lunedì 2 aprile 2018

Recensione: Il ladro di bambini tristi

Titolo: Il ladro di bambini tristi
Autrice: Belinda Bauer
Traduttore: Fabio Zucchella
Editore: Marsilio
Pagine: 512
Prezzo: 19,00

Descrizione:
Un nuovo mistero ambientato tra le ombre della brughiera del sud dell’Inghilterra, contea di Somerset.
Nel pieno dell’estate, nelle lande del parco nazionale dell’Exmoor, Jesse, tredici anni, scompare dall’auto del padre. Passano pochi giorni e a Shipcott, minuscolo paesino ai confini del parco, dall’auto del padre scompare anche Pete, nove anni. In entrambi i casi, il misterioso rapitore lascia un messaggio: «Voi non li amate». È solo l’inizio di un nuovo incubo per il poliziotto Jonas Holly e la popolazione di Shipcott. Nessuna traccia, nessuna richiesta di riscatto, e nessuna speranza.

L’autrice:
Belinda Bauer è nata in Inghilterra e ha vissuto in Sudafrica prima di stabilirsi nel Galles, dove oggi vive. Ha lavorato come giornalista e sceneggiatrice per cinema e TV, vincendo
un Bafta Award. Autrice di sette romanzi polizieschi, ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti, quali il Golden Dagger Award della British Crime Writers’ Association per
il suo esordio e poi per la sua intera opera, e il Theakston Old Peculier crime novel of the year. Con Marsilio ha pubblicato Blacklands (2011) e Negli occhi dell’assassino (2014).

La recensione di Miriam:
La tranquilla routine di Shipcott, paesino immerso nella brughiera dell’Exmoor, viene turbata dal susseguirsi di sinistre sparizioni. Le vittime sono bambini che, come inseguendo un invisibile Pifferaio magico – sarà proprio questo il soprannome con cui verrà etichettato il rapitore –, svaniscono nel nulla senza lasciare traccia. Unico indizio lasciato dall’autore dei sequestri un bigliettino che puntualmente compare laddove il bimbo di turno è stato avvistato per l’ultima volta. Voi non lo amate: queste le parole vergate ogni volta, parole che suonano come una terribile accusa rivolta alle famiglie.
Ma perché? E soprattutto chi può celarsi dietro simili azioni?
Il compito di scoprirlo e, possibilmente, di riportare i piccoli a casa, sani e salvi, viene affidato all’ispettore Reynolds.
Mentre le indagini procedono, all’apparenza senza sbocchi, i sospetti di un adolescente del villaggio, Steven, si concentrano sul poliziotto Jonas Holly che di recente ha perso la moglie, Lucy, in circostanze tragiche. Il ragazzo è convinto che sia stato lui ad ammazzarla perché poco prima della sua morte ha assistito a qualcosa di terribile, qualcosa che ha gettato una nuova luce sul poliziotto trasformandolo, ai suoi occhi, da paladino della giustizia in un potenziale orco cattivo. Per la stessa ragione, è propenso a credere che sia lui anche il responsabile dei rapimenti ed è determinato a trovare le prove.
Saranno fondati i suoi sospetti? Oppure si tratta solo di assurde fantasie?
Per la prima metà, il romanzo ruota essenzialmente intorno alle indagini condotte dalla polizia e ai tentativi di Steven di dare un fondamento alla sua personale verità. Il ritmo narrativo è piuttosto lento, in sintonia con la situazione di stasi che tutto sommato caratterizza le indagini. I sequestri si moltiplicano e la soluzione del caso sembra essere sempre più lontana.
Personalmente ho trovato questa parte poco originale e per nulla appassionante. Andando avanti però tutto cambia. La seconda metà del libro ci riserva una svolta, scena e registro si trasformano in modo quasi repentino e di sicuro sorprendente. Lo sguardo si sposta da chi indaga a chi sta commettendo i crimini. In maniera quasi brutale l’autrice ci trascina nel covo del rapitore mostrandoci il suo folle disegno e il particolare trattamento che riserva ai bambini imprigionati. Le atmosfere si incupiscono, la tensione sale e quello che era cominciato come un comune poliziesco si trasforma in un romanzo dalle sfumature quasi horror. Non vi svelerò cosa accade nel nascondiglio del Pifferaio per non privarvi del piacere della scoperta, ma vi garantisco che è qualcosa di davvero raccapricciante e che alcune immagini richiedo uno stomaco forte per essere digerite.
Importante è la componente psicologica, tanto quella delle vittime, che in qualche modo devono trovare in se stesse la forza di sopravvivere all’orrore di cui sono protagoniste, quanto quella del sequestratore – in questo caso si tratta di una persona profondamente disturbata psicologicamente.
Man mano che il mistero viene svelato il senso di sorpresa aumenta poiché la storia assume una piega insospettabile e la lettura stessa diviene sempre più avvincente, anche perché la trama si arricchisce di azione. A un certo punto saranno proprio i piccoli rapiti, contando su una sorta di “ospite” a sorpresa che finirà fra le loro fila, a dare una svolta decisiva al caso.
Ad accompagnare la lettura, un profondo senso di inquietudine alimentato dalla consapevolezza che anche un villaggio piccolo e tranquillo, popolato di gente che si conosce, all’apparenza perbene, può nascondere in seno una scheggia impazzita. Il pericolo è ovunque e nessuno è mai al di sopra di ogni sospetto.











1 commento:

  1. Non conoscevo questo libro... Inquietante la seconda parte ma sembra intrigante proprio per questo! È sicuramente originale il fatto di guardare anche il punto di vista del rapitore.

    Ottima recensione come sempre, Miriam, e a tal proposito ti ho assegnato il Friendship Blogger Award! ⤵️
    http://valentinabellettini.blogspot.it/2018/04/premi-del-blog-friendship-blogger-award.html

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