mercoledì 4 aprile 2012

Recensione: Unwind. La divisione

Titolo: Unwind. La divisione
Autore: Neal Shusterman
Editore: Piemme
Collana: Freeway
Dati:  2010, 409 p., rilegato
Prezzo di copertina: 19, 00

Descrizione:
La seconda guerra Civile, che passò alla storia come la Guerra Morale, fu un conflitto lungo e sanguinoso, combattuto negli Stati Uniti su un'unica questione: l'accettazione o meno dell'aborto. Per mettervi fine, venne approvata una serie di emendamenti nota come Legge sulla Vita, che accontentò sia lo schieramento abortista, sia quello antiabortista. La Legge stabilisce che la vita umana è intoccabile dal momento del concepimento fino a quando un bambino compie tredici anni. Fra i tredici e i diciotto, però, i genitori possono decidere di abortire in modo retroattivo a condizione che, tecnicamente, la vita dell'adolescente non finisca. A questo scopo, tutti gli organi del ragazzo verranno impiantati in persone in attesa di trapianto, le quali manterranno una memoria del donatore. Il processo tramite cui il ragazzo viene allo stesso tempo eliminato e tenuto vivo si chiama Divisione. È una pratica largamente accettata dalla società. Connor ha sedici anni, Lev tredici e Risa quindici. Tutti e tre hanno uno stesso destino: essere Divisi. Tutti e tre vogliono sfuggire a questo destino, e sono pronti a combattere.

L'autore:
Neal Shusterman è cresciuto a New York nel quartiere di Brooklyn e ha cominciato a scrivere in giovane età.Ha iniziato la sua carriera professionale con una colonna umoristica a 22.
Ora è uno scrittore a tempo pieno, sceneggiatore e scrittore televisivo.

La recensione di Sara:

Immaginate un futuro distopico, una Guerra Morale tra abortisti e anti-abortisti, nuove Leggi sulla Vita. Immaginate un mondo in cui la gente può cambiare colore degli occhi iniettandosi  pigmenti nella retina. Benvenuti in Unwind!
Il sipario si apre sugli Stati Uniti del futuro, dove la Legge prevede che la vita umana è intoccabile dal momento della nascita fino a quando il bambino non compie i tredici anni, età in cui un genitore può decidere di sottoporre il proprio figlio all’aborto retroattivo. La divisione.
I ragazzi difficili, non abbastanza brillanti o che semplicemente hanno difficoltà nel relazionarsi agli altri, sono solo un peso per la famiglia e per lo Stato che deve mantenerli. È per questo che la legge ne autorizza la morte. Se ci sei devi avere uno ruolo ben preciso.
Ma il destino dei dividendi va ben oltre la morte, anche andandosene devono lasciare qualcosa alla comunità.
Campi di raccoglimento bellissimi, immersi nella natura, attendono i dividendi che, dopo un breve addestramento, vengono sezionati. Ogni singola parte dei loro corpi, anche la più piccola, è utile per trapianti di organi o cure per qualsiasi malattia. La Polizia Giovanile non risparmia nulla, a suo parere i ragazzi tecnicamente continuano a vivere, solo “sotto un’altra forma”.
Connor, Risa e Lev sono i giovani protagonisti che incorrono in questo triste destino.
Connor è un ragazzo difficile, fatica a relazionarsi con gli altri e fa spesso a botte. La sua famiglia è stanca di averlo tra i piedi e di ripulire il sangue dei suoi graffi.
Risa vive sin da piccola nell’Orfanotrofio Statale, è una brava pianista, ma non eccellente. Lo Stato non può permettersi di spendere soldi per una ragazza che non eccelle.
Lev è una Decima, la sua ricchissima famiglia accetta la divisione come dono divino. Il giovane deve essere immolato come un agnello al suo Dio. Sarà grazie a lui che il mondo espierà le sue colpe.
Connor è il primo che decide di sfuggire al suo destino, non può accettare la morte solo perché qualcun altro l’ha decisa per lui e poi, non può sopportare l’idea che parti del suo corpo finiscano su perfetti sconosciuti.
È così che inizia una corsa sfrenata verso la libertà in cui le vite dei tre dividendi si incroceranno senza potersi più liberare dal laccio che li tiene legati insieme. In questo folle viaggio della speranza i nostri piccoli eroi conosceranno altri ragazzi latitanti destinati alla divisione. Non sono i soli a voler scappare e non sono i soli a voler dire di no a quest’orrore. Ad aiutarli ci saranno Sonia, la Dragon Lady che nasconde i dividendi latitanti nel retro della sua bottega delle antichità e l’Ammiraglio, un uomo misterioso e inquietante che li accudisce in un cimitero d’aeroplani.
A fare da sottofondo a questo cupo scenario la leggenda di Humphrey Dunfee, il diviso che fu ricomposto. La filastrocca si ripete nelle menti di Connor, Risa e Lev, come fosse un inno d’incoraggiamento.
La penna di Neal Shusterman traccia ritratti che entrano nel cuore come una lama e ne escono lasciando ferite profonde. I personaggi che si incontrano nelle pagine di questo splendido romanzo lasciano un segno indelebile sulla pelle del lettore, tra brividi e lacrime. “Ogni dividendo ha una storia che arriva a dieci nella scala dello strappalacrime”.
Nonostante la commozione accompagni la lettura, non diviene mai smielata. I rapporti che nascono tra i latitanti sono veri e spudoratamente d’occasione. I ragazzi sanno perfettamente che a spingerli all’unione non è l’amicizia ma la necessità. Ognuno di loro ha un ruolo ben preciso e non possono fare a meno l’uno dell’altro ma, fondamentalmente, quello che interessa è salvarsi la pelle. Qualcuno si innamora, ma è solo per poco. In quel baratro che puzza di morte non c’è spazio per simili sentimenti.
A far riflettere sono anche le conversazioni che riempiono i tempi vuoti dei giovani. I dividendi sanno di non essere amati, altrimenti non sarebbero lì, ma in loro non muore mai la speranza di trovare prima o poi qualcuno che si prenda cura di loro. Non sono convinti di avere un’anima, qualcuno ha paura di quello che può succederle dopo la divisione. Se strappassero via anche quella? In fondo nessuno di loro crede davvero di averne una.
Appena adolescenti ma già con un bagaglio sulle spalle che incrina le ossa fino a spezzarle, l’amaro in bocca e la voglia di restare in piedi, qualunque cosa accada. Non hanno nulla da perdere ma lottano per la giustizia. La vita è loro e vogliono riprendersela.
Unwind è un romanzo crudo, che graffia e accarezza.
È difficile riuscire a staccarsi dalle sue pagine ma, ancor più difficile è doverlo chiudere. Dopo le prime righe si comincia a correre insieme ai dividendi, con la sensazione di essere braccati dalla PolGiov e ci si affeziona talmente tanto ai protagonisti che l’empatia è inevitabile.
Unwind non è solo un romanzo distopico ma anche una dura riflessione sulla società odierna. È un avvertimento di quello che può succedere se non si presta un po’ più di attenzione all’altro, se si perde il senso della vita al punto di calpestarla senza pietà.
Unwind è solo un’ipotesi. Unwind è vicino.

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