giovedì 12 gennaio 2017

Blogtour "Il collezionista di quadri perduti" - ultima tappa: recensione

Buongiorno a tutti e benvenuti all'ultima tappa del blogtour dedicato a  "Il collezionista di quadri perduti" di Fabio Delizzos (Newton Compton), uno straordinario thriller storico che ci trasporta nella Roma del '500 alla scoperta dei lati oscuri dell'arte.

Il viaggio virtuale si conclude con la mia recensione.



Titolo: Il collezionista di quadri perduti
Autore: Fabio Delizzos
Editore: Newton Compton
Collana: Nuova Narrativa Newton
Pagine: 384
Prezzo cartaceo: 9,90
Prezzo eBook: 4,99

Descrizione:
Roma, maggio, 1555. Raphael Dardo, agente segreto e mercante d’arte di Cosimo de’ Medici, ha una missione da compiere: trafugare opere d’arte che l’Inquisizione ha giudicato eretiche, prima che vengano distrutte. Per questo è nella città eterna, nei giorni in cui si attende con ansia che il conclave elegga un nuovo pontefice. Mentre è di ritorno da uno dei suoi giri a caccia di dipinti, Raphael è costretto ad assistere a una macabra scena: il corpo senza vita di una giovane donna viene ripescato nel Tevere. Il suo bellissimo viso è molto noto in città, perché la ragazza ha posato per diversi pittori famosi. Il Santo Uffizio è convinto che dietro il suo omicidio ci sia la mano di un artista misterioso e inafferrabile, le cui tele sono ritenute opere del diavolo. Nessuno ne conosce il volto, ma tutti lo chiamano l’Anonimo. Fra monasteri e bordelli, osterie e labirinti sotterranei, Raphael Dardo comincia a seguire le tracce del pittore maledetto, incontrando donne diaboliche, artisti folli, collezionisti stravaganti ed eretici satanisti. Ma si troverà ben presto invischiato in un affare molto più pericoloso del previsto. Chi è l’Anonimo? Perché tutti gli danno la caccia?

 
L'autore: 
Nato a Torino nel 1969, è cresciuto in Sardegna e vive a Roma. Laureato in Filosofia, creativo pubblicitario, per la Newton Compton ha pubblicato con grande successo e consenso di critica i romanzi La setta degli alchimisti; La cattedrale dell’Anticristo; La stanza segreta del papa; La loggia nera dei veggenti; Il libro segreto del Graal e Il collezionista di quadri perduti. Ha partecipato anche alle antologie di racconti Giallo Natale; Delitti di Capodanno; Sette delitti sotto la neve. Sempre ai vertici delle classifiche di vendita, i suoi romanzi sono stati tradotti in diversi Paesi.

La recensione di Miriam: 

Salvare opere d’arte dal rogo della Santa Inquisizione è diventata la missione personale di Raphael Dardo, agente al servizio di Cosimo de’ Medici. Da quando suo fratello Leonardo, pittore, è stato arso vivo a causa dei suoi quadri giudicati eretici, si è infatti convinto di potergli rendere giustizia in questo modo. Ogni tela sottratta alle grinfie della Chiesa rappresenta, per lui, una piccola vittoria, un colpo inferto a un’istituzione che soffoca la libertà espressiva.
Quando gli giunge voce di un pittore che si firma “Anonimo” cui la Chiesa sta dando la caccia, non esita a recarsi a Roma – città in cui opera – al fine di salvare i suoi dipinti e magari scoprirne l’identità, oltre che il vero segreto della sua pittura. Si dice che l’artista abbia stretto un patto col diavolo e che ciò gli consenta di ritrarre soggetti in un modo tanto realistico da risultare impressionante. Il mistero che lo avvolge si infittisce nel momento in cui una delle sue modelle, Lavinia Cenci, viene ritrovata morta nel Tevere e l’inquisitore  Girolamo Arquez viene incaricato di svolgere le indagini del caso.
Sono giorni particolari, infatti,  quelli che si stanno vivendo nella Città Eterna, giacché da poco è morto Marcello II,  il conclave è riunito per l’elezione di un nuovo papa e nelle alte sfere si sospetta che l’Anonimo sia in combutta con i nemici del cardinale Gian Pietro Carafa, aspirante al soglio pontificio.
È dunque un terreno minato quello su cui si avventura Raphael insieme al suo fido accompagnatore Ariel Colorni, alchimista e prestigiatore ebreo.
Orchestrando un thriller da brividi, Fabio Delizzos ci conduce alla scoperta di una Roma rinascimentale cupa e misteriosa. Ci guida nelle stanze blindate in si cui prepara l’elezione del nuovo pontefice, nelle segrete in cui il braccio dell’Inquisizione pone in atto le più atroci torture ma anche in anfratti ben più nascosti e più tetri, come covi in cui si svolgono riti satanici, in cui arte e alchimia si fondono dando vita a macabri rituali.
In un certo senso, Il collezionista di quadri perduti, si configura come un romanzo delle metà oscure, una sorta di terreno ideale su cui si incontrano – e si scontrano – la metà oscura della Chiesa, fatta di intrighi, macchinazioni, condanne, e quella dell’arte che sfida i tabù in nome della conoscenza, osserva i cadaveri per apprendere i segreti dell’anatomia umana, si apre ai misteri alchemici nella ricerca della perfezione. Fra le altre cose assisteremo a quella che potrebbe essere la nascita della tecnica fotografica, forse uno dei segreti più intriganti nascosti fra le pieghe di questo libro.  
Inquietante quanto ricca di fascino è la cornice in cui si incastona il giallo da risolvere, un enigma in cui nulla è lasciato al caso e ogni singolo dettaglio trova la giusta collocazione, andando a tracciare i contorni di una verità che nel finale ci coglie davvero di sorpresa, perché assolutamente inimmaginabile. In questo gioco di incastri perfetti si inserisce anche la storia, quella vera, che qui si intreccia alla fiction in un modo così armonico da rendere quasi indistinguibile il confine fra le due.
I personaggi realmente esistiti interagiscono con quelli di fantasia ma tutti sono caratterizzati con un realismo tale da apparire vivi in egual misura. Interessante è il modo in cui, anche in questo caso, l’autore ci invita a guardare dietro le maschere sociali, oltre il velo dell’apparenza scompaginando lo schieramento di buoni e cattivi, di giusti e rei, e nel contempo sfatando anche alcuni luoghi comuni. Avremo così occasione di spiare i potenti in preda ai vizi più sfrenati o a veri e propri moti di follia – basti pensare al cardinal nepote Fabiano Innocenzo del Monte detto la Scimmia, depravato quanto fuori di testa –, all’ambiguo messer Billi o allo stesso Monsignor Arquez, che si dimostrerà molto diverso da quel che sembra. Contemporaneamente conosceremo anche le persone che non contano, quelle che vivacchiano ai margini, come le prostitute, che avranno occasione di  mostrarci anche doti diverse da quelle per cui sono note, fornendo un contributo tutt’altro che marginale nell’intera vicenda.
Una lettura che rapisce e incanta, un indimenticabile viaggio immaginario nei meandri più oscuri della nostra storia.

Il calendario completo del blogtour










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