Recensione: Il dipinto maledetto

Titolo: Il dipinto maledetto
Autrice: Alex Connor
Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Prezzo eBook: 3,99
Prezzo cartaceo: 9,90
 
Descrizione:
VENEZIA, 1555. Nella città del doge il pericolo è in agguato. Un rigido inverno avvolge la città nella bruma, e sulle banchine affiorano degli inquietanti cadaveri. Sono le vittime di uno spietato serial killer, rese irriconoscibili dalle torture…
LONDRA, oggi. Gli studiosi d’arte di tutto il mondo sono in fibrillazione per un antico dipinto di Tiziano, che si credeva perduto per sempre. È il ritratto di Angelico Vespucci, noto mercante veneziano. Il grande artista è riuscito a riportare sulla tela, con estremo realismo, i tratti somatici dell’uomo, ma non la crudeltà del suo animo. Proprio quel Vespucci, infatti, potrebbe essere il terribile mostro colpevole di aver scuoiato numerose giovani donne: una colpa che nessuno riuscì a provare e che rimase senza condanna. All’indomani del ritrovamento del quadro, però, vengono rinvenuti in giro per il mondo una serie di cadaveri senza pelle. Chi è l’assassino?

L'autrice:
Alex Connor è autrice di molti thriller e romanzi storici, perlopiù ambientati nel mondo dell’arte, tutti bestseller e in cima alle classifiche di vendita. Lei stessa è un’artista e vive a Brighton, nel Sussex. Cospirazione Caravaggio, uscito per la Newton Compton nel 2016, è diventato un bestseller immediato, ai primi posti delle classifiche italiane. Per saperne di più: alexconnorthrillers.com

La recensione di Miriam: 
Una giovane donna trova un quadro abbandonato nelle acque del Tamigi. Il suo nome è Serafina Morgan, vive in Italia, si trova a Londra per lavoro ed è in procinto di ripartire. Decide allora di regalare il dipinto a Gaspare Reni, un vecchio amico di famiglia che abita in città, lui è un mercante d’arte e sicuramente potrà apprezzare il gesto.
In realtà il gallerista rimane senza fiato perché l’opera in questione non solo è stata realizzata da Tiziano ma era andata perduta. Si tratta di un pezzo di inestimabile valore, per cui qualsiasi collezionista farebbe follie, ma c’è dell’altro. Il soggetto riprodotto sulla tela è Angelico Vespucci, un uomo accusato ai suoi tempi di aver ucciso e scuoiato ben quattro donne. Si narra che il suo ritratto sia maledetto, che porti sfortuna a chi lo possiede, ma circola anche una leggenda secondo la quale il giorno in cui il dipinto maledetto fosse ricomparso l’assassino sarebbe tornato a colpire.
Chiaramente non può che essere una superstizione perché i morti non tornano… quando, però, viene rinvenuto il cadavere di Serafina, privo di pelle, il dubbio che qualcosa di strano stia realmente accadendo si fa strada nella mente di Reni. Coinvolgere la polizia è fuori discussione perché, nonostante tutto, desidera mantenere il segreto sul ritrovamento del quadro, così si rivolge all’amico Nino Begstrom affinché lo aiuti a risolvere l’enigma.  
Mentre le indagini ufficiose hanno inizio, a dispetto della discrezione osservata dai due uomini, la notizia che il quadro di Tiziano è tornato in circolazione comincia a girare fra i mercanti d’arte, sicché si scatena una vera e propria caccia.
I galleristi Jobo Kido dal Giappone, Triumph Jones e Farina Ahmadi dall’America si attivano per impossessarsi del quadro. Ciascuno di loro è disposto a tutto ed è pronto a scalzare gli avversari in quella che si rivelerà essere una vera e propria corsa all’ultimo respiro.
Intanto il killer “risorto” dal passato continua a mietere le sue vittime, replicando lo stesso schema di allora.
Il giallo legato alla scomparsa e al ritrovamento del famigerato dipinto si intreccia a quello concernente Angelico Vespucci, una figura enigmatica e inquietante. La narrazione stessa procede alternando capitoli ambientati a i giorni nostri, che seguono le indagini sulle uccisioni avvenute  nel presente, a pagine che rimandano al Cinquecento, esattamente ai giorni in cui Tiziano realizzava il ritratto di Vespucci e i sospetti che costui fosse un assassino si infittivano.
Comprendere la storia del serial killer del passato, studiare il suo modus operandi, il suo movente è un passo indispensabile per poter stanare il criminale che lo emula ai giorni nostri ma non si tratta di un’impresa facile giacché sembra che tutte le notizie riguardanti Vespucci e la sua sinistra storia siano state insabbiate. Ricostruire le vicende che lo hanno visto protagonista è quasi un rompicapo, un giallo nel giallo.
La trama, avventurosa e ricchissima di colpi di scena, ha l’effetto di una calamita, irretisce e invoglia a proseguire senza sosta nella lettura perché fomenta di continuo la curiosità di scoprire cosa accadrà e quale potrà essere la soluzione del mistero.
Ancora una volta Alex Connor confeziona un thriller ad alto tasso adrenalinico che ci trascina nei meandri più oscuri del mondo artistico e dell’animo umano. Non solo torna a proporci un caso intrigante  che si snoda al confine fra storia e fiction e, in qualche modo, fa rivivere un grande artista cinquecentesco ma, come in Cospirazione Caravaggio,  mette ben in evidenza luci e ombre del mondo che gravita intorno all’arte e al suo commercio. Se da un lato tratteggia con maestria il profilo psicologico di un efferato assassino, dall’altro mette a nudo l’anima di una nutrita schiera di mercanti d’arte, mostrandoci come l’avidità, la smania di possesso possano prendere il sopravvento sulla stessa sensibilità artistica risvegliando istinti brutali. Leggendo, in effetti, non si rimane colpiti solo dalla ferocia di chi uccide e scuoia le proprie vittime ma dal cinismo, dalla mancanza di scrupoli di coloro che pur di accaparrarsi un quadro di valore sono pronti a calpestare chiunque e a commettere qualsiasi nefandezza. È un ambiente torbido, spietato quello in cui l’autrice ci trascina, un ambiente in cui l’arte si tinge appunto di sangue e non sempre nobilita l’uomo.













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