venerdì 1 dicembre 2017

Recensione: Assedio

Titolo: Assedio
Autore: Bracken Macleod
Editore: Good Kill
Pagine: 186
Formato: ebook  ecartaceo
Prezzo ebook: 3,99
Prezzo cartaceo: 15,29
Disponibile su Amazon

Descrizione: 
Ore 14:45. Il ristorante Your Mountain Home Kitchen è ancora aperto quando una raffica di proiettili infrange i vetri, facendo esplodere il panico fra i presenti. Dall’altra parte della strada, una donna nell’ombra osserva, prende la mira, spara. Un cinico uomo d’affari vuole sottrarle la sua casa e lei è disposta a tutto pur di difendere ciò che le appartiene, anche a riprendere i vecchi panni da cecchino dell’Air Force e mietere vittime innocenti. Una partita con la morte fino all’ultimo respiro. Una prova estrema per le persone assediate, costrette a fare squadra ma anche a esplorare le loro emozioni, le aspirazioni e le paure più intime nel tentativo di sopravvivere, perché un proiettile non ha una coscienza con cui fare i conti, ma può scuotere la tua quando sei sotto tiro.

La recensione di Miriam: 
Arroccato nelle Selkirk Mountains, il Your Mountain Home Kitchen è un ristorante di successo. I clienti non mancano mai e gli affari vanno a gonfie vele, ma Adam Bischoff, il suo titolare, non è un uomo che si accontenta. La casa che sorge di fronte al suo locale potrebbe diventare un B&B, offrendogli l’opportunità di espandere il suo business. L’unico neo è che è occupata ma con i soldi, si sa, si compra tutto… o quasi. La donna che vi abita, Joanie Myer, non è disposta a vendere, e pare non esserci nulla che possa farle cambiare idea.
Il passo dalle promesse alle minacce è breve ma lei è un osso duro, ex cecchino dell’Air Force, non è il tipo che si lascia intimidire, così la contesa si trasforma in una vera e propria faida destinata a finire in tragedia, quando la donna, spinta all’esasperazione e ormai in procinto di perdere ciò che le appartiene, esplode in un raptus di follia.
Il romanzo comincia proprio da qui, dal punto di rottura, ovvero dal momento in cui, Joanie imbraccia il fucile e, dalla finestra di casa sua, comincia a sparare sul ristorante pieno di gente. È l’inizio di un assedio che coinvolgerà tutti i presenti perché la sua rabbia ha rotto gli argini e non si rivolge più a un bersaglio preciso ma, al pari di uno tsunami, è pronta a travolgere e distruggere qualsiasi cosa o essere vivente si pari sul suo cammino.
È una storia ad altissima tensione quella che prende vita fra le pagine, un’autentica partita con la morte in cui ogni mossa deve essere studiata attentamente giacché basta un singolo passo o un respiro di troppo per finire all’altro mondo. Ma è anche una storia fortemente introspettiva perché la situazione estrema in cui protagonisti si trovano fa emergere pregi e difetti di ciascuno, fa salire a galla paure e debolezze e, nel contempo, li costringe a interagire al fine di elaborare una strategia comune che possa metterli in salvo.
L’autore pone due contenitori di fronte: il ristorante con gli assediati e la casa in cui è barricata Joanie e ci fa rimbalzare dall’uno all’altro, lasciandoci scoprire che non si tratta solo di due edifici ma di due microcosmi gravidi di fantasmi ed emozioni.
Trovarsi a un passo dalla fine significa ripercorrere la propria esistenza, fare bilanci, confrontarsi con la propria coscienza, ed è proprio quello che i diversi personaggi fanno.
Man mano che le ore scorrono e la suspense aumenta, si delineano le esperienze e i caratteri delle persone coinvolte, si animano storie nella storia che parlano di coraggio e di sconfitte, di sogni mancati e altri ancora da inseguire, di rivalità e tradimenti, di amore e di amicizia.
Lyn, una ragazza dal passato difficile alla ricerca del suo posto nel mondo; Neil e Hunter, un padre e un figlio che sgomitano per conquistarsi del tempo da condividere; Carol con la sua compagna Sylvie, emblema di un amore solido tanto da vincere il pregiudizio; Luis, schiacciato dal suo egoismo; Bryce dilaniato dai sensi di colpa per aver tradito la famiglia… sono solo alcuni dei personaggi che, muovendosi su uno sfondo catastrofico, ci accompagnano in un virtuale viaggio di esplorazione dei sentimenti e dell’umanità, in senso più ampio, che resiste ed emerge proprio nei momenti più critici.
Sull’altro fronte ci attende invece Joanie, il presunto orco cattivo che, pur rimanendo nel suo ruolo fino alla fine, ha a sua volta una storia da sussurrarci, che narra di guerra, stupri, violenza. Attraverso dei flashback davvero toccanti, ci porterà in Afghanistan, sul campo di battaglia e poi giù, nell’abisso della sua anima sfigurata dagli orrori che ha vissuto.
Il ritmo narrativo è incalzante al punto da tenerci in apnea ma ci riserva anche piccole pause in cui l’ironia smorza la tensione, e altre in cui la parola diventa quasi musica regalandoci dei passi descrittivi o introspettivi che sono pura poesia; momenti in cui ci si può fermare idealmente a riprendere fiato, e si ha la sensazione che gli spari, i respiri affannosi, persino i suoni del bosco circostante si zittiscano per suggerirci che la consapevolezza di essere parte di qualcosa di più grande può essere la chiave per non lasciarsi sopraffare dalla paura e trovare il modo di sopravvivere quando si è nel mirino.
  



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