mercoledì 14 settembre 2016

Recensione: Il gioco del male

Titolo: Il gioco del male 
Autrice: Angela Marsons 
Editore: Newton Compton 
Pagine: 384 
Prezzo eBook: 4,99 
Prezzo cartaceo: 9,90

Descrizione:
Quando viene rinvenuto il cadavere di uno stupratore, la detective Kim Stone e il suo team sono chiamati a investigare.
Sembra un semplice caso di vendetta personale, ma l’omicidio è solo il primo di una serie di delitti che via via diventano più cruenti. È evidente che dietro tutto questo c’è qualcuno con un piano preciso da realizzare. Mentre le indagini si fanno sempre più frenetiche, Kim si ritrova nel mirino di un individuo spietato e deciso a mettere in atto il proprio progetto criminale, a qualunque costo. Contro un sociopatico che sembra conoscere ogni sua debolezza, la detective Stone si rende conto che ogni mossa potrebbe esserle letale. E così, mentre il numero delle vittime continua a crescere, Kim dovrà considerare ogni minima traccia, perché con un avversario del genere anche la più remota pista va percorsa per fermare il massacro. E questa volta è una questione personale. 


L'autrice:  
Angela Marsons ha debuttato nel thriller con Urla nel silenzio arrivando a vendere un milione e mezzo di copie nel mondo. In Italia è arrivato ai primi posti delle classifiche. Urla nel silenzio è il primo, fortunato capitolo della serie che vede protagonista la detective Kim Stone, che prosegue con Il gioco del male. Angela vive nella Black Country, in Inghilterra, la stessa regione in cui sono ambientati i suoi thriller. Per maggiori informazioni, visitate il suo sito: www.angelamarsons-books.com.

La recensione di Miriam:
Incastrare un criminale, per un poliziotto, è un dovere oltre che una soddisfazione. Eppure, in alcune occasioni, può capitare di essere un tantino riluttanti, di sentirsi più vicini al colpevole che alla vittima. Quando il detective Kim Stone viene chiamata a indagare sull’omicidio di Allan Harris, non sente di  poter biasimare fino in fondo chi lo ha “giustiziato”.  Uno stupratore appena tornato a piede libero, di certo, non è un soggetto per cui si possa provare empatia. Tuttavia è determinata a svolgere il suo dovere come sempre.
Il tutto sembra  risolversi in fretta con una confessione che conferma l’ipotesi di una giustizia fai da te: ad affondare il coltello, ripetute volte, infatti, è stata proprio la donna violentata anni addietro da Harris. Ma il caso può davvero considerarsi chiuso?
Di lì a poco si verificano nuovi omicidi, apparentemente slegati fra loro, ma accomunati da un piccolo dettaglio che a Kim non sfugge: tutti gli assassini hanno problemi di natura psicologica e sono in terapia presso la stessa analista, la dottoressa Alex Thorne. Una pura coincidenza o c’è dell’altro?
Il gioco del male in cui ci coinvolge Angela Marsons è raffinato e decisamente perverso, una sorta di partita a scacchi con il lato oscuro dell’animo umano, orchestrata da qualcuno che lo conosce bene e sa come manipolarlo a suo piacimento.
Non si tratta del solito thriller in cui il mistero ruota intorno all’identità del colpevole. Qui ci viene additato subito il possibile burattinaio della serie di delitti su cui si indaga, il punto non è scoprire chi ma perché e come, e soprattutto architettare un modo per poterlo smascherare.
Una prova oltremodo ardua per la detective Stone perché pone sulla scacchiera le sue debolezze personali, e non è una semplice fatalità. La mente diabolica con cui dovrà confrontarsi e sostenere una vera a propria sfida, infatti, sa che Kim ha un passato traumatico alle spalle e una psiche ancora provata dagli orrori subiti, ed è pronta a sfruttare tutto ciò per il proprio tornaconto.
La Stone dunque  non sarà solo cacciatrice ma preda di qualcuno che tenterà di aggiungerla alla sua collezione di cavie umane.
L’intero romanzo è incentrato sulla psicologia, leggerlo è come addentrarsi nei meandri più segreti delle psiche e toccarne con mano la fragilità. Con grandissima efficacia ed evidente cognizione di causa, l’autrice ci mostra come sia possibile giocare con la mente di alcuni soggetti, fino a influenzarne la condotta. Non parliamo di ipnosi né tantomeno di improbabili esperimenti al limite della parapsicologia, ma di una forma di manipolazione assai più subdola e realistica. In effetti, è questo l’aspetto veramente inquietante della storia, si rimane agghiacciati e disorientati nell’osservare come una persona deputata ad assistere e reintegrare nella società i più deboli possa, invece, usarli in modo bieco per asservirli ai suoi loschi fini.
Contemporaneamente entriamo nel merito un disturbo di personalità complesso come la sociopatia, disturbo che fornirà una chiave determinante per venire a capo dell’enigma.
Quasi scompaginando i ruoli, la Marsons ci pone di fronte a una serie di casi a tinte forti – parliamo di stupro, pedofilia, incesto, infanticidio –  in cui i presunti colpevoli sono vittime quanto coloro che hanno colpito, anelli di una catena che sfugge al loro controllo e si nutre del loro dolore, delle loro psicosi.
Pagina dopo pagina si ha la sensazione di essere schiacciati in una morsa sempre più stretta di autentica follia, si avverte il desiderio di uscirne ma nello stesso tempo non si può fare a meno di continuare a leggere.
Un thriller psicologico arguto e appassionante, di quelli che si bevono tutti d’un fiato ma non si dimenticano con facilità.






















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