mercoledì 13 giugno 2012

Recensione: La profezia del lupo. L'eredità dell'ombra

Titolo: La profezia del lupo. L'eredità dell'ombra
Autrice: Marilù Monda
Editore: Piemme
Collana: Freeway
Dati:  2012, 382 p., rilegato
Prezzo di copertina: € 14, 90

Descrizione:
Il cielo è un'oscurità impenetrabile, i corvi e le cornacchie lanciano le loro stridule grida, nubi di pipistrelli riempiono l'aria: sono tutti presagi di guerra e morte perché il Clan dell'Ombra ha conquistato il mondo e sta seminando caos e distruzione. La salvezza è nascosta tra le righe di una profezia, che allude a quattro Prescelti che non potrebbero essere più diversi: Faloan, l'irruente erede del regno dell'Acqua; Aidan, la malinconica e bellissima principessa del regno del Fuoco; Derry, un umile contadino che viene dalle verdi lande del regno della Terra; e Kyla, una pastorella ribelle del regno dell'Aria. I quattro ragazzi, che tengono tra le mani il destino del mondo, hanno una sola certezza: trovare la Creatura dagli Occhi Verdi, un misterioso guerriero che li accompagnerà nella difficile impresa di sconfiggere le forze del male... 

L'autrice:

Marilù Monda, detta Missi, ha 19 anni e studia filosofia. Nata in Italia ma residente a New York, adora leggere, seguire le serie tv poliziesche ed è curiosa di tutto. I suoi autori preferiti sono C.S. Lewis, J.R.R. Tolkien, Vladimir Nabokov, Stephen King e Philip Roth. Ha scritto questo romanzo quando aveva 17 anni.

La recensione di Sara: 
Immaginate il Regno Unito diviso in quattro regioni, ognuna delle quali corrispondente a un elemento naturale. Questo è lo scenario che fa da sfondo alle vicende de La profezia del lupo. L’eredità dell’ombra.
I quattro regni sono minacciati dalle Creature dell’Ombra, esseri spregevoli che fanno capo a un malvagio sovrano di cui non si conosce l’identità. I regni dell’Aria, del Fuoco, dell’Acqua e della Terra sono disperati, sembra non esserci più via di scampo per loro. Fortunatamente qualcuno penserà alla loro salvezza.
Quattro druidi ricorderanno un’antica profezia secondo cui quattro giovani ragazzi, uno per ogni regno, si incontreranno per salvare i loro popoli dalla crudeltà delle Creature dell’Ombra.
Inizierà così il viaggio di Faloan, Derry, Aidan e Kyla alla ricerca della misteriosa Creatura dagli Occhi Verdi che li condurrà verso la libertà.
Il plot risulta abbastanza semplice e poco originale. La storia, tipicamente sword and sorcery, non presenta nessun elemento particolarmente innovativo rispetto ai grandi classici del genere. Incisiva sembra essere l’influenza di Tolkien sull’autrice, elemento che si fa notare soprattutto nelle descrizioni,  lunghe e dettagliate ma che, spesso, appesantiscono la lettura.
Anche il ritmo risulta piuttosto lento rispetto agli standard del fantasy.
Quella che però, a mio parere, è la vera pecca del romanzo è l’incongruenza di alcuni elementi.
La storia è ambientata in un periodo che, se pur non specificato, richiama quello pre-medievale. L’autrice sottolinea più volte nel corso delle vicende l’appartenenza dei personaggi al popolo celtico e alla tradizione pagana. Tuttavia da un certo punto in poi del romanzo ci si ritrova davanti particolari che spiazzano e confondono.
A ricordarsi della profezia sono quattro druidi, sacerdoti pagani per eccellenza che operano attraverso la natura per il bene della comunità di cui fanno parte. L’autrice però sottolinea anche la loro capacità di “scacciare le streghe”. Com’è possibile che un pagano possa scacciare una strega? Questo termine ha acquisito accezione negativa solo dopo le prime persecuzioni da parte della Santa Inquisizione, se facciamo riferimento a tutto il periodo precedente, la parola “strega”, non indica assolutamente nulla di diverso da un druido. Cacciare una strega, per loro, significherebbe allontanare se stessi.
L’incongruenza continua quando i quattro ragazzi scoprono di essere i prescelti per salvare i Quattro Regni. A svelare loro il destino sarà un Deluagh Sluagh, creatura celtica che annuncia la morte degli umani. Una Banshees insomma, indicata in Irlanda anche con il nome di Fata.
Ne La profezia del Lupo, la Sluagh si presenta inizialmente come fata, poi come angelo o spirito buono. Nella cultura celtica-pagana non possono assolutamente esistere creature come gli angeli, appartenenti alla tradizione cristiana e, per di più, provenienti dal paradiso, luogo inesistente per i popoli nordici.
Quello che più mi ha spiazzata è stata la reazione dei ragazzini alla vista della fata. Tutti loro si spaventano e per allontanarla utilizzano un crocifisso. Com’è possibile che un popolo che fa riferimento alla cultura gaelica abbia in casa un crocifisso e lo utilizzi contro una fata? E, cosa ancor più assurda, com’è possibile che una fata si lasci spaventare da un simbolo che non le appartiene minimamente?
Il romanzo ha sicuramente del potenziale tra le pagine, la storia è simpatica e Marilù Monda ha un buono stile, se pur ancora acerbo. Non si può negare che certi particolari, per chi non è appassionato di mitologia gaelica e di tradizione pagana possano passare inosservati, senza influenzare il giudizio sull’opera ma, per chi non è nuovo a questa cultura, possono rappresentare un elemento di disturbo.


2 commenti:

  1. Ho iniziato adesso a leggerlo! Poi ti farò sapere ;)

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    1. Sì Stefi, facci sapere, siamo curiose di conoscere anche la tua opinione.

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