giovedì 19 febbraio 2015

Recensione: Mary Mapple e la spezieria della morte

Titolo: Mary Mapple e la spezieria della morte
Autrice: K.B. Wingard
Editore: Mamma Editori
Pagine: 225
Prezzo cartaceo: 9,80
Prezzo ebook: 4,99

Descrizione:
A Schnorr, nella Foresta Nera, le tre socie della bottega "Spezie&Delizie" avevano il sacro terrore di cose misteriose tipo spettri, fate, e fantasmi. Disapprovavano la morte e detestavano i bambini.
Non amavano marmocchi a eccezione della bambina  assaggiatrice della televisione del tutto simile a una foca per via di tutte quelle caramelle. Ma alle tre socie non importava, la ritenevano la più bella del mondo, completamente diversa da una sventurata come Mary Mapple, trovata in un cassonetto. Figurarsi!!!
Mapple lo sapeva, era strana con tutti quei lividi, le occhiaie, la faccia pallidissima. E il fatto di essere nata il giorno dei morti, poi, era un segno di sventura certa.
Ma, come il professor Appleby avrebbe detto: «…Nel cielo, sopra le nuvole. In posti di cui si favoleggiano meraviglie, e stranezze, e dove dar battaglia alla morte, accadono fatti inimmaginabili!»

L'autrice:
Sotto lo pseudonimo di K.B. Wingard, si nasconde un’autrice prolifica di saggi e romanzi. Giornalista e ghost writer ha cominciato a scrivere storie fantastiche fin dall’adolescenza. Vive attualmente in un paesino in montagna con marito, cane, gatti e un gallo molto aggressivo. 
 
La recensione di Miriam:

Esistono diversi modi di approcciarsi alla morte: c’è chi la teme e chi non ne ha paura. 
La storia di cui sto per parlarvi comincia con il bizzarro incontro fra due persone che hanno opinioni radicalmente opposte in materia, tanto da risultare incompatibili. 
La signorina Helga Howl, titolare del negozio Spezie&Delizie, è terrorizzata dall’idea del trapasso. L’Innominabile Abominevole: è così che chiama l’Oscura Signora e, con la complicità delle sue amiche e colleghe, Rachel e Frida, che la pensano esattamente come lei,  fa di tutto per tenerla lontana. Eh sì, perché se è vero che alla morte non si può sfuggire per sempre, è pur vero che esistono alcuni accorgimenti validi allo scopo di ritardare quanto più possibile la sua inevitabile visita. Mai invocarla e mai sfidarla tentando di tener vivo il ricordo dei cari defunti, per esempio, sono due regole fondamentali, ma la più importante di tutte è tenere alla larga i bambini. Ogni volta che un bambino nasce, la morte prende qualcun altro per pareggiare i conti con la vita, è risaputo, sicché Helga, a scanso di equivoci, ha deciso di non avere mai a che fare con i più piccoli. 
Tra la vita  e la morte, però, c’è di mezzo il destino, che ha uno strano senso dell’umorismo e, nel caso specifico regala alla signorina Howl proprio ciò che non avrebbe mai voluto. Suo fratello Archibald muore improvvisamente lasciando sola al mondo la sua figlia adottiva, Mary e, non avendo altra scelta, il giudice decide di affidarla proprio alla zia.
È così che nel coloratissimo negozio di Applestrasse, fra erbette profumate e caramelle dalle mille sfumature, approda lei: una bimbetta pallida, costretta in un’uniforme nera, maldestra e sfortunata all’inverosimile. Insomma, il ritratto perfetto della sciagura e, se ciò non bastasse, è talmente incosciente da sfidare continuamente la morte, perché lei ha l’ardire di sostenere che non esiste! 
Gli adulti vogliono farle credere che il suo papà sia morto, ma lei sa che non è possibile ed è certa che lo ritroverà. 
Chi delle due avrà ragione? Come sarà possibile la loro convivenza e, soprattutto, come entrerà l’Abominevole in questa sfida?
Sono alcune delle curiose domande che ci assalgono a inizio lettura e che ci accompagneranno nel corso di un’avventura indimenticabile. 
Mettete da parte pregiudizi e luoghi comuni, se siete superstiziosi, fate i debiti scongiuri e preparatevi a mollare gli ormeggi perché Mary Mapple vi condurrà alla scoperta di luoghi inimmaginabili e di verità sconosciute. Preparatevi a salpare su un’isola navigante, a essere guidati da un Babbo Natale saltato via da una carta regalo e finito in un medaglione magico, a librarvi in volo attaccati al filo di un aquilone nero, mentre un improbabile professore di tedesco ‒ che in realtà è uno scaccia-spiriti ‒ vi sussurra di terre incantate in cui i sogni possono dar battaglia alla morte. Abbandonate, infine, lo stereotipo dello scheletro incappucciato con la falce in pugno e provate a sbirciare fra le nuvole… avete mai pensato a quanti nomi e quante forme può assumere la morte? 
Fra queste pagine la riscoprirete in una veste che, vi assicuro, vi stupirà. 
Ironico, intelligente, profondo, coraggioso… il romanzo di K.B. Wingard mi ha letteralmente travolta e conquistata. Per tematiche, atmosfere e sense of humour ‒ deliziosamente dark ‒ a tratti, mi ha ricordato Il figlio del cimitero di Gaiman, risvegliando un me lo stesso entusiasmo. 
Mary Mapple e la spezieria della morte è un’originalissima storia senza età, di quelle che divertono aiutandoci, nel contempo, a riflettere su aspetti spinosi della nostra esistenza e, perché no, a esorcizzare le nostre paure ancestrali. 
La sua protagonista è un’eroina d’eccezione non in virtù di strani poteri, ma grazie alla sua capacità di amare, il papà quanto la vita, grazie a quel pizzico di incoscienza che caratterizza l’infanzia, ma soprattutto alla sua capacità di sognare. 
La morte non si può eludere, su questo non c’è da farsi illusioni, e anche Mary Mapple lo apprenderà,  però la si può vincere imparando ad apprezzare ciò che si dispiega nello spazio tra il nostro inizio e la nostra fine.
Come dirà il professor Appleby “durante la lotta, quando quei due, la morte e i sogni, sono occupati  a menar botte da orbi, per quel breve istante noi siamo veramente liberi e il mondo srotola davanti a noi tutte le sue meraviglie…” 
Un volume non può contenerle tutte, ma un libro magico come questo può trasformarsi in una chiave per accedere proprio a quell’istante.











 

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