sabato 29 marzo 2014

Recensione: Memorie e peccati. L'amante di Papa Borgia

 Titolo: Memorie e Peccati – L’amante di papa Borgia Autrici:  Elena e Michela Martignoni
Prefazione di Maria Teresa Casella
Illustrazione di copertina di Daniele Serra
Editore: Mezzotints Ebook 
Collana: Fleurs
Formato ebook (epub, mobi)
Pagine: 98
Prezzo di copertina: € 2,99
 
Descrizione:
 
Memorie e peccati. L'amante di papa Borgia è un breve romanzo inedito che segna l’esordio della collana di narrativa Fleurs, dedicata ad approfondire l'aspetto più sensuale e ambiguo della vita interiore dell'essere umano: l'erotismo. In linea con la vena noir che segna l'intera produzione Mezzotints, le storie di Fleurs raccontano legami carnali, amori virati in passioni folli e oscure. Indagano gli aspetti più nascosti del dark eros e l'animo dei suoi protagonisti.

Inizi del XVI secolo: Giovanna «Vannozza» Cattanei, madre di Cesare e Lucrezia Borgia, appare ormai anziana e sfiorita, ma rimane la donna sensuale e vitale che è sempre stata. Rievoca la sua storia con Rodrigo, poi papa Alessandro VI, dal primo incontro nella bottega d’arte dei Cattanei: lui è un celebre cardinale di sangue spagnolo, lei un’affarista e una donna sposata. Ma questo, nel clima amorale e godereccio della Roma di fine Quattrocento, non impedirà loro di intraprendere una relazione segnata da una rara e profonda intesa e da un travolgente erotismo. È in un maggio profumato di rose che si consuma il loro primo amplesso, e Rosa sarà per sempre il nomignolo esclusivo di Rodrigo per Giovanna. Il marito si fa da parte di fronte all’importante amante della consorte, così come faranno i due successivi sposi di Vannozza. E la sua storia è anche quella degli amatissimi figli avuti da Rodrigo, in particolare Cesare, il bel tenebroso che ammalia le donne e primeggia sui campi di battaglia, e Lucrezia, l’archetipo della dark lady, seduttrice ma anche pedina nei giochi di potere del padre e dei fratelli. Vite segnate tutte in egual misura da sensualità, tragedia e intrighi, ammantate da un velo di nera leggenda.
 
Le Autrici:
Le sorelle milanesi Elena e Michela Martignoni sono autrici di romanzi storici di ambientazione rinascimentale incentrati sulla famiglia Borgia (Requiem per il giovane Borgia, Tea 2004, Vortice d'inganni, Corbaccio 2007, Autunno rosso porpora, Corbaccio 2010). Le loro opere
sono state pubblicate con successo anche in Spagna (Algaida Historica Ed.). Oltre al romanzo storico, scrivono racconti di genere noir, tra i quali Il gallo di Ferrara, antologia Eros &Thanatos Supergiallo Mondadori 2010, e Mannaia, Milano Nera 2012. Nel 2013, sotto pseudonimo, hanno pubblicato con Corbaccio una serie poliziesca che ha ottenuto il Premio delle Arti e della Cultura. Curano una rubrica di recensioni letterarie per la rivista Storia in rete. Di prossima uscita per Mondadori un romanzo storico imperniato sulla figura di Guidobaldo
di Montefeltro. Sito web: www.elenaemichelamartignoni.com
  
La recensione di Miriam:

Il nome dei Borgia, nell’immaginario collettivo, richiama intrighi, crudeltà, lussuria al punto che imbattersi in un romanzo che li ha come protagonisti e presagire una trama intrisa di oscurità sono azioni quasi simultanee. Di memorie e peccati narra infatti questo libro ma, la storia in esso contenuta, va ben al di là di qualsiasi aspettativa riuscendo a spiazzare e a sorprendere. Inedita è la voce narrante così come il peculiare punto di vista a partire dal quale la vita privata dei Borgia viene osservata. A dar fiato ai suoi ricordi è Vannozza Cattanei, l’amante di Rodrigo nonché madre dei tre figli, Cesare, Juan e Lucrezia.
La donna ci appare distesa su un letto e vestita solo di petali di fiori. È nel pieno della giovinezza e si accinge a dare piacere all’uomo di cui è innamorata. L’immagine però non è che un ricordo perché quando Vannozza comincia il suo racconto è ormai in là con gli anni e si prepara a dire addio al suo amato. Attuale rimane invece, la sua nudità, sebbene nel presente sia solo simbolica, giacché rievocando il passato, in una sorta di confessione, si mette a nudo anche di fronte al lettore.
Seguirla sul filo delle sue reminiscenze è come spiare attraverso un buco di serratura l’intimità dei Borgia perché è proprio lì che il suo schietto monologo ci conduce: nelle stanze segrete in cui si consumano amplessi, negli anfratti fisici e mentali in cui sbocciano e sfioriscono passioni e sentimenti illeciti prendono forma.
Sin da subito si profila l’immagine di un nucleo compatto, quasi di una setta, i cui componenti utilizzano un codice di comunicazione sconosciuto ai più. La dissolutezza, la perversione percepibili dall’esterno, pur rimanendo tali, entro le mura domestiche, assumono contorni più sfumati. Vannozza e Rodrigo si amano di un amore passionale e libero e, allo stesso modo amano i figli che li ricambiano alimentando intrecci incestuosi.
Colpisce la lucidità e il candore con cui Vannozza descrive atti e legami perversi, quasi fossero la naturale conseguenza di un certo modo di amare e, che ci crediate o no, è soprattutto il sentimento amoroso, colto nelle sue mille sfaccettature e in tutta la sua complessità, ad arrivare con forza incredibile al lettore.
L’eros è il nucleo essenziale intorno a cui ruota la narrazione ma non è fine a se stesso e non si esaurisce nella sola descrizione degli amplessi. Uno degli aspetti più intriganti di quest’opera è da rintracciarsi proprio nella particolare valenza che le autrici riescono a dare all’erotismo. Il modo di esprimere la propria sessualità diviene per ciascun personaggio una sorta di specchio in grado di rifletterne in maniera impeccabile la personalità.
Rodrigo ama Vannozza, la sua Rosa, ma da uomo potente qual è non rinuncia al privilegio di poter disporre di qualsiasi donna gli capiti a tiro e quando si rende conto di invecchiare, ricerca una smentita, rivolgendo le proprie attenzioni a donne molto più giovani. Per lui il sesso non è solo fonte di genuino piacere ma, un mezzo attraverso cui esercitare il potere a cui è votato.
Cesare fa strage di cuori, si dedica con ardore ai piaceri della carne ma non cede all’amore, se non a quello possessivo e perverso per la sorella Lucrezia.
Juan è il suo opposto, sentimentale e romantico. Non possiede lo stesso savoir faire del padre e del fratello e si sente più incline al sentimento che ai rapporti carnali.
Particolarmente interessante e fuori dagli schemi è il ritratto che vien fuori di Lucrezia, passata alla storia come una mangiatrice di uomini, in questo racconto si profila piuttosto come una vittima presa nella rete tessuta per lei da Rodrigo e Cesare e condannata a perdere gli uomini che davvero ama.
E infine c’è lei, Vannozza, personaggio enigmatico e carismatico all’inverosimile. Interrogando le fonti storiche, colmando le lacune e dosando con maestria il potere dell’immaginazione, le sorelle Martignini riescono a ritrarla in maniera credibile e vibrante di vita.
“Madre e amante, schiava e padrona, massaia e affarista, santa e peccatrice, acqua fresca e vino speziato”, è impossibile rimanere immuni al fascino di questa donna straordinaria.
Un racconto intimo, passionale, a tratti poetico, riuscitissimo intreccio di eros e thanatos, che saprà inchiodarvi alla pagina e mostravi i Borgia come non li avete mai immaginati.



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