Titolo: Incontri dopo la morte
Autore: Erlendur Haraldsson
Editore: Armenia
Pagine: 344
Prezzo: 16,00 euro
Descrizione:
Tra il 1974 e il 1975
il dottor Erlendur Haraldsson condusse un’inchiesta sulla possibilità di
stabilire un qualsiasi contatto tra i defunti e i viventi. Alla domanda
«Avete mai sentito la presenza di una persona deceduta?», su 901
intervistati, il 31 per cento rispose in modo positivo.
A seguito di questa
scoperta, negli anni successivi, l’autore si è dedicato alla ricerca sui
contatti tra i due mondi, conducendo colloqui approfonditi con più di
450 soggetti che avevano percepito la presenza di un defunto in stato di
veglia.
Questo libro presenta
le storie più incredibili raccolte nelle numerose interviste e
documenta, tramite tabelle e dati statistici puntuali, il numero
sbalorditivo di «incontri» avvenuti tra individui viventi e spiriti.
L'autore:
La recensione di Miriam:
Esiste una vita dopo la morte? Coloro che muoiono
sopravvivono solo nel ricordo o continuano a esistere in un’altra dimensione
sotto forma di spiriti?
Sono domande che l’uomo si pone sin dai tempi più antichi ma
per le quali non esistono risposte inconfutabili.
È impossibile stabilire con certezza cosa accada dopo il
trapasso, tuttavia vi sono tantissime persone che raccontano di aver avuto dei
contatti con i defunti. Non parliamo di spiritisti ma di persone comuni alle
quali è capitato di vivere esperienze straordinarie o, quanto meno,
difficilmente spiegabili sul puro piano della razionalità scientifica.
A partire dal 1974 e proseguendo fino al 2008, il dottor
Erlendur Haraldosson ha condotto una ricerca tesa a radunare, catalogare e analizzare
queste esperienze. Oltre 400 sono le testimonianze significative raccolte e
proposte oggi nel suo saggio “Incontri dopo la morte”.
Per sgomberare il campo da episodi di carattere onirico o
allucinatorio, l’autore ha preso in esame solo i casi di esperienza personale
diretta in stato di veglia, escludendo tutti i contatti avvenuti in sogno o
indotti dall’intervento di un medium. In questo libro riporta i racconti dei
partecipanti all’inchiesta esattamente così come sono stati riferiti nel corso
delle interviste. Haraldsson non elabora teorie personali, non commenta, non si
lancia in possibili spiegazioni dei fenomeni indagati lasciando che sia il
lettore a trarre le sue conclusioni. Tuttavia svolge un certosino lavoro di
catalogazione, elabora statistiche e pone a confronto le varie testimonianze
individuando interessanti analogie che, sebbene non possano fornire una dimostrazione
incontrovertibile di una vita ultraterrena, hanno il potere di far affiorare
qualche dubbio.
Moltissimi sono infatti gli elementi che accomunano le
diverse testimonianze e sono tali da consentirci di pervenire a una sorta di
identikit degli spiriti in grado di comunicare con i vivi.
I defunti che si manifestano possono essere parenti, amici,
conoscenti del soggetto con cui entrano in contatto, così come emeriti
sconosciuti, si tratta sempre però di persone morte in seguito a malattia o,
molto più spesso, in maniera violenta. Probabilmente, dunque, anime che hanno
ancora un conto in sospeso con questo mondo.
Solitamente si tratta di soggetti trapassati da poco,
rarissime sono le apparizioni riconducibili a persone morte molti anni
addietro. Assai frequenti sono, invece, i casi di spiriti apparsi nel momento
esatto della morte per annunciarla a parenti ignari.
La loro presenza può essere percepita attraverso i cinque
sensi con una netta prevalenza della vista.
I luoghi prescelti per palesarsi sono solitamente quelli in
cui è avvenuto il decesso o nei quali il soggetto ha vissuto…
Benché ogni testimonianza risulti sprovvista di prove
tangibili, colpisce il modo in cui i vari racconti, pur provenendo da persone
che non si conoscono e non hanno avuto modo di confrontarsi, si somiglino.
Colpisce ancor di più il fatto che, in varie occasioni, il defunto venga
percepito da due o più soggetti contemporaneamente. Ma le strane “coincidenze”
reperibili in questi resoconti non finiscono qui.
Che dire di coloro che hanno incontrato spiriti di persone
mai conosciute e che, successivamente sono riusciti a identificarle? E di
quelli che hanno appreso dai defunti notizie delle quali non potevano
assolutamente essere a conoscenza?
Per quanto alcune esperienze possano essere spiegate
ricorrendo a fenomeni quali le allucinazioni, l’autosuggestione, la telepatia,
è innegabile che alcuni dettagli sfuggano a una completa comprensione.
Ma perché i morti scelgono di comunicare con i vivi?
Probabilmente questo è uno degli interrogativi più
interessanti da porsi sull’argomento e forse l’unico per cui esiste una
risposta che può mettere d’accordo tanto gli scettici quanto i credenti.
Un dato che emerge con forza dalle testimonianze raccolte in
questo libro e che le accomuna tutte, escludendo solo pochissime eccezioni, è
da rintracciarsi nella positività di queste esperienze. Solitamente chi entra
in contatto con un defunto non ne è per niente spaventato, si sente piuttosto
rassicurato o confortato dalla sua presenza. Quasi sempre riceve un messaggio,
più o meno esplicito, di pace e serenità. L’impressione che se ne ricava è che,
con le loro apparizioni, i trapassati aiutino i vivi a elaborare il lutto e a
vincere la paura della morte regalando l’illusione o la convinzione di
un’esistenza oltre questa.
Che si tratti di fantasmi reali o di semplici proiezioni
della nostra mente, il senso del loro manifestarsi sembra essere univoco.
Se siete incuriositi dall’argomento questo saggio vi fornirà
tantissimi spunti di riflessione. Se poi siete stati anche voi protagonisti di
incontri soprannaturali, la lettura risulterà ancora più avvincente perché avrete modo
di confrontare la vostra con molteplici altre esperienze e magari trovare tra
queste pagine alcune chiavi che vi aiuteranno a rielaborarla.
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