Titolo: L'ombra del mondo: La profezia dimenticata
Autrice: Vittoria Sacco
Editore: De Ferrari
Collana: Oblò
Pagine: 254
Prezzo: 13,60
Descrizione:
Il mondo parallelo è riemerso portando con sé un talismano legato ad una
profezia e venti di guerra. Le Quattro Terre dovranno scindersi tra
l'Alleanza del mondo parallelo, capeggiata dai quattro saggi e
incentrata sul culto delle arti antiche e la sua antitesi,
l'Impalpabile, sorretta dai maghi e dalle arti alchemiche. I due enti
tenteranno una corsa sfrenata per avere dalla loro parte la detentrice
del talismano che appartiene alla rara stirpe dei bambini prodigio,
esseri con poteri sovrannaturali ed eredi degli antichi avi, fondatori
delle Quattro Terre. I due eserciti si scontreranno innumerevoli volte
incrociando la vita di diversi personaggi, tra agguati, storie d'amore e
ricerche sulla prorpia identità. In uno scenario apocalittico e remoto
che può sembrare tuttavia attualissimo, dove distinguere il bene dal
male non sarà sempre così semplice, riuscirà la prescelta a lasciarsi
guidare da sentimenti nobili e dal suo istinto per riportare le Terre in
equilibrio?
L'autrice:
La recensione di Miriam:
Romanzo d’esordio di Vittoria Sacco, “L’ombra del mondo: La
profezia dimenticata” è il primo capitolo di una saga fantasy incentrata sulla
tematica classica quanto intramontabile dell’eterna lotta tra bene e male.
L’universo immaginario in cui siamo trasportati si compone di quattro terre
legate ai quattro elementi della natura. L’equilibrio tra le stesse, condizione
irrinunciabile affinché pace e giustizia regnino nel mondo, è minacciato
dall’Impalpabile, ovvero una maxi organizzazione votata al male e capeggiata dal
perfido Gareth.
A contrastare la sua ambizione di dominio è l’Alleanza del
Mondo Parallelo che, ispirandosi al
culto della Arti Antiche, predica la non violenza e la ricerca della retta Via.
Tra le due fazioni aleggia l’ombra di un’antica profezia che
predice l’avvento, in un futuro imprecisato, di un prescelta che padroneggiando
la nuova forza del vapore sarà in grado di governare il mondo. Unico indizio
per poterla riconoscere è un medaglione di cui si dice sia in possesso.
Sarà proprio questa profezia a fornire l’input perché scoppi
una guerra tra le due parti in causa. La ricerca e la conquista del talismano e
di colei che lo possiede divengono infatti un obiettivo prioritario sia per
l’Impalpabile che per l’Alleanza, sebbene a guidarli siano motivazioni
radicalmente opposte.
Il canovaccio su cui l’autrice ricama la sua storia
rappresenta un classico del genere. I fili che compongono la trama − la lotta
tra bene e male, la quest, l’allontanamento dalla saggezza di un antico culto e
il progressivo rifiuto della magia da parte di un mondo che si vota al
progresso, la presenza di una profezia a di una prescelta a cui è affidata la
speranza − ricorrono in tantissime opere ascrivibili allo stesso filone
letterario. Nel caso specifico non assistiamo ad alcuna inversione di rotta. La
storia procede seguendo gli stessi binari già tracciati e percorsi da molteplici altri autori. La novità va
ricercata elusivamente nei dettagli, nelle peculiarità che caratterizzano lo
specifico mondo qui plasmato. Cionondimeno si tratta di particolarità
sicuramente interessanti, che facilmente riusciranno a intrigare il lettore
appassionato di fantasy. Del resto lo
stesso plot, per quanto poco innovativo e prevedibile, non mancherà di conquistare
gli estimatori dello sword and sorcery.
In quanto tale, io stessa, ho subito il fascino delle quattro
terre e del Mondo Parallelo che si nasconde sotto la superficie. Ho trovato particolarmente
intrigante, forse perché ha risvegliato in me suggestioni in odore di
steampunk, la Waterlandy, mezzo di trasporto a metà tra un dirigibile e un’imbarcazione, in
grado di volare quanto di solcare le acque. Tuttavia non sono riuscita ad
appassionarmi davvero alla lettura, l’ho trascinata per giorni e in alcuni
momenti sono stata tentata di mollare. Il motivo è da ricercarsi nel modo in
cui la storia è raccontata − e sottolineo raccontata, proprio perché tutto è
riferito, elencato, descritto con distacco, ma mai mostrato. Ho fiutato le
potenzialità delle quattro terre, delle loro atmosfere, dei loro paesaggi, ma
non sono riuscita a vederle né a sentirmi davvero lì. Similmente ho captato le
potenzialità dei personaggi ma non sono riuscita ad affezionami a nessuno di
loro perché non li ho sentiti vivi − ad acuire questa sensazione ha contribuito
il fatto che non sempre agiscono in maniera del tutto credibile.
Il plot è ricco di azione e si presta a molteplici colpi di
scena, ma la tempistica non è quasi mai ideale perché l’autrice tende ad
anticipare e a far presagire quello che accadrà cosicché non si rimane mai
davvero sorpresi.
La mia sensazione, del tutto personale e non necessariamente
condivisibile, è che se la stessa storia fosse stata resa con una tecnica
narrativa più dinamica e maggiormente incentrata sulla regola dello show don’t tell, avrebbe avuto un
impatto molto più incisivo, soprattutto dal punto di vista emotivo.
Un buon esordio, in ogni caso.
Non mi ispira molto.
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