su un altro volto della città, quello legato al mondo degli affari,
delle banche, dei traffici commerciali. Allontanandoci dalla Corte, affollata
di intellettuali e dalla sua facciata impeccabile, ci guida nei quartieri più
oscuri, fra prigioni e bordelli, fra ladri e prostitute, delineando un ritratto
più prosaico ma non meno veritiero.
Della stessa famiglia Medici, indaga le ombre, in particolar
modo un segreto al confine fra mito e realtà. Prende spunto dall’esistenza
certa di un fratello gemello di Cosimo, Damiano, che stando ai documenti
sarebbe morto all’età di un anno, ipotizzando, invece che sia rimasto in vita e
legando le sue vicende personali a quelle della Tavola di Smeraldo. Il prezioso
libro non sarebbe altro che il Corpus hermeticum,
pietra miliare dell’alchimia e dell’esoterismo, la cui esistenza è storia
mentre le vicissitudini che coinvolsero chi tentò di impossessarsene si perdono
nella leggenda. È proprio in questi vuoti documentali che la penna di Simoni si
insinua per riempirli con l’ausilio dell’immaginazione, senza mai perdere di
vista la verosimiglianza e a attraverso uno stile narrativo ritmato, in grado
di calamitare l’attenzione del lettore.
Leggendo ci si diverte, si prova costantemente l’ebbrezza di
essere in bilico sul filo sottile che separa realtà e finzione e nello stesso
tempo ci si stupisce per la modernità di tematiche e sentimenti. Avidità di
potere, sete di denaro e di conoscenza sono alla base della particolare quest in cui viene coinvolto Tigrinus,
insieme agli altri protagonisti del romanzo, come si può facilmente intuire, la
cornice è quattrocentesca ma i contenuti che si agitano all’interno sono senza
tempo.
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