giovedì 24 novembre 2016

Recensione: Una fredda mattina d'inverno

Titolo: Una fredda mattina d'inverno 
Autore: Barbara Tylor Sissel 
Editore: Newton Compton 
Collana: Nuova Narrativa Newton 
Pagine: 384 
Prezzo: 9,90

Descrizione:
In una fredda mattina di ottobre, Lauren Wilder arriva a un pelo dall’investire Bo Laughlin, che cammina lungo il bordo della strada. Bo, un giovane molto conosciuto nella piccola città di Hardys Walk, sembra non aver riportato danni, anche se il sesto senso di Lauren le suggerisce il contrario. La verità è che la donna non si è più ripresa veramente dall’incidente che ha avuto due anni prima e non è in grado di fare affidamento sulle sue capacità mentali. Succede, però, che Bo scompare e la polizia cerca di appurare se la sparizione possa essere ricollegata a lei. Lauren è terrorizzata, non tanto da quello che ricorda, ma soprattutto da ciò che non riesce a mettere a fuoco. Proprio perché non sa ricostruire cosa sia successo davvero, Lauren inizia la sua indagine personale per trovare la soluzione del mistero della scomparsa di Bo. Ma la verità può rivelarsi scioccante più di qualunque menzogna, e purtroppo non sarà lei la sola ad affrontarne le conseguenze…


La recensione di Miriam:
Un incidente mancato per un soffio. È così che Lauren Wilder crede di poter archiviare  l’incontro/scontro avuto con Bo Laughlin in un’anonima mattina di ottobre. Il ragazzo, noto a tutti in paese per essere fuori di testa, camminava a bordo strada quando lei ha rischiato di investirlo con la sua auto. Fortunatamente è riuscita a schivarlo e, dopo essersi accertata che fosse illeso, lo ha lasciato andare
Quel che ancora non sa è che l’incidente non è affatto chiuso  giacché, subito dopo, il ragazzo sparirà nel nulla e lei risulterà essere l’ultima persona ad averlo visto. Da potenziale omicida diventerà dunque testimone chiave in un caso di sparizione.  
Nulla  di  così insolito o particolarmente inquietante se non fosse per un dettaglio: Lauren non è una teste del tutto affidabile, non è in grado di riferire con precisione tutto ciò che ha visto né quello che ha fatto. La sua memoria è come una trapunta mangiata dalle tarme – per dirla con le sue stesse parole – e i buchi potrebbero contenere qualsiasi cosa. Per quel che ne sa, la vicenda potrebbe essersi svolta in un modo diverso da quello che ricorda e lei potrebbe addirittura avere qualche responsabilità nella scomparsa del ragazzo, senza saperlo. 
Non molto tempo prima, infatti, la donna è caduta da un campanile, è finita in coma e dal momento del suo risveglio la sua mente non ha riacquisito la piena efficienza. A peggiorare la situazione si è aggiunta la dipendenza da Oxy Contin che ha sviluppato durante il periodo di convalescenza. 
Ritrovare Bo, o comunque scoprire quello che gli è successo, per Lauren non è solo questione di curiosità ma una vera e propria esigenza, un passo indispensabile per assicurarsi di non aver commesso nulla di imperdonabile e mettersi in pace con la propria coscienza. È per questo motivo che decide di indagare in prima persona al fine accelerare le ricerche ufficiali. 
Il canovaccio intessuto da Barbara Tylor Sissel ha una forte impronta poliziesca perché ci propone appunto un enigma da risolvere, un caso che, peraltro, fa correre subito il pensiero a episodi di cronaca  tristemente ricorrenti, e che anche in virtù di questo cattura l’attenzione. Ma a rendere il romanzo diverso dal solito, oltre che a dotarlo di un certo spessore, è la cura con cui l’autrice caratterizza i personaggi, soprattutto dal punto di vista psicologico, tratteggiandone i vissuti personali. Nel contenitore giallo si inseriscono così varie storie di vita dai toni particolarmente drammatici, trame diverse, parallele, ma che strada facendo entreranno in contatto mettendo in luce delle zone in comune, e sarà proprio  al loro interno che si anniderà la verità. 
Da un lato ripercorriamo la dura esperienza di Lauren: l’incidente, la dipendenza, il difficile percorso della disintossicazione, ma anche le ripercussioni del suo calvario sulla famiglia. La vediamo lottare giorno dopo giorno per riconquistare la fiducia dei suoi cari che, nonostante tutto, continuano a considerarla una drogata e a sentirsi traditi dalla sua dipendenza e, nello stesso tempo, la osserviamo combattere contro la paura di non essere più padrona delle proprie azioni. 
La condizione di Lauren è destabilizzante proprio per l’inaffidabilità che la caratterizza. 
Dall’altro lato si delinea, invece, la storia di Bo, il giovane scomparso. I suoi trascorsi non sono più rosei poiché lui convive con un disturbo psichiatrico grave, e ciò lo rende un diverso, un emarginato, al punto che la sua stessa sparizione, almeno all’inizio, non suscita nemmeno scalpore. 
Bo non ha più la mamma, anche se dice di sentire ancora la sua voce attraverso i paraorecchie. Ha un patrigno e una sorella che gli vogliono bene, ma vive  in strada per la maggior parte del tempo e, come Lauren, ha avuto a che fare con la droga, sebbene in contesti e per motivi diversi. 
Man mano che si procede nella lettura ci si rende conto di essere motivati non solo dalla curiosità di scoprire cosa è successo a Bo, ma dall’empatia sviluppata nei confronti dei protagonisti, dalla voglia di capire come  e se supereranno questa nuova prova, se ne usciranno fiaccati o più forti, se nel dolore e nelle difficoltà cui nessuno di loro sembra riuscire a sottrarsi si aprirà anche uno spiraglio di luce. 
La malattia mentale, l’emarginazione, la dipendenza, l’amore fraterno incondizionato sono alcune delle tematiche che affiorano fra le pieghe del thriller, aggiungendo al brivido, che solitamente connota il genere e che qui di sicuro non manca, un bel bagaglio emozionale.








 

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