domenica 30 luglio 2017

Recensione: Header. Caccia alle Teste

Titolo: Header. Caccia alle Teste
Autore: Edward Lee
Traduzione di Nicola Lombardi
Editore: Independent Legions Publishing
Pagine: 151
Prezzo ebook: 2,99
Prezzo cartaceo: 14,87
Disonibile su Amazon

Descrizione: 
Prima edizione Italiana di una delle opere più celebri dell'hardcore-horror moderno, dalla quale è stato tratto il film 'Header' (2006) e una serie di graphic novels di grande successo negli Stati Uniti.
Sinossi: Cummings è un poliziotto corrotto che copre traffici di alcolici e droga per potersi permettere i medicinali necessari alla sua donna, da lungo tempo ammalata. Travis è un giovane sempliciotto e corpulento che, appena uscito dal carcere, trova rifugio presso l’unico parente rimastogli in vita, nonno Martin, rintanato sulla sua sedia a rotelle in un casolare sperduto nei boschi. E il vecchio orrore delle ‘cervellate’, apice delle interminabili faide fra le famiglie che vivono sulle colline, riesplode in tutta la sua sanguinaria, inimmaginabile violenza, trascinando i protagonisti di questa allucinante novella nel gorgo di un destino che non lascia scampo. A nessuno. 
Contenuti espliciti, opera non consigliata a lettori impressionabili.

La recensione di Miriam:
Concetti quali sfortuna, vendetta, giustizia possono assumere toni davvero sinistri se a interpretarli è un maestro dell’hardcore horror come Edward Lee. E sono proprio questi i temi che, rivisitati in maniera estrema, ispirano Header risucchiandoci in un vortice di oscenità e violenza – ma non solo.
Sfortunato può dirsi Travis che da ragazzino finisce in cella per una bravata; la sua pena si allunga per una serie di brutte coincidenze e quando riconquista la libertà, dopo undici anni, scopre di aver perso entrambi i genitori e che la casa paterna è andata distrutta in un incendio. Rimasto solo al mondo, può contare solo su nonno Martin – un ciabattino che, quasi per ironia della sorte, ha perso i piedi a causa di una cancrena da diabete. Assistere un vecchio invalido in cambio di un tetto sulla testa sembra essere quanto di meglio ha da offrirgli il prossimo futuro.
Sfortunato può definirsi anche Stewart Cummings dal giorno in cui la sua adorata moglie Kath si è ammalata gravemente. Da allora si trascina nella costante paura di perderla ed è attanagliato dall’ansia di non poter comprare le costose medicine di cui ha bisogno. Proprio per questo motivo, da poliziotto integerrimo, si è trasformato in un agente corrotto, accettando di coprire traffici illeciti in cambio di mazzette.
Escludendo il fatto che sono entrambi dei perdenti, i due personaggi non sembrano avere molto in comune, non si conoscono e viaggiano su binari paralleli, almeno fino a che qualcosa non spinge le loro strade a incontrarsi e a convergere in modo inaspettato.
Questo qualcosa si chiama “cervellata”. Travis ne ha sentito parlare più volte da bambino ma gli adulti non hanno mai voluto spiegargli di cosa si trattasse. Ora che è diventato uomo, il nonno è pronto a svelargli il segreto… un segreto che darà la svolta alla sua vita e travolgerà anche quella dell’ignaro Cummings.
Lascerò a voi il piacere di scoprire in cosa consiste esattamente una cervellata – del resto l’autore lo spiega in maniera eccelsa e con dovizia di particolari – qui mi limiterò ad anticiparvi che corrisponde quasi a una legge non scritta per gli abitanti delle colline, una pratica che si tramanda di generazione in generazione il cui scopo è appunto quello di ristabilire il giusto equilibrio allorquando si subiscono delle ingiustizie. Immaginate una versione creativa e molto sanguinosa della legge del taglione per farvi una vaga idea, anche se la pratica in questione va ben al di là di ogni immaginazione.
È una prosa intrisa di sadica raffinatezza quella di Lee, cruda, diretta e nello stesso tempo calibrata ad arte per assicurarci un pugno allo stomaco dietro l’altro. Sicuramente inadatta al lettore impressionabile, si compone di immagini splatter in grado di scuotere dalle fondamenta e di infrangere qualsiasi tabù, immagini che ci vengono offerte nella loro brutalità senza alcun pudore. A rincarare la dose, si aggiunge il macabro sense of humour che spesso irrompe nei contesti più raccapriccianti strappandoci un sorriso dissacrante. Leggendo, a tratti ci si sente quasi dei voyeur, spettatori segreti di uno spettacolo intimo quanto proibito; consapevoli di stare assistendo a qualcosa di profondamente sbagliato, eppure incapaci di distogliere lo sguardo perché irretiti da una strana malia.
Tuttavia, la novella non si riduce a questo. Pur riempendoci gli occhi di sequenze raccapriccianti e ipnotizzanti, Lee riesce ad attrarre la nostra attenzione anche su altri dettagli, meno appariscenti e meno tangibili ma per nulla privi di importanza. Con la stessa cura che dedica alle descrizioni più scabrose, tratteggia la psicologia dei personaggi, facendoci comprendere appieno la logica perversa che sorregge le loro azioni e mostrandoceli in tutti i loro aspetti, anche quelli più fragili.
Travis e nonno Lee formano una coppia letale, diabolica, eppure fra loro corre una sorta di tenerezza disarmante. Soli e reietti entrambi, a loro modo, si amano e si supportano rendendosi protagonisti di una complicità intrisa di profondo affetto.
Allo stesso modo, Cummings, che all’esterno interpreta il ruolo dell’essere viscido e privo di scrupoli, nell’intimità domestica si trasforma in un marito devoto e appassionato, capace di commuoverci per l’abnegazione con cui si prende cura della sua amata.
Queste incursioni nel privato, fanno sì che la violenza di cui siamo testimoni acquisti un senso, pur restando ingiustificabile, e contemporaneamente ci ricordano che nessuno è mai ciò che appare fino in fondo. Fra i bifolchi che popolano questa storia non esistono buoni e cattivi, giusti e rei, tutti sono vittime e carnefici allo stesso tempo, proprio per questo non si può mai abbassare la guardia; il male si annida ovunque sulle colline e può nascondersi anche nell’animo delle persone più insospettabili.
Il tema della vendetta ricorre anche nel racconto La ragazza larva nella prigione delle donne morte – un bonus incluso solo nell’edizione cartacea –, che ci riserva un’ulteriore scarica di adrenalina. Qui l’horror di fonde con la fantascienza trasportandoci in un futuro distopico in cui si diffonde un orribile morbo che trasforma gli esseri umani in larve. Seguendo le vicissitudini di una prostituta larva, finiremo in un carcere di massima sicurezza in cui, fra sevizie ed esperimenti ripugnanti, vedremo crescere il suo senso di rivalsa fino ad assistere alla sua rivincita finale.
Lettura consigliata a chi ama le emozioni forti e sa apprezzare l’horror nella sua veste più pulp.










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