Titolo: Anime Assassine. Anche tu te ne andrai
Autore: Diego Collaveri
Editore: self publishing
Lunghezza stampa: 101
Prezzo: 0,99 euro
Disponibile su Amazon
Descrizione:
Un apparente incidente stradale riporta l’ispettore Quetti su di un vecchio caso di riciclaggio di denaro sporco, legato a sabotaggi mortali avvenuti su dei cantieri. L’intuito lo metterà sulle tracce del killer professionista responsabile, unico collegamento rimasto coi vertici dell’organizzazione, ma le lancette corrono. Il tempo concessogli prima dell’archiviazione ufficiale dell’indagine si esaurisce inesorabile. Nella disperata ricerca di una prova che possa tenere ancora aperto il caso, Quetti si imbatterà in Elisa, sensuale cantante soul amata dal killer. Le malinconiche note della sua voce avvolgeranno l’ispettore, ignaro di un oscuro passato che lo porterà di fronte a una scelta che non avrebbe mai pensato di dover fare. Il libro contiene anche il racconto breve "Doppio Gioco", prima avventura di Quetti apparsa sulle pagine del settimanale Cronaca Vera.
L'autore:
Diego Collaveri, nato a Livorno il 27/02/’76; dal
1992 al 2000 lavora in campo musicale come chitarrista (in tour ed in studio) e
arrangiatore, con collaborazioni per EMI music. Nel 2000 l’evoluzione creativa
lo porta verso la scrittura, confrontandosi nell’ambito del circuito dei
concorsi di poesia e narrativa, da cui arrivano, fin da subito, riconoscimenti
e le prime pubblicazioni. Nel 2001 si affaccia alla sceneggiatura, prima
nella commedia teatrale e l’anno successivo nel cinema breve, per poi arrivare
a dirigere il primo cortometraggio, con cui vince il concorso Minimusical
indetto da La Repubblica e la casa di produzione Fandango, con cui
successivamente collabora. Per implementare le conoscenze registiche
intraprende un percorso didattico/formativo con vari registi italiani (Paolo
Virzì, Davide Ferrario, Ruggero Deodato, Francesco Falaschi, Umberto Lenzi) e
studia storia della cinematografia, lavorando, al tempo stesso, dietro le
quinte di alcune compagnie di musical. Nel 2003 fonda la Jolly Roger
productions, etichetta indipendente per la produzione di cortometraggi e video
di spettacoli live, che gli vale numerosi passaggi in reti locali ed un
contratto con la EMMEFILM per la distribuzione in esclusiva di alcuni prodotti.
Nel 2006 viene invitato dall’Università di Pisa, dipart. Cinema Musica Teatro,
ad intervenire nell’ambito del seminario “il cinema classico Hollywoodiano”.
Nel 2009 viene inserito nell’Enciclopedia degli Scrittori Contemporanei. E’
autore della saga giallo/noir “Anime Assassine”, con protagonista l’ispettore
Quetti e di quella fantasy “Le pergamne di Ankor”. Nel 2013 alcune avventure
dell’ispettore Quetti sono uscite sulla rivista Cronaca Vera. Da Gennaio
2014 collabora con LaTelaNera.com.
La recensione di Miriam:
Un
corpo privo di vita rinvenuto ai piedi di un dirupo: è questo il punto di
partenza per una nuova indagine che vede scendere in campo l’ispettore Quetti.
Il caso è pronto per essere archiviato come un banale incidente, ma la scena
che si palesa ai suoi occhi rivela diversi particolari che non tornano. D’improvviso il nastro del tempo pare
riavvolgersi e riportarlo indietro, all’epoca di una maxi truffa immobiliare
che non è riuscito a smascherare così come avrebbe voluto.
Un ricordo che brucia poiché per Quetti rappresenta una sconfitta. La persona finita fuori strada in sella alla sua moto è, infatti, una sua vecchia conoscenza, per l’esattezza un criminale che non è mai riuscito a incastrare. La sua morte accidentale potrebbe essere un semplice esempio di giustizia divina, ma i proiettili che l’ispettore scorge incastrati nell’asfalto sembrano suggerire una storia diversa, in odore di assassinio.
Sospetti fondati o fantasie di un uomo che non sa accettare la sconfitta? I suoi colleghi sembrano propendere tutti per la seconda ipotesi e sono determinati ad archiviare il caso.
Quarantotto ore sono il tempo limite che Quetti riuscirà a strappare al suo superiore per poter indagare sull’accaduto e fornirgli le prove del crimine.
Un ricordo che brucia poiché per Quetti rappresenta una sconfitta. La persona finita fuori strada in sella alla sua moto è, infatti, una sua vecchia conoscenza, per l’esattezza un criminale che non è mai riuscito a incastrare. La sua morte accidentale potrebbe essere un semplice esempio di giustizia divina, ma i proiettili che l’ispettore scorge incastrati nell’asfalto sembrano suggerire una storia diversa, in odore di assassinio.
Sospetti fondati o fantasie di un uomo che non sa accettare la sconfitta? I suoi colleghi sembrano propendere tutti per la seconda ipotesi e sono determinati ad archiviare il caso.
Quarantotto ore sono il tempo limite che Quetti riuscirà a strappare al suo superiore per poter indagare sull’accaduto e fornirgli le prove del crimine.
Ha
inizio dunque una corsa contro il tempo, un’indagine per cui l’ispettore dovrà
avvalersi di mezzi poco ortodossi e scorciatoie, mettendo a dura prova le sue
capacità investigative. Sarà seguendo gli scarsissimi indizi a propria
disposizione che Quetti finirà al Diamante, un locale notturno in cui si suona
musica jazz. Qui conoscerà Liz Diamonds, la conturbante cantante soul che
allieta le serate e che pare fornirgli l’unica pista da seguire per giungere
alla scoperta della verità.
È un hard-boiled marcatamente italiano – sebbene non manchi di suggestioni d’oltre oceano – quello intessuto da Diego Collaveri. Un racconto breve e dai ritmi serrati in cui, però, sono presenti tutte le tessere necessarie a comporre un puzzle complesso e, persino la passione riesce a ritagliarsi una sua nicchia privilegiata.
Vestendo i panni dell’antieroe, così come vogliono i dettami del genere, Quetti si afferma come personaggio disincantato, a tratti cinico, pronto a giocare sovvertendo le regole pur di raggiungere i propri scopi, ma nondimeno lo vediamo mostrare un lato più vulnerabile nel momento in cui si ritrova a dividere la scena con Liz, una vera a propria dark lady in grado di ammaliare e difficile da decifrare. Enigma nell’enigma, la bella cantante si rivelerà una fonte inesauribile di sorprese.
Mentre la curiosità di giungere alla soluzione del caso fa sì che la lettura proceda spedita, le atmosfere cupe, sottolineate da una pioggia che fa da sfondo costante all’intera narrazione, trasmettono un senso di malinconia che permane anche a giochi fatti, in quanto la scoperta del colpevole non coincide con un lieto fine, ma ci pone a confronto con una realtà in cui corruzione e connivenza allontanano la possibilità di una vera giustizia.
Consigliatissimo tanto a chi ama il genere quanto a chi voglia esplorarlo per la prima volta, giacché al piacere di una buona lettura, in questo caso, si somma quello di poter contribuire a un bellissimo progetto benefico. Le malinconiche atmosfere noir che pervadono il racconto diventeranno infatti sorrisi sui visi dei bimbi bisognosi a cui sarà devoluto il ricavato delle vendite.
È un hard-boiled marcatamente italiano – sebbene non manchi di suggestioni d’oltre oceano – quello intessuto da Diego Collaveri. Un racconto breve e dai ritmi serrati in cui, però, sono presenti tutte le tessere necessarie a comporre un puzzle complesso e, persino la passione riesce a ritagliarsi una sua nicchia privilegiata.
Vestendo i panni dell’antieroe, così come vogliono i dettami del genere, Quetti si afferma come personaggio disincantato, a tratti cinico, pronto a giocare sovvertendo le regole pur di raggiungere i propri scopi, ma nondimeno lo vediamo mostrare un lato più vulnerabile nel momento in cui si ritrova a dividere la scena con Liz, una vera a propria dark lady in grado di ammaliare e difficile da decifrare. Enigma nell’enigma, la bella cantante si rivelerà una fonte inesauribile di sorprese.
Mentre la curiosità di giungere alla soluzione del caso fa sì che la lettura proceda spedita, le atmosfere cupe, sottolineate da una pioggia che fa da sfondo costante all’intera narrazione, trasmettono un senso di malinconia che permane anche a giochi fatti, in quanto la scoperta del colpevole non coincide con un lieto fine, ma ci pone a confronto con una realtà in cui corruzione e connivenza allontanano la possibilità di una vera giustizia.
Consigliatissimo tanto a chi ama il genere quanto a chi voglia esplorarlo per la prima volta, giacché al piacere di una buona lettura, in questo caso, si somma quello di poter contribuire a un bellissimo progetto benefico. Le malinconiche atmosfere noir che pervadono il racconto diventeranno infatti sorrisi sui visi dei bimbi bisognosi a cui sarà devoluto il ricavato delle vendite.
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