Titolo: Nell'abisso profondo
Titolo originale: A lower deep
Autore: Tom Piccirilli
Editore: Gargoyle Books
Pagine: 224
Prezzo: 12,90 euro
In libreria il 6 settembre
In libreria il 6 settembre
Descrizione:
Un
misterioso narratore, noto con il solo nome di “Maestro invocatore”, si
trova inesorabilmente coinvolto in una feroce lotta contro il leader
della sua vecchia congrega, Jebediah DeLancre. Questi, a dieci anni
dalla violenta distruzione della precedente Coven - cui entrambi
appartenevano - ha riunito un gruppo di streghe e zombie per costringere
Cristo a tornare sulla Terra e scatenare così l’Armageddon prima del
tempo. Ma è davvero questo il fine ultimo del suo malvagio progetto o un
sogno ancor più inconfessabile e pieno di tracotanza: quello di
dominare la terra? E se il suo piano, invece, rispondesse a un’esigenza
più umana: ottenere finalmente l'assoluzione dei propri peccati per
ricongiungersi con se stesso, tornando così a un originario stato di
purezza?
Accompagnato dal fedele demone Me,
il Maestro invocatore si troverà di fronte alla più dura delle scelte:
lottare per il Bene o cedere alle lusinghe di DeLancre che gli promette
di riportare in vita la sua amata Danielle. Riuscirà a resistere alla
tentazione e a fermare il processo ormai innescato della fine del mondo?
L'autore:
Tom Piccirilli (1965)
è uno scrittore americano estremamente prolifico. Ha pubblicato più di
150 opere negli Stati Uniti, spaziando dall’horror al fantastico,
dal thriller al racconto erotico, aggiudicandosi il prestigioso Bram
Stoker Award per ben quattro volte. Nell’abisso profondo è il suo secondo titolo edito in Italia dopo Padre delle tenebre (Sperling & Kupfer, 1993).
La recensione di Miriam
Resuscitare il Messia. È questo il folle proposito di
Jebediah De Lancre, folle ma tecnicamente realizzabile stando alla sua esperienza.
Egli infatti è un mago oscuro, in passato è stato leader di una potente
congrega e di morti ne ha resuscitati parecchi. Certo, si trattava di persone
comuni ma, sebbene figlio di Dio, Gesù è stato pur sempre un uomo, dotato di un
corpo in carne e ossa come tutti gli altri.
Il vero problema è che per realizzare il suo progetto ha
bisogno dell’aiuto di un Maestro invocatore e il solo che conosca, all’altezza
del compito, non sembra ben disposto ad assecondarlo.
Il suo nome non è noto, lo conosceremo semplicemente come
“Il Negromante”, ex membro della coven di Jebediah, dopo la violenta
distruzione che ne ha determinato lo scioglimento e gli è costata la perdita
della donna amata, si è allontanato e
con certe pratiche ha definitivamente chiuso.
Come convincerlo a cambiare idea?
De Lancre farà leva proprio sul sentimento: si offrirà di
riportare in vita Danielle in cambio della sua collaborazione.
A quel punto le certezze del Negromante cominceranno a
vacillare ma la scelta non sarà affatto facile soprattutto perché non gli è
chiaro quale sia davvero la posta in gioco.
Cosa vuole ottenere in realtà Jebediha resuscitando Gesù? Servirsene
per dominare la terra? Scatenare l’Armageddon oppure ottenere l’assoluzione per
i propri peccati?
Seguendo il racconto in prima persona del Maestro invocatore,
compiremo un viaggio allucinante alla ricerca delle risposte. Partendo da un
paesino del Montana approderemo a Magee Wails (l’isola dei dannati) sino a
giungere a Gerusalemme, luogo mistico per eccellenza e, nel contempo,
scenderemo negli abissi dell’anima.
Partendo da semplici
−e all’apparenza deliranti − premesse Tom Piccirilli tesse una trama assai
complessa dando vita a un romanzo dalle forti connotazioni horror ma abbastanza
fuori dagli schemi. Il tutto ruota intorno all’eterna lotta tra bene e male,
tuttavia l’autore la ripropone in una chiave per niente scontata e affrontando
tematiche che vanno molto al di là del puro intrattenimento.
Le ambientazioni spiccatamene dark e la minaccia
dell’Armageddon incombente fanno da sfondo a uno scontro epocale tra angeli e
demoni. Sono questi ultimi i principali attori della storia ma sin da subito ci
si ritrova nell’impossibilità di tracciare una netta linea di demarcazione tra
le due fazioni.
Nessuno sembra essere davvero immune alla violenza, nessuno
in grado di perseguire i suoi scopi, nobili o meno che siano, senza colpo
ferire.
Il Negromante è rappresentante per eccellenza di questo
dualismo. Egli infatti è costantemente accompagnato da “un altro Me”, un demone
che lo segue e lo abita mettendo di continuo in discussione i suoi buoni
propositi. L’uomo vorrebbe schierarsi dalla parte del bene una volta per tutte,
lottare per salvare l’umanità rinunciando persino al suo amore, ma il suo
spirito demoniaco è stuzzicato dall’odore del sangue, reclama vittime da
sbranare e non rinuncia ad affondare gli artigli nella carne fresca ogni volta
che ne ha la possibilità.
Allo stesso modo enigmatica appare la figura di Jebediah. È
innegabile che sia un essere crudele, animato da un certo gusto sadico. Per
ferire il Negromante non esita a resuscitare suo padre defunto trasformandolo
però in una creatura grottesca, condannata a indossare per l’eternità un
ridicolo costume da giullare. Eppure il suo desiderio di riportare Cristo sulla
terra potrebbe essere in sintonia con il volere di Dio non meno di quanto
potrebbe esserlo con quello di Satana, giacché il giorno del giudizio è
contemplato nelle Sacre Scritture.
Cosa è bene e cosa è male? L’autore ci pone ripetutamente di
fronte a questo dilemma mostrandoci quanto difficile sia fornire una risposta
univoca.
Il sacrificio richiesto ad Abramo, quello del suo stesso
figlio Gesù, l’apocalisse sono tutti orrori che rientrano nel disegno divino,
espressione dell’attuazione di un concetto di giustizia che sfugge all’umana
comprensione.
La religione dovrebbe unire gli uomini, alimentare uno
spirito universale di fratellanza, invece
spesso sembra dividerli fomentando guerre. Soprattutto nella seconda parte del
romanzo, non mancano riferimenti espliciti al conflitto arabo israeliano e alle
guerre sante.
“Come tutte le guerre, anche questa inizia con un
sacrificio. Lì in una terra di astio e sangue, Abramo aveva preparato la morte
di suo figlio. Secondo gli ebrei, il suo nome era Isacco. Per i musulmani, era
Ismaele. Migliaia di ignoti sono morti per la devozione a quei piccoli dettagli
e metafore. Ordigni esplosivi vengono posizionati sotto i cuscini per via di
pronunce sbagliate. Intere famiglie vengono avvelenate per pochi centimetri
quadrati sul retro di un sepolcro o di una chiesa. I palestinesi e gli
israeliani hanno lottato per righe tirate nella sporcizia […] Dove c’è la
santità, c’è Satana”.
Un’affermazione forte, provocatoria, che potrebbe far
storcere il naso ai religiosi più ferventi, ma che affonda le radici in una
realtà inconfutabile.
Blasfemo, dissacrante, disturbante, Tom Piccirilli riesce a
travolgerci con il suo stile visionario fornendoci ottimi spunti di riflessione
da cui partire per ridisegnare il confine tra Bene e Male.
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