sabato 13 ottobre 2012

Anteprima: L'autunno di Montebuio

In libreria a ottobre
Titolo: L'autunno di Montebuio
Autori: Danilo Arona e Micol Des Gouges
Editore: Nero Press
Pagine: 250 c.a
Prezzo: 13 euro (prezzo lancio valido fino al 31 ottobre)

Descrizione:
Tornano i misteri di Montebuio. Sullo sfondo, gli anni in cui Cuba minacciava il mondo coi suoi missili. La storia di tre bambini che si trovano ad affrontare l’incubo della guerra attraverso le paure – anzi no, il terrore – negli  occhi degli adulti.
“Perché la paura, al suo picco, è in grado di materializzare i terrori del mondo. E i missili voleranno in direzione di Montebuio. E con loro altre cose che nessuno mai dovrebbe vedere” (cit. D. Arona)
Perciò siate pronti. L’Autunno sta arrivando.

Danilo Arona:



Danilo Arona, scrittore e critico cinematografico. Dal 1978 a oggi ha firmato oltre venti titoli tra saggi di cinema, inchieste sul lato oscuro del sociale e romanzi horror. Nella sua produzione più recente spiccano L'ombra del dio alato, La stazione del Dio del Suono, Palo Mayombe, Cronache di Bassavilla, Black Magic Woman, Finis Terrae, Melissa Parker e l'incendio perfetto, Santanta, Pazuzu e La croce sulle labbra. Suona la chitarra con il gruppo rock dei Western Comfort.


Per tutto il mese di ottobre, fino alla mezzanotte di Halloween, il libro è acquistabile in prevendita a soli 13 euro senza spese di spedizione (prezzo di copertina 15 euro).
Per acquistare il libro in prevendita cliccate qui


Nell'attesa di poterci tuffare nell'autunno, vi riproponiamo la recensione di Miriam de L'estate di Montebuio 

 
L'estate di Montebuio
Danilo Arona
Gargoyle Books 

“Che ne direste se per farvi paura qualcuno vi proponesse una macchina da scrivere costruita negli anni Venti, la statua di una santa venerata da pochi eletti, o una vecchia colonia abbandonata? Bastano di per sé a far tremare i polsi e vacillare le menti?
No. Di per sé no. Ma c’è il valore aggiunto che ci mette lo scrittore”.
Se lo scrittore in questione è Danilo Arona su quel valore aggiunto potete scommetterci e star pur certi che tre elementi apparentemente innocui come questi possono dare vita a un incubo senza pari ma anche molto di più: possono trasformarsi in vere  e proprie “porte” dalle quali accedere a multiversi di terrore.
Al principio c’è l’estate, quella del ’62. Il dodicenne Morgan Perdinka, futuro scrittore horror di successo, si reca con la famiglia a Montebuio. Sarà proprio in questo villaggio di sole trentadue anime, sperduto nell’Appennino Ligure, che trascorrerà una vacanza indimenticabile, la più importante della sua vita. Una vecchia Continental scovata nello studio del prozio Don Guido, una colonia abbandonata, luogo ideale per i “riti di passaggio” e Miriam, il primo amore, quello che non si scorda mai, si configurano subito come emblemi di un periodo carico di belle promesse. Ben altre però, saranno le immagini a imprimersi indelebilmente nella memoria di Morgan e a perseguitarlo negli anni a venire: fogli dattiloscritti da una mano sconosciuta, il primo e ultimo bacio assaporato in un giardino e poi lacrime… lacrime nere a infestare la colonia e a riaffiorare dagli occhi dell’inquietante pupazzo di un ventriloquo.
Ricordi autentici o falsificati dalla memoria, a più riprese tornano a galla, divenendo il fil rouge di una trama assai complessa. Quasi un gioco di scatole cinesi che colloca l’affascinante biografia di Perdinka al centro di una macro-storia che ci racconta di spazi quantici, oscuri presagi e antiche maledizioni risalendo molto indietro nel tempo, fino al martirio di Santa Mariana D’Antiochia, la vergine crocefissa nel lontano 290 d.c.
Se l’orrore rimane al centro della scena è impossibile non restare affascinati anche dalla sottile vena romantica che pervade le pagine di quest’opera, dalla delicatissima quanto intensa storia d’amore sbocciata tra due bambini alle immagini fortemente evocative che rimandano all’universo infantile (di certo non scevro da incubi e misteri). La stessa estate, lungi dall’essere semplicemente una stagione dell’anno, viene qui scandagliata nel suo valore simbolico divenendo "il tempo dei transiti, dei riti d’iniziazione, della fugacità. Il tempo del passaggio − traumatico o rettilineo − da un punto della vita a un altro”.
Ancora una volta Danilo Arona ci regala un romanzo avvincente, in grado di inchiodarci alla pagina e di incutere autentico terrore soprattutto perché, come sempre accade nelle sue opere, verità e immaginazione si confondono tanto da non consentirci più di capire dove finisce lo scrittore  e inizia la realtà. La “finzione” che qui ci viene proposta ha piuttosto il sapore di una visione alternativa del reale la cui forza risiede nel suo essere assolutamente plausibile al punto che, ci si creda o no,  finisce per insinuarsi nella mente con la stessa efficacia di un insistente buzz.





Nessun commento:

Posta un commento