Autore: Pietro Gandolfi
Editore: Dunwich Edizioni
Collana: Morte a 666 giri
Dati: 2014, 204 p., brossura
Prezzo di copertina: 9, 90 euro
Prezzo e-book: 2, 49 euro
Descrizione:
Little
Wood è un piccolo angolo di paradiso immerso nelle foreste del nord, un
posto dove chiunque può trovare pace e serenità. Ma non Jazz. Per lui,
DJ di colore trapiantato dalla Lousiana, una normale notte di diretta si
trasformerà in un incubo. Perché qualcuno lo odia nel profondo, perché
qualcuno deciderà di chiudere i conti in sospeso con lui.
Trovandosi di fronte a una minaccia che non dovrebbe esistere, Jazz sarà costretto a combattere per sé e per le persone che ama, pronto a sacrificare tutto, persino la vita.
Ma chi è la presenza che si aggira nella stazione radio come uno spirito inquieto? E perché il nome di William Heart, cantante e piccola leggenda locale, continua a tormentarlo come il ritornello di un’odiosa canzone?
Quando Jazz lo scoprirà si pentirà di aver abbandonato la sua casa per rifugiarsi nella fredda ostilità di Little Wood.
Trovandosi di fronte a una minaccia che non dovrebbe esistere, Jazz sarà costretto a combattere per sé e per le persone che ama, pronto a sacrificare tutto, persino la vita.
Ma chi è la presenza che si aggira nella stazione radio come uno spirito inquieto? E perché il nome di William Heart, cantante e piccola leggenda locale, continua a tormentarlo come il ritornello di un’odiosa canzone?
Quando Jazz lo scoprirà si pentirà di aver abbandonato la sua casa per rifugiarsi nella fredda ostilità di Little Wood.
L'autore:
Pietro
Gandolfi nasce e vive a Piacenza e fin da bambino nutre una grande
passione per tutto ciò che è horror. Cresciuto coi fumetti, romanzi e
film degli anni ’80 decide di tentare la sua strada nel mondo della
letteratura: nel 2013 pubblica l’antologia personale Dead of Night e il primo romanzo La Ragazza di Greenville, comparendo nel frattempo anche su diverse antologie.
Per lui l’horror è crudele e senza compromessi, ma in fondo lo trova anche molto divertente.
Per lui l’horror è crudele e senza compromessi, ma in fondo lo trova anche molto divertente.
La recensione di Sara:
Quante volte vi sarà capitato
di non riuscire a dormire e di accendere la radio a farvi compagnia?
A Little Wood c’è Jazz a intrattenere la sua gente del nord con qualche battuta divertente e tanta buona musica.
Jazz ha lasciato la sua famiglia in Lousiana e ora si guadagna da vivere facendo il dj per una trasmissione radiofonica notturna. Non ha vita sociale, se non quella che gli è permessa all’interno dello studio. Le uniche persone con cui si concede un contatto umano sono la bella Isabelle e Chuck, i suoi colleghi di trasmissione. E poi c’è Kathy, l’affascinante psicologa che, ogni tanto, riempie il vuoto nel suo letto.
Mentre si interroga sui suoi sentimenti per le due donne, la trasmissione comincia ma, questo, è solo l’inizio dell’incubo.
Jazz è noto per la sua schiettezza che non si lascia intimidire neppure difronte alla notizia del corpo trafugato del noto cantante William Heart. Il DJ non ha mai nutrito troppa simpatia nei confronti del beneamato artista, lo trova piuttosto scontato e ipocrita. Jazz non può accettare che un ex cantante metal decida di cinguettare di pace nel mondo e valori per la famiglia solo per far soldi. E poi il DJ lo sa, lontano dal palco, Heart non è altro che un tossico in cerca di ragazze da usare a buttar via come giocattoli rotti.
Senza contare il loro conto in sospeso…
Jazz non si lascia impressionare dai fan che chiamano in trasmissione e gli sputano addosso quanto sia insensibile a parlar male del loro amatissimo, nonostante la notizia del corpo trafugato.
Jazz porta avanti la trasmissione senza problemi, scandendo i rintocchi della mezzanotte a suon di heavy metal. William Heart sarà anche morto, il suo corpo scomparso ma sono comunque i Blue Oyster Cult a dare il via alla nottata.
Poi qualcosa cambia, una donna al telefono sostiene di essere l’autrice del furto di cadavere, di avere un messaggio da parte di William per Jazz e l’incubo comincia.
Cupo, grottesco, divertente, innovativo, William Killed The Radio Star è uno dei migliori romanzi horror che mi siano mai capitati tra le mani.
Le prime pagine innescano una bomba pronta a esplodere in un capolavoro splatter.
Pietro Gandolfi narra la storia con uno stile diretto, tagliente e appuntito come uno stiletto conficcato nel fianco. Si ride, si ha paura, se amate il metal canterete pure. Un romanzo denso di emozioni e spunti di riflessione.
C’è musica, c’è amore, c’è necrofilia, c’è sangue, c’è sesso, c’è vendetta, c’è vita e c’è morte. Non manca niente.
Ora, gente del nord, mettetevi comodi, aprite questo libro e preparatevi a trascorrere la notte più lunga e inquietante della vostra vita.
Ah, un ultimo consiglio, occhio alle finestre: potrebbe cominciare a nevicare…
A Little Wood c’è Jazz a intrattenere la sua gente del nord con qualche battuta divertente e tanta buona musica.
Jazz ha lasciato la sua famiglia in Lousiana e ora si guadagna da vivere facendo il dj per una trasmissione radiofonica notturna. Non ha vita sociale, se non quella che gli è permessa all’interno dello studio. Le uniche persone con cui si concede un contatto umano sono la bella Isabelle e Chuck, i suoi colleghi di trasmissione. E poi c’è Kathy, l’affascinante psicologa che, ogni tanto, riempie il vuoto nel suo letto.
Mentre si interroga sui suoi sentimenti per le due donne, la trasmissione comincia ma, questo, è solo l’inizio dell’incubo.
Jazz è noto per la sua schiettezza che non si lascia intimidire neppure difronte alla notizia del corpo trafugato del noto cantante William Heart. Il DJ non ha mai nutrito troppa simpatia nei confronti del beneamato artista, lo trova piuttosto scontato e ipocrita. Jazz non può accettare che un ex cantante metal decida di cinguettare di pace nel mondo e valori per la famiglia solo per far soldi. E poi il DJ lo sa, lontano dal palco, Heart non è altro che un tossico in cerca di ragazze da usare a buttar via come giocattoli rotti.
Senza contare il loro conto in sospeso…
Jazz non si lascia impressionare dai fan che chiamano in trasmissione e gli sputano addosso quanto sia insensibile a parlar male del loro amatissimo, nonostante la notizia del corpo trafugato.
Jazz porta avanti la trasmissione senza problemi, scandendo i rintocchi della mezzanotte a suon di heavy metal. William Heart sarà anche morto, il suo corpo scomparso ma sono comunque i Blue Oyster Cult a dare il via alla nottata.
Poi qualcosa cambia, una donna al telefono sostiene di essere l’autrice del furto di cadavere, di avere un messaggio da parte di William per Jazz e l’incubo comincia.
Cupo, grottesco, divertente, innovativo, William Killed The Radio Star è uno dei migliori romanzi horror che mi siano mai capitati tra le mani.
Le prime pagine innescano una bomba pronta a esplodere in un capolavoro splatter.
Pietro Gandolfi narra la storia con uno stile diretto, tagliente e appuntito come uno stiletto conficcato nel fianco. Si ride, si ha paura, se amate il metal canterete pure. Un romanzo denso di emozioni e spunti di riflessione.
C’è musica, c’è amore, c’è necrofilia, c’è sangue, c’è sesso, c’è vendetta, c’è vita e c’è morte. Non manca niente.
Ora, gente del nord, mettetevi comodi, aprite questo libro e preparatevi a trascorrere la notte più lunga e inquietante della vostra vita.
Ah, un ultimo consiglio, occhio alle finestre: potrebbe cominciare a nevicare…
Con lo pseudonimo
di Lord è il leader della Epic Metal Band Bringer of War.
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