Anteprima: La guerra dei lupi di Alessio Del Debbio
Titolo: LA GUERRA DEI LUPI
Saga: ULFHEDNAR WAR
Autore: Alessio Del Debbio
Editore: Il Ciliegio
Genere: fantasy contemporaneo
Formato: cartaceo
Pagine: 412
Prezzo: 19,50 euro
Data di uscita: 8 giugno 2017
Disonibile su Amazon
Descrizione:
Amici da anni, Ascanio,
Daniel, Marina e la loro compagnia di Viareggio non desiderano altro che
trascorrere una tranquilla vacanza insieme, ma il destino ha altro in serbo per
tutti loro. Gli ulfhednar di Odino
sono tornati e la Garfagnana non è più un posto sicuro da quando Raul ha preso
il comando del branco del Vello d’Argento. Spetta ad Ascanio, ultimo
discendente di una stirpe di officianti della Madre Terra, contrastare i suoi
progetti di dominio, aiutato dal suo compagno Daniel, un ulfhedinn fuggiasco che ha imparato ad apprezzare la vita tra gli
uomini. Ma dietro le mire espansionistiche del violento e indegno Alfa si
nasconde un’ombra antica, disposta a tutto pur di aggrapparsi alla vita.
«Per questo continuiamo
a provare. Per rendere onore a chi è caduto, per vincere le nostre paure e
promettere a noi stessi di non fallire più.»
L'autore:
Alessio Del Debbio,
scrittore viareggino, appassionato di tutto ciò che è fantastico e oltre la
realtà. Numerosi suoi racconti sono usciti in riviste (come Con.tempo e
StreetBook Magazine) e in antologie, cartacee e digitali (come I mondi del fantasy, di Limana Umanìta
Edizioni, Racconti Toscani, di
Historica Edizioni, Sognando, di
Panesi Edizioni). I suoi ultimi libri sono Favola
di una falena (Panesi Edizioni, 2016), Ulfhednar
War – La guerra dei lupi (Edizioni Il Ciliegio, 2017).
Cura il blog “I mondi fantastici” che promuove scrittori di
fantasy italiano. Scrive articoli per il portale di letteratura fantastica “Le
lande incantate”. È presidente dell’associazione culturale “Nati per scrivere”
che d’estate organizza la rassegna “Un libro al tramonto” – Aperitivi letterari
a Viareggio, per far conoscere autori toscani.
Estratto:
«A nessun uomo dovrebbe essere concesso di vivere così a
lungo, di non provare la malattia né la vecchiaia, di pretendere di essere un
Dio. È la brevità, assieme all’impossibilità di averne una seconda, ciò che
rende la vita un bene prezioso, degna di essere vissuta in ogni attimo. Se
invece la morte diventa uno spauracchio per bambini e l’esistenza infinita,
allora non è più vita. È banalità. È immeritata sopravvivenza. È trascinarsi di
giorno in giorno senza sapere perché». (Johanna)
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