lunedì 24 ottobre 2016

Recensione: Shadow Magic


Titolo: Shadow Magic
Autore: Joshua Khan
Editore: De Agostini
Pagine: 409
Prezzo: 14,90

Descrizione:  
Da quando i suoi genitori sono morti in circostanze misteriose, Lily Shadow è l’unica erede al trono di Geenna.
Ma per una ragazzina di tredici anni, che non ha alcuna
conoscenza della magia nera, governare il Regno delle
Ombre è impossibile. I suoi antenati erano infatti in grado di
comunicare con gli spiriti, risvegliare i morti, radunare
truppe di zombie dalle tombe. Ma lei come potrà difendere il
Paese, senza arti magiche e senza un esercito? L’unico modo per salvare Geenna è sposare Gabriel Solar, il rampollo della famiglia nemica, e assicurare così la pace. Gabriel però è un vero idiota e Lily non ha alcuna intenzione di arrendersi al proprio destino. Soprattutto quando scopre di avere un aiuto insperato in Thorn, un ragazzo dall’oscuro passato ma con un cuore coraggioso e la rara capacità di cavalcare pipistrelli giganti...
Epico, avventuroso e immaginifico: il primo capitolo di una straordinaria serie fantasy che vi farà divertire, trattenere il fiato e tremare fino all’ultima, appassionante pagina.


L'autore: 
JOSHUA KHAN è nato in Gran Bretagna, una terra ricca di castelli antichi, foreste ombrose e storie di eroi leggendari e mostri fantastici. Joshua è capace di dirvi contro chi ha combattuto Re Artù sul Monte Badon, ma non si ricorda che cos’ha mangiato lui per colazione.
Con la testa così piena di storie magiche era inevitabile che volesse crearne una tutta sua: ecco com’è nato Shadow Magic. Joshua vive a Londra con la famiglia, ma preferirebbe abitare in un castello. Va bene anche piccolo, purché abbia le mura merlate. Twitter @WriterJoshKhan.


La recensione di Miriam:
Si racconta di un luogo avvolto nelle tenebre, in cui i morti camminano e gli incubi sono considerati semplici fiabe della buonanotte: è il Regno delle Ombre, retto della temibile famiglia Shadow.
Ed è proprio lì che il dodicenne Thorn scopre di essere diretto dopo essere stato venduto a un losco individuo dal mercante di schiavi che lo aveva catturato. La buona notizia è che il suo nuovo padrone non ha intenzione di tenerlo con sé come schiavo, gli annuncia subito che lo addestrerà perché diventi il suo scudiero; la cattiva è che l’uomo in questione è il famigerato Tyburn, boia degli Shadow, dunque Castel Cupo sta per diventare la sua prossima dimora. Ma le sfortune non finiscono qui, giacché questo “incidente” rappresenta un grave intralcio per Thorn, partito da casa per andare alla ricerca del padre scomparso.
Scappare quanto prima è il pensiero che lo accompagna. Tuttavia, giunto a destinazione, scopre che non tutto ciò che ha udito sul posto e su coloro che lo abitano corrisponde a verità. La famiglia regnante, infatti, è stata sterminata in un agguato e a governare non è rimasta che la giovanissima Lily, una ragazzina che ha più o meno la sua stessa età, e che non possiede il dono della magia, perché alle donne è precluso. L’unica speranza perché Geenna sopravviva agli imminenti attacchi degli altri regni è riposta in un’alleanza con i Solar del regno di Lumina, per sancire la quale, lo zio della piccola Shadow (unico parente superstite nonché suo tutore) ha deciso di darla in sposa al principe Gabriel.
Un sodalizio fra luce e ombra sarà davvero la soluzione?
Lily non ne è affatto convinta, tanto più perché non crede nella buona fede dei Solar e detesta Gabriel. Un rapido scambio di battute le basta per capire che, dopo le nozze, intende snaturare Castel Cupo e calpestare le sue cimiteriali tradizioni, portando sole e colori laddove ha sempre imperato l’oscurità. I suoi timori si infittiscono quando, durante il banchetto organizzato per accogliere gli ospiti della casata Solar, la stessa Lady Shadow subisce un attentato.
Lei è convinta che siano proprio i presunti alleati a volerla morta ed è determinata a sottrarsi al matrimonio, ma nessuno sembra disposto a crederle e a darle una mano… nessuno eccetto Thorn, il nuovo arrivato che tutti guardano con sospetto, e K’leef, un ragazzo giunto con la delegazione di Lumina, in veste di ostaggio del nemico Sultanato del Fuoco.
Mistero e avventura si intrecciano in un trama che si svolge come un vero e proprio giallo in chiave fantasy, ambientato in un mondo immaginario che suscita un profondo sense of wonder. Joshua Khan si rivela un abilissimo creatore di mondi, capace di trascinarci letteralmente in un luogo di fantasia descritto però con una vividezza  tale da renderlo quasi tangibile. Le atmosfere dark e il delizioso humour nero che caratterizzano la narrazione richiamano piacevolmente le opere di Neil Gaiman, mentre le sequenze che scorrono davanti ai nostri occhi non possono che far pensare a un film di Tim Burton – la storia sarebbe ideale per una trasposizione cinematografica.
Il fiume Lacrimae che scorre al confine, la chiave osspartout che apre le mille stanze del castello, il Mantello dei Dolori che si allunga e acquista peso nutrendosi dei dispiaceri di chi lo indossa… sono solo alcuni dei numerosi particolari che arricchiscono un’ambientazione curata nei minimi dettagli.
Leggendo si ha la sensazione di aggirarsi in un catello degli orrori, sito in uno stranissimo lunapark, straripante di tranelli e soprese. Sorprendenti non sono solo i segreti che vi si celano e le oscure trame che qualcuno ordisce nell’ombra, ma anche le inaspettate alleanze che vi si stringono, le amicizie che nascono, i luoghi comuni che si infrangono come fossero specchi deformanti. Sì, perché conoscendo Lily Shadow e la sua storia, osservando da vicino le tradizioni di Castel Cupo, ci si rende conto che il regno associato da sempre al male in virtù del suo colore e del suo gusto macabro non ha poi nulla di realmente malvagio, almeno non più degli altri regni.
Il plot orchestrato da Joshua Khan mette in scena la vecchia guerra fra poteri che si contendono, la corsa al trono che semina morte, lasciandoci intravedere però uno spiraglio di speranza, qui affidato alle nuove generazioni. Mentre gli adulti si scontrano, curando ciascuno i propri interessi, Lily, Thorn e K’leef dimostrano come si possa fare squadra e diventare amici pur appartenendo a casate diverse e nemiche fra loro. A differenza dei “grandi” i ragazzi non si fanno condizionare dai pregiudizi e si rivelano capaci di andare oltre le apparenze. Proprio questa capacità, unitamente a un bel sentimento di solidarietà, sarà il loro punto di forza, quello che gli consentirà di conquistare la verità e inaugurare una nuova pagina di storia dei Sei Regni.
Come ogni fantasy che si rispetti, Shadow Magic  regala ore di piacevolissimo intrattenimento ma nello stesso tempo veicola un messaggio profondo e carico di positività, a dispetto della sua aura funerea. La strabiliante avventura che coinvolge i giovani  protagonisti, in effetti,  può essere lettaanche come un percorso interiore attraverso cui ognuno di loro conquista la maturità e trova la propria strada, acquisendo la consapevolezza che i più alti traguardi non si raggiungono da soli e che la vera forza di un regno non può mai fondarsi sulle spade.
Se non avete ancora programmi per il prossimo  Halloween, una puntata a Castel Cupo potrebbe essere un’ottima idea, perché, tra le altre cose, là si organizza una festa davvero indimenticabile.









 


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