Recensione: Quando il diavolo mi ha preso per mano
Titolo: Quando il diavolo mi ha preso per mano
Autrice: Genevieve Tucholke
Editore: Piemme freeway
Pagine: 276
Prezzo: 16 euro
Descrizione:
Nel paesino di mare dove abita Violet
White non succede mai niente... fino a quando River West non affitta la
casetta dietro la sua e incominciano ad accadere cose inquietanti. River
è soltanto un bugiardo dal sorriso irresistibile e un passato
misterioso? O dietro i suoi occhi ipnotici si nasconde qualcos'altro?
La
nonna di Violet l'aveva sempre messa in guardia dai giochi che sa fare
il Diavolo, ma lei non aveva mai pensato che potesse nascondersi dietro
un ragazzo dai capelli scuri che si appisola in giardino, adora il caffè
e ti fa tremare di passione.
L'autrice:
April Genevieve Tucholke va pazza per i vecchi film, i
cattivoni dai capelli rossi, le cucine enormi e adora discutere di
omicidi a cena. Vive con il marito in Oregon ai confini con la foresta.
Questo è il suo primo romanzo.
La recensione di Miriam:
Da quando la nonna Freddie è morta, i genitori sono partiti
per un lungo viaggio ed è rimasta sola con il fratello Luke, Violet ha l’impressione che Candalù sia
diventata più grande e più vuota che mai. Affacciata sull’oceano, con le numerose
stanze stipate di oggetti impolverati e antichi ricordi, riecheggia di gioie
passate che sembrano non voler tornare
più.
Indossa abiti scovati in soffitta per alleviare la
nostalgia Vi, e poco importa se Luke e la sua vicina Sunshine la considerano
eccentrica. In questo modo si illude di avere ancora Freddie al suo fianco, di
potersi beare della sua esuberanza e di
poter ancor ascoltare le strane storie che era solita raccontarle, forse per
riempire pomeriggi uggiosi.
Alla malinconia, però, ben presto subentra un problema più
impellente: le risorse finanziare si stanno esaurendo e dei genitori non si hanno
più notizie. La ragazza decide così di affittare la dépendance rimasta
abbandonata.
Il nuovo inquilino non si farà attendere a lungo e sarà
fonte di grandi sorprese. A rispondere all’annuncio di Vi sarà infatti River
West, un ragazzo suo coetaneo, appena
giunto in città, molto carino e tanto ricco da potersi permettere il lusso di
modellare origami con banconote di grosso taglio. Ma questo non è che l’inizio,
poiché mentre il cuore della fanciulla comincia a saltare qualche battito,
strani episodi iniziano a verificarsi nella piccola comunità di Echo.
Impossibile stabilire se si tratti solo di una coincidenza,
ma l’arrivo di River, oltre che una ventata di allegria e novità a Candalù,
sembra portare sciagure in paese.
Esiste un legame tra lo straniero dal nome improbabile e il
mostro apparso all’improvviso nel tunnel in disuso della ferrovia? E ancora,
esiste un legame tra la comparsa di River e la scomparsa di Isobel, la
ragazzina che un gruppo di bambini sostiene sia stata rapita dal diavolo mentre
giocava nel cimitero?
È un enigma dalle atmosfere gotiche e brividi lungo la
schiena a snodarsi tra le pagine di questo YA. Ha il retrogusto di leggende sussurrate
intorno al fuoco e il profumo di una favola dark in cui amore e morte viaggiano
di pari passo, si fondono e si confondono.
L’incontro con River, per Vi, coincide con la scoperta del
primo amore ma anche del lato oscuro dell’anima, con l’esperienza della gioia e
della pienezza che si provano quando ci si innamora e, nel contempo, della
paura.
Mantenendo il giusto equilibrio tra romanticismo e suspense
la narrazione procede a ritmo serrato. La curiosità di scoprire cosa accadrà
andando avanti fa sì che si giunga all’epilogo senza concedersi soste, se non
quelle forzate, e le sorprese non finiscono mai perché nulla è come sembra e le
svolte in serbo sono davvero imprevedibili.
Non aspettatevi la solita storia di possessioni diaboliche e
nemmeno il vecchio adagio di un patto col demonio pronto ad accogliere
qualsiasi richiesta in cambio dell’anima. Quello che si insinua tra queste
righe è un demone diverso, probabilmente più subdolo, un demone che coglie
dall’interno, che ammalia al punto da sfumare il confine tra bene e male.
Più originale di quanto mi
aspettassi, questo romanzo si è rivelato una piacevole sorpresa. Da
grande appassionata di case vecchie pregne di ricordi e segreti, ho subito sin
dalle prime battute il grande fascino di Candalù mentre la mia anima dark
gongolava inseguendo i bimbi di Echo intenti a giocare nel cimitero. Ho,
inoltre, apprezzato molto la ricchezza di sfumature in materia di sentimenti
poiché in questo libro, nonostante il diavolo sia protagonista, non ci sono
schieramenti distinti tra buoni e cattivi, non c’è un muro invalicabile tra
giusto e sbagliato e l’amore soprattutto si colloca in una sorta di terra di nessuno in cui male e
bene diventano concetti quasi intercambiabili al cospetto di qualcuno che sa
fare breccia nel cuore.
“Quando il diavolo ti accarezza, vuole l’anima”, così recita
un famoso detto popolare ma… quando il diavolo ti prende per mano?
Ovviamente lo scoprirete solo leggendo.
Ottima recensione, Miriam. Come ti dicevo, lo sto leggendo adesso.
RispondiEliminaAlcune cose mi piacciono molto, altre molto meno, purtroppo. C'è una certa inquietudine di fondo, però, che ammalia e le singole scene di paura sono ricche di suspance. I bambini nel cimitero - con i rami che formavano crocifissi - li ho proprio visti. Sembrava di essere davanti a un film. Senza fare spoiler, però, posso dirti che la rivelazione su River non mi ha tanto entusiasmato. Ma l'autrice mi piace. Non tanto per come scrive, ma per i gusti che ha: è molto simile a me. Per il caffé, le chiacchierate a cena sui serial killer, i film vecchi. :)
Io l'ho amato soprattutto per le atmosfere e le ambientazioni. La rivelazione su River, inizialmente mi ha fatto temere una grande delusione ma con l'ulteriore svolta che si verifica nel finale la delusione si è trasformata in autentica sospresa. ;)
EliminaBella recensione Miriam.
RispondiEliminaUn saluto e tanti auguri di Felice e Serena Pasqua
http://ilrifugiodeglielfi.blogspot.it/2014/04/auguri-di-buona-pasqua-tutti.html