Anteprime Beat: gennaio- febbraio 2017

Titolo: Il vecchio barone inglese
Autore: Clara Reeve
Editore: Beat
Edizione originale: SuperBeat
Pagine: 160
Prezzo: 13,00

Descrizione:
Nell’Inghilterra di Enrico VI, Sir Philip Harclay, rientrato in patria dopo una lunga assenza, parte per il castello dei Lovel nel tentativo di scoprire che cosa sia accaduto al suo caro amico Lord Lovel, che da diversi anni ha smesso di rispondere alle sue lettere. Giunto sul posto, apprende non soltanto che l’amico ha perso la vita nella spedizione militare contro i ribelli del Galles al seguito del re, ma che Lady Lovel, in attesa di un figlio, si è lasciata morire dal dolore alla notizia. Titolo e proprietà dell’amico sono stati ereditati da un cugino che, dopo avervi vissuto per un breve lasso di tempo, si è disfatto del castello vendendolo al cognato, il barone Fitz-Owen.
Nel suo soggiorno presso la magione Sir Philip fa la conoscenza di Edmund Twyford, il figlio di un contadino che il barone Fitz-Owen ha preso stabilmente in casa, facendogli impartire la stessa istruzione dei figli. Edmund è un giovane di bell’aspetto, intelligente, brillante e imbattibile nel tiro con l’arco e nel maneggiare la spada. Inizialmente benvoluto dall’intera famiglia, Edmund cade presto in disgrazia a causa dell’invidia covata dai parenti del suo benefattore.
Resosi conto dell’astio ingiustificato che i suoi parenti nutrono per Edmund, il vecchio barone propone che il ragazzo dimostri il proprio valore dormendo per tre notti in un’ala abbandonata del castello, dismessa da anni e sicuramente infestata dai fantasmi. Si vocifera, infatti, che chiunque metta piede in quelle stanze resti terrorizzato da misteriosi rumori e da strane apparizioni.
Edmund rifiuta di credere a quelle che considera solo sciocche leggende e accetta la sfida, inconsapevole che, proprio in quelle stanze, si imbatterà in un terribile segreto. Un segreto che ha a che fare con le sue stesse origini…
Scritto nel 1777, Il vecchio barone inglese ebbe notevole influenza sulla stesura di Frankenstein di Mary Shelley e viene oggi considerato un classico della letteratura gotica.


Titolo: Scomparsa
Autore: Tim Johnston
Editore: Beat
Edizione originale: Neri Pozza
Pagine: 448
Prezzo: 10,00

Descrizione:
È l’alba quando i fratelli Courtland si avventurano in bicicletta lungo i sentieri che si inerpicano sulle Montagne Rocciose, in Colorado. Lei, Caitlin, è una atletica diciottenne ammessa al college per meriti sportivi. Lui, Sean, un impacciato quindicenne sulla sua mountain bike presa a noleggio.
Qualche tempo dopo una telefonata raggiunge Grant e Angela Courtland, i genitori dei ragazzi. Dalla voce dello sceriffo della contea i due apprendono che Sean è ricoverato nell’ospedale della cittadina con una gamba fratturata e che non vi è alcuna traccia di Caitlin. La ragazza sembra scomparsa nel nulla.
I giorni dei Courtland diventano settimane e le settimane mesi nella vana ricerca di Caitlin. Angela ritorna nel Wisconsin portando con sé il figlio convalescente e profondamente segnato dall’accaduto. Grant si ritrova così solo, tra montagne ignote, dove spera ancora di trovare, viva, la sua amata figlia.


Titolo: Scia di morte
Autore: Erik Larson
Editore: Beat
Edizione originale: Neri Pozza
Pagine: 512
Prezzo: 10,50

Descrizione:  
È una splendida giornata di maggio del 1915 quando il Lusitania, il più grande transatlantico dell’epoca, naviga al largo delle coste meridionali irlandesi. La nave, diretta a Liverpool, è salpata da New York con duemila «anime» a bordo.
Le acque del mare d’Irlanda sono state dichiarate «zona di guerra» dalla Germania, ma a bordo del Lusitania i passeggeri e il comandante William Thomas Turner si curano poco della dichiarazione e dell’avviso in cui si rammenta agli equipaggi che le navi con bandiera britannica, o di uno qualsiasi dei paesi suoi alleati, sono «passibili di affondamento».
Sono circa le due e dieci quando un marinaio scorge a dritta sull’acqua una scia che rimane in superficie, come un lunga cicatrice pallida. In gergo marinaresco quella traccia di turbolenza lenta a svanire ha un solo nome: «scia di morte», ed è l’inequivocabile segnale di un siluro in arrivo.
Erik Larson racconta, con ritmo romanzesco, dell’affondamento di uno dei più grandi transatlantici della storia, basandosi però rigorosamente su memorie, lettere, telegrammi o altri documenti storici.


Titolo: La falsaria
Autore: Barara Shapiro
Editore: Beat
Edizione originale: Neri Pozza
Pagine: 284
Prezzo: 9,00

Descrizione: 
Sono circa tre anni che per il mondo dell’arte Claire Roth è un paria, una grande millantatrice. Dopo uno scandalo che la ha coinvolta sia sul piano personale che su quello professionale, Claire si è ridotta a lavorare per un’azienda che vende online «repliche perfette» di capolavori della storia dell’arte.
Un giorno, però, la giovane artista riceve l’inaspettata visita di Aiden Markel, il proprietario della famosa Markel G, una delle gallerie più in vista di Boston e New York. Markel irrompe nel suo loft con una singolare proposta: una mostra, nella sua galleria, delle opere originali di Claire in cambio della realizzazione di un falso da parte sua. Non una replica à la Roth, ma un vero e proprio falso da dipingere su una tela d’epoca.
Una mostra tutta sua è qualcosa di irrinunciabile per Claire. Quando, però, Markel si ripresenta al loft con l’opera originale da falsificare, il cuore di Claire Roth sobbalza. L’opera non soltanto è uno dei grandi capolavori di Degas, Dopo il bagno, ma non dovrebbe affatto essere tra le mani di Aiden Markel e tra le pareti del loft di Claire Roth. In una notte di pioggia, infatti, il quadro fu staccato dalle pareti dell’Isabella Stewart Gardner Museum e strappato alla sua cornice da una coppia di ladri maldestri, impegnati nel più grande furto d’arte ancora irrisolto della storia. 


 

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