Recensione: Il canto delle Ombre

Titolo: Il Canto delle Ombre
Autore: Camilla Morgan-Davis
Editore: Zero91
Dati: 2012, 216 p., brossura
Prezzo di copertina: 15, 00 
Descrizione:
Ad Amadriade, Maila, la ragazza con sangue di lupo, affida alla Luna il suo desiderio più intimo. Ritrovare Ren, il suo amore, il suo Othar. Solo una nuova visione, un nuovo sogno, potrebbe indicarle il luogo in cui lui è tenuto prigioniero o dove il suo corpo è stato abbandonato. I sogni di Maila sono però minacciati da alcuni Demoni, i Velatori, che vogliono impadronirsi della sua mente per accedere al regno della Luce e perdere la loro essenza di Ombre. Intanto, i Disincarnati, gli antichi nemici dei licantropi, hanno allestito una cellula segreta a Ochate. In questo paese del nord della Spagna, tengono prigionieri gli uomini lupo cercando l'Arma Celeste, un pericoloso veleno custodito da secoli in un luogo misterioso - in grado di sterminare ogni lincantropo. Maila sarà chiamata ancora una volta a onorare il suo ruolo di Prescelta. Lascerà Amadriade per mettersi in viaggio verso la città spagnola di Ochate. Affronterà la minaccia dei Velatori e la furia dei Disincarnati che incombe sul destino del suo popolo. Forse la Luna veglierà sul suo amore per Ren.  

La recensione di Miriam:
Attesissimo sequel de Il canto della Notte, Il canto delle Ombre riprende le fila del racconto dal punto in cui era stato interrotto. Nel capitolo precedente avevamo lasciato Maila disperata per aver perso il suo amore Ren. Tornata ad Amadriade la riscopriamo in preda al tormento ma determinata a non rassegnarsi. La ragazza lupo è, infatti, convinta che il suo Othar non sia morto ed è decisa a ritrovarlo. Mentre affida il suo desiderio alla Luna e tenta di farsi guidare dai sogni affinché l’aiutino nella ricerca, una nuova minaccia incombe sulla comunità dei licantropi.
I Disincarnati stanno cercando l’Arma celeste, un potentissimo veleno in grado di sterminare gli uomini lupo. Maila, in qualità di prescelta, è chiamata perciò a compiere una nuova missione: trovarla e distruggerla prima che se ne impossessino i nemici.
Parte così alla volta di Ochate, un paesino situato nel nord della Spagna in cui si presume che sia nascosta l’arma. È proprio qui che i Disincarnati hanno allestito una cellula segreta e tengono prigionieri diversi licantropi. Scopo del loro capo Beatrice è selezionare tra i vari esemplari un soggetto tanto forte da poter sopravvivere al veleno. Il suo diabolico disegno è quello di iniettare il virus nel suo organismo, non appena lo avrà trovato, in modo da trasformarlo in un veicolo infallibile per la sua diffusione.
Ben presto si scoprirà che Ren è rinchiuso proprio nella prigione di Ochate. Sottoposto a terribili torture, riesce a incontrare Maila in sogno ma non può riconoscerla perché la sua memoria è stata cancellata. Tuttavia non è questo il solo ostacolo al ricongiungimento dei due innamorati.
Il demone Velatore Sateriel si insinua infatti nei sogni della prescelta allo scopo di impadronirsi della sua mente e poter così accedere al regno della Luce perdendo l’essenza di Ombra.
Maila dovrà dunque combattere contro nemici visibili e invisibili per riuscire a salvare il suo popolo e salvaguardare il suo amore.
L’atmosfera dark che caratterizza Il Canto della Notte, si intensifica in questo secondo capitolo della saga che, pur conservando un taglio decisamente fantasy e una forte componente romance, ingloba nella sua trama nuovi elementi dal sapore horror.
Ampio spazio viene concesso ai Disincarnati e in particolar modo a Beatrice, un personaggio che qui gode di un maggior approfondimento esercitando una forte attrattiva sul lettore. Da un lato la vediamo all’opera, preda della sua follia efferata, dall’altro ne apprendiamo la storia che ci aiuta a comprendere – sebbene non a giustificare – il suo profondo odio per i licantropi. Il ritratto che ne viene fuori è complesso quanto intrigante.
Avventurarsi nelle sue prigioni è sicuramente un’esperienza agghiacciante. L’autrice non ci risparmia la descrizione dettagliata di orribili torture che nulla lasciano all’immaginazione.
La dimensione onirica gioca un ruolo fondamentale nel dispiegarsi degli avvenimenti ammantando la storia di sfumature surreali. È nella dimensione del sogno che Maila e Ren si sfiorano sfidando la distanza fisica ed è sempre qui che si insinua il pericolo più grande per la prescelta. Gli incubi si sostituiscono alle visioni più rassicuranti imbrigliandola in un labirinto da cui è davvero difficile uscire perché risulta impossibile distinguere la verità dalle sue distorsioni. Lo stesso risveglio non è mai sufficiente a dissipare l’angoscia. Il sangue che tinge il sonno si riversa nella veglia e inquietanti petali cremisi fanno la loro comparsa rinvigorendo cattivi presagi.
Pregno di fascino oscuro è il regno delle Ombre in cui è confinato il demone Sateriel. L’autrice lo ricostruisce con grande efficacia descrittiva rievocando immagini e dinamiche che richiamano, a tratti, la mitologia greca.
Leggendo questo libro si ha la sensazione di essere catapultati in un universo in cui la dimensione reale e quella fiabesca si intrecciano. La storia si svolge nel nostro mondo attuale, diversi riferimenti - dall’abbigliamento, alla musica, alle tecnologie informatiche - ce lo ricordano eppure questo scenario, in cui facilmente possiamo riconoscerci, si tinge di magia. Magica è la natura degli uomini lupo, l’aura protettrice della Luna, la dimensione delle ombre e la duplice via dei sogni quanto reale è la ferocia dei disincarnati (le cui tecniche di tortura e il cui fanatismo sono facilmente rintracciabili anche nel nostro mondo) e l’amore che non conosce ostacoli tra Maila e Ren.
Se l’ottimo connubio tra azione, passione, inganni e colpi di scena fa sì che la lettura scorra via veloce, a stregare rimane soprattutto lo stile narrativo di Camilla Morgan Devis, quello stile personalissimo, evocativo, poetico, a tratti criptico, che contraddistingue Il canto della Notte e che qui torna ad affermarsi.
Penso che il termine “canto”, ricorrente nei due titoli della saga, renda perfettamente l’idea perché la prosa di questa autrice è musica.
Ho trovato davvero sorprendente il finale che lascia presagire una svolta dai toni fantascientifici alimentando l’attesa per il preannunciato seguito.

Leggi anche la recensione de Il canto della Notte





  
 
 

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