Titolo: Weird West Blues. Storie di zolfo e di frontiera
Autore: Caleb Battiago
Illustrazione di copertina di Ben Baldwin
Formato ebook
Pagine: 35
Prezzo di copertina: € 1,49
Produzione indipendente
Disponibile su Amazon
Formato ebook
Pagine: 35
Prezzo di copertina: € 1,49
Produzione indipendente
Disponibile su Amazon
Descrizione:
Una
raccolta di racconti in salsa weird, pulp e horror ambientati nel
vecchio West. Contiene sei racconti: "Deadwood": L'incontro tra la morte
e Wild Bill
Hickok nel saloon nr.10 di Deadwood, la celebre mano del morto vista da una diversa prospettiva. "La Gabbia d'Oro": Il bordello The Golden Cage a Tombstone è un fortino di diavolesse e di sirene nere che guidano le anime di grandi pistoleri, come Doc Holliday e Wyatt Earp, la verità sulfurea della sparatoria dell'OK Corral. "La Gemma di Bandit Queen": Un prezioso segreto è nascosto nel ventre della leggendaria Belle Starr, la regina dei banditi
del West, moglie di troppi indiani mezzosangue, braccata dallo stregone Lupo Nessuno. "L'Inferno di Capelli Lunghi": La battaglia di Little Bighorn è finita, ma non per il colonnello Custer, la sua maledizione è senza fine e senza onore, con tutti i capelli in testa. "Il Pesce di Ferro": Un battello a
vapore porta uno strano passeggero lungo il Missouri, il vaiolo, che riporta la gente mandan e il suo capo Quattro Orsi dagli antenati, sottoterra. "Contralia
Blues": I sanguinari bushwhacker confederati di Quantrill fermano un treno vicino alla cittadina di Contralia, una mattanza di soldati yankee in congedo, in viaggio per tornare a casa dopo la battaglia di Atlanta.
Prede dei demoniaci Bloody Bill Anderson e Cole Younger, che ornano le briglie dei propri cavalli con gli scalpi nordisti, e
del revolver di un giovanissimo Jesse James in cerca di vendetta. Un massacro che rivela inaspettati appetiti. Illustrazione di copertina.
Hickok nel saloon nr.10 di Deadwood, la celebre mano del morto vista da una diversa prospettiva. "La Gabbia d'Oro": Il bordello The Golden Cage a Tombstone è un fortino di diavolesse e di sirene nere che guidano le anime di grandi pistoleri, come Doc Holliday e Wyatt Earp, la verità sulfurea della sparatoria dell'OK Corral. "La Gemma di Bandit Queen": Un prezioso segreto è nascosto nel ventre della leggendaria Belle Starr, la regina dei banditi
del West, moglie di troppi indiani mezzosangue, braccata dallo stregone Lupo Nessuno. "L'Inferno di Capelli Lunghi": La battaglia di Little Bighorn è finita, ma non per il colonnello Custer, la sua maledizione è senza fine e senza onore, con tutti i capelli in testa. "Il Pesce di Ferro": Un battello a
vapore porta uno strano passeggero lungo il Missouri, il vaiolo, che riporta la gente mandan e il suo capo Quattro Orsi dagli antenati, sottoterra. "Contralia
Blues": I sanguinari bushwhacker confederati di Quantrill fermano un treno vicino alla cittadina di Contralia, una mattanza di soldati yankee in congedo, in viaggio per tornare a casa dopo la battaglia di Atlanta.
Prede dei demoniaci Bloody Bill Anderson e Cole Younger, che ornano le briglie dei propri cavalli con gli scalpi nordisti, e
del revolver di un giovanissimo Jesse James in cerca di vendetta. Un massacro che rivela inaspettati appetiti. Illustrazione di copertina.
La recensione di Miriam:
Tra
i tanti pregi ascrivibili a Caleb Battiago vi è sicuramente quello di proporre
ai suoi lettori crossover sempre nuovi e interessanti. Assolutamente fuori
dagli schemi, la sua produzione si offre come un vasto contenitore narrativo in
cui generi diversi, e a volte distanti fra loro, si fondono divenendo parti di
un tutto unico, quasi un organismo pulsante di vita propria e dotato di mille
volti, accomunati tuttavia da un’immancabile impronta pulp.
Weird West Blues non fa eccezione da questo punto di vista. A comporre la raccolta sono, infatti, sei racconti in cui il western si combina con l’horror e il pulp, appunto, conservando un occhio di riguardo per la storia.
Lo scenario in cui ci ritroviamo catapultati è quello tipico che caratterizza la letteratura, il fumetto, il cinema ispirato al vecchio west, con i suoi pistoleri a cavallo, i saloon, i paesaggi selvaggi, ma in luogo della visione romantica caldeggiata dalla tradizione, qui ci imbattiamo in una reinterpretazione a tinte fosche, splatter, sicuramente più disincantata degli stessi temi.
Ecco allora che una classica mano di poker si trasforma in una partita con la morte, il più famoso bordello di Tombstone diviene un covo di diavolesse e la leggenda di Bandit Queen si tinge di sfumature sanguinolente, mentre la battaglia di Little Bighorn si protrae anche dopo la morte per il colonnello Custer, condannato per l’eternità all’onta di conservare lo scalpo.
In un contesto in cui l’esistenza è ridotta a una sorta di lotta continua per la sopravvivenza e la morte è una immancabile compagna di viaggio – giacché chi sfugge al fuoco incrociato delle pallottole non si sottrae all’attacco letale del vaiolo − il puzzo di zolfo si fa sentire con prepotenza e l’inchiostro di Battiago se ne impregna tratteggiando un affresco western, tanto horror quanto poco convenzionale, reso ancor più incisivo da uno stile che, come di consueto, si rivela privo di filtri, crudo, ma non scevro di immagini poetiche.
Come spesso avviene nelle sue opere, la fiction si innesta o trae ispirazione dalla storia reale. I personaggi di fantasia si muovono dunque all’unisono con personaggi veramente esistiti, come i già citati colonello Custer e Bell Starr, i due Confederati Bloody Bill Anderson e Cole Younger o il pistolero James Butler Hickock. Spesso, le trame stesse dei racconti sono cucite su fatti realmente accaduti o su episodi leggendari, connotandosi come una riscrittura, in chiave inedita, degli stessi – è il caso, per esempio, de La gemma di Bandit Queen che ripropone la leggenda della famosa regina dei fuorilegge o di Deadwood che narra l’episodio della morte di Wild Bill da cui ha avuto origine il mito della mano del morto.
Leggendo si ha così l’impressione di avventurarsi alla scoperta di un vecchio west come non ce lo hanno mai raccontato, più nero, più diabolico, un west in cui gli ideali di libertà e speranza si dissolvono nella polvere sollevata dagli zoccoli dei cavalli (o dei demoni che alimentano la sete di conquista), eppure non meno credibile.
Weird West Blues non fa eccezione da questo punto di vista. A comporre la raccolta sono, infatti, sei racconti in cui il western si combina con l’horror e il pulp, appunto, conservando un occhio di riguardo per la storia.
Lo scenario in cui ci ritroviamo catapultati è quello tipico che caratterizza la letteratura, il fumetto, il cinema ispirato al vecchio west, con i suoi pistoleri a cavallo, i saloon, i paesaggi selvaggi, ma in luogo della visione romantica caldeggiata dalla tradizione, qui ci imbattiamo in una reinterpretazione a tinte fosche, splatter, sicuramente più disincantata degli stessi temi.
Ecco allora che una classica mano di poker si trasforma in una partita con la morte, il più famoso bordello di Tombstone diviene un covo di diavolesse e la leggenda di Bandit Queen si tinge di sfumature sanguinolente, mentre la battaglia di Little Bighorn si protrae anche dopo la morte per il colonnello Custer, condannato per l’eternità all’onta di conservare lo scalpo.
In un contesto in cui l’esistenza è ridotta a una sorta di lotta continua per la sopravvivenza e la morte è una immancabile compagna di viaggio – giacché chi sfugge al fuoco incrociato delle pallottole non si sottrae all’attacco letale del vaiolo − il puzzo di zolfo si fa sentire con prepotenza e l’inchiostro di Battiago se ne impregna tratteggiando un affresco western, tanto horror quanto poco convenzionale, reso ancor più incisivo da uno stile che, come di consueto, si rivela privo di filtri, crudo, ma non scevro di immagini poetiche.
Come spesso avviene nelle sue opere, la fiction si innesta o trae ispirazione dalla storia reale. I personaggi di fantasia si muovono dunque all’unisono con personaggi veramente esistiti, come i già citati colonello Custer e Bell Starr, i due Confederati Bloody Bill Anderson e Cole Younger o il pistolero James Butler Hickock. Spesso, le trame stesse dei racconti sono cucite su fatti realmente accaduti o su episodi leggendari, connotandosi come una riscrittura, in chiave inedita, degli stessi – è il caso, per esempio, de La gemma di Bandit Queen che ripropone la leggenda della famosa regina dei fuorilegge o di Deadwood che narra l’episodio della morte di Wild Bill da cui ha avuto origine il mito della mano del morto.
Leggendo si ha così l’impressione di avventurarsi alla scoperta di un vecchio west come non ce lo hanno mai raccontato, più nero, più diabolico, un west in cui gli ideali di libertà e speranza si dissolvono nella polvere sollevata dagli zoccoli dei cavalli (o dei demoni che alimentano la sete di conquista), eppure non meno credibile.
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