Titolo: Luna di notte
Le spose della notte - Libro 2
Autrice: Anonima Strega
Editore: self publishing
Genere: urban fantasy/ paranormal romance
Pagine: 211
Prezzo: 0,99
Disponibile su Amazon
Descrizione:
I maghi e le streghe che si sono
scontrati nella notte del solstizio sono condannati dall’Alto Consiglio per
aver agito in modo discutibile. A Dunia è imposta una pericolosa punizione
esemplare: una Luna nella prigione magica con Elias. Qui, secondo le istruzioni
di Jeremiah, affascinante membro del Consiglio legato alla Cabala, dovrà
spingere il nemico a gettarsi nel burrone dell’oblio, per restituirlo alla
comunità magica con tutti i suoi poteri e un’identità ripulita. La caverna è
dominata da un’entità demoniaca che toglie ai prigionieri ogni possibilità di
usare la magia, e che si dichiara intenzionata a proteggere Dunia, impedendole
tuttavia di fuggire da quello che fino a quel momento pensava fosse il rivale
peggiore. Ma quali sono le reali intenzioni del misterioso Jeremiah?
L'autrice:
ANONIMA STREGA si occupa da
sempre di tematiche legate all’occulto. Preferendo tutto quanto concerne
l’universo femminile neopagano, è di conseguenza al contempo molto romantica,
anche se l’oggetto dei suoi desideri esce spesso dalle righe, così come i
personaggi delle sue storie. Crede fermamente che gli elementi del creato siano
guida e strumento, sia per le streghe, sia per i protagonisti di avventure d’amore
paranormali, come quelli dei romanzi “Spettabile Demone” e “Le spose della
notte”, dei racconti “Killer di cuori”, “La felce e il falò” (su “La mia biblioteca
romantica”) e “La fame del ghoul” (su “Romanticamente Fantasy”). Il suo antro è
situato in un luogo nascosto, custodito da una gatta nera d’angora e una coppia
di anziani troll norvegesi. Dispensa consigli magici su anonimastrega.blogspot.it
È
preferibile aver letto in precedenza “Le spose della notte”, ma i primi
capitoli presentano rapidi raccordi che rendono comprensibile la trama anche a
chi non è ancora in possesso del volume 1.
La recensione di Miriam:
A
ogni azione corrisponde una reazione: è una legge di natura cui nemmeno il
mondo magico può sottrarsi. Così i protagonisti degli avvenimenti del solstizio,
narrati nel primo volume della serie, si ritrovano ora al cospetto dell’Alto
Consiglio che si prepara a valutare le loro azioni, a scagionare gli innocenti
e punire i colpevoli… sebbene il suo metro di giudizio appaia un tantino
discutibile.
A
Dunia, di certo, tocca una pena particolarmente dura poiché viene condannata a
trascorrere un’intera Luna nella prigione magica insieme a Elias, il suo
peggior nemico, colui che vorrebbe ucciderla. Una prospettiva inquietante
complicata da un accordo segreto: in realtà la strega non dovrà solo sperare di
uscire viva dall’oscura grotta ma le sarà chiesto di spingere il mago nel
burrone dell’oblio affinché le sue colpe vengano mondate dalla dimenticanza e
possa essere reintegrato nella Cabala, come fosse un uomo nuovo.
È
così che in Luna di notte, l’inquadratura
si stringe sui due condannati, mentre gli altri personaggi conosciuti in precedenza
rimangono fuori. Dunia saluta le consorelle, gli amici e soprattutto si separa
dall’amato Fulke – condannato a sua volta a trascorrere un periodo di
detenzione a Bosco Nevoso – per andare incontro all’ignoto destino che l’attende.
Per
lei, quanto per il lettore, con l’ingresso nella prigione magica cominciano le
sorprese. Laddove ci si aspetterebbe un antro buio, per nulla confortevole, magari
popolato di demoni pronti a infliggere torture, si scopre infatti un luogo, per
molti versi inquietante, ma di certo molto diverso da quel che ci si immagina
quando si pensa a un carcere. Benché i prigionieri siano privati della magia,
il posto in cui si trovano ne è pregno; è in grado di cambiare aspetto, di
offrirsi alla vista come un rifugio sfarzoso, come una sala arricchita di
tavole imbandite, ma nondimeno come un susseguirsi di cunicoli bui pieni di
insidie. All’occorrenza, può persino riempirsi di un piacevole odore di popcorn
e tramutarsi in un cinema molto particolare, un cinema sul cui schermo scorrono
i ricordi, i pensieri, i sentimenti dei detenuti.
Elias
è lì, prostrato all’idea di rimanerci per l’eternità e assetato di vendetta più
che mai, tuttavia, Dunia scopre di non essere così in pericolo come temeva, perché Jeremiah, in
veste di membro dell’Alto Consiglio, le ha fornito una protezione affinché
possa sfuggire ai prevedibili attacchi del nemico e portare a termine la sua missione. Inoltre,
nelle segrete, la strega incontra un demone, Bulkruth, incaricato di
sorvegliare i prigionieri e di assicurarsi personalmente che a lei non accada
nulla di male. Se alla parola demone avete associato un essere brutto e con le
corna, vi dirò che non siete del tutto fuori strada; in effetti Bulkruth, di
suo, non brilla per bellezza e può apparire anche così come lo stereotipo suggerisce,
la verità è che può assumere tutte le sembianze che desidera diventando identico
a chiunque voglia, perfino a Fulke, di cui Dunia sente tanto la mancanza. Egli
è un demone, in quanto tale è ambiguo, ingannatore; può incutere terrore ma
anche rivelarsi un simpatico burlone. Impossibile stabilire se sia pericoloso o
affidabile, se le sue promesse siano degne considerazione o siano solo una
beffa. Alla strega si proporrà come un alleato, ma capire se lo sia davvero, fino
alla fine, rimarrà un’impresa non da poco.
In
questo contesto insolito Anonima Strega colloca la sua nuova trama
riuscendo a spiazzarci e sorprenderci
giacché, se riprende il filo della storia avviata in Le spose della notte, seguendo un percorso lineare, è anche vero
che ci propone un’evoluzione imprevista, non solo in materia di accadimenti ma
anche per quel che riguarda i personaggi e il taglio stesso del romanzo.
Mentre
il primo volume si connotava quasi come un giallo e si reggeva principalmente
su azione e mistero, questo, pur non rinunciando alla sua dose di segreti e
colpi di scena, risulta più introspettivo e fa leva soprattutto sui sentimenti,
portando in primo piano la componente romance.
Eviterò
di dirvi cosa accadrà esattamente, quali sentimenti sbocceranno e fra chi, per
non privavi del piacere della lettura, vi anticiperò soltanto che la prigione
magica sarà teatro di una struggente storia d’amore, che i suoi protagonisti
sapranno stupirci mostrando i loro volti nascosti e dimostrandoci che fra apparenza
e verità esiste sempre uno scarto. Sul maxi schermo della caverna vedremo
scorrere storie passate che mai avremmo sospettato e le emozioni andranno a
briglia sciolta.
Avendo
apprezzato tantissimo il primo capitolo della serie mi aspettavo molto dal
sequel e non sono stata affatto delusa, anzi l’ho trovato ancora più
coinvolgente, forse proprio perché ho una predilezione per le storie che si concentrano
sulla psicologia dei personaggi e valorizzano la componente emotiva.
Sesso
e magia possono scatenare forze potentissime, ma c’è qualcosa di molto più
forte e si chiama Amore. Al termine del periodo di detenzione questo messaggio
riecheggerà chiaro e forte nella caverna magica quanto nell’anima di coloro che
l’hanno abitata insieme per un’intera
Luna. La conquista di questa consapevolezza indubbiamente rappresenterà un
arricchimento per qualcuno, ma non coinciderà con un lieto fine, perché l’amore è anche dolore e perché, appunto, non è
ancora finita. Un vuoto dentro e una bottiglia piena. Sarà con questo bottino
che Dunia uscirà di prigione, rimane da scoprire in che modo un bagaglio simile
potrà aiutarla o intralciarla nel ridefinire il proprio destino.
E per saperne di più...
Leggi la nostra recensione de Le spose della notte
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