Titolo: L'ostinato silenzio delel stelle
Autore: Massimiliano Malerba
Editore: Wild Boar
Pagine: 126
Prezzo: 11,00 euro
Autore: Massimiliano Malerba
Editore: Wild Boar
Pagine: 126
Prezzo: 11,00 euro
Dal 2011 l'associazione RiLL, Riflessi di Luce Lunare, in collaborazione con Wild Boar Edizioni, cura le antologie della collana Memorie dal Futuro. Si tratta di raccolte di racconti di un solo autore, scelto fra quelli che più si sono distinti nei concorsi letterari banditi da RiLL (in particolare, nell'ambito del Trofeo RiLL per il miglior racconto fantastico, uno dei maggiori e più longevi premi letterari italiani per racconti fantasy, horror e di fantascienza, e a cui partecipano oltre duecento testi all'anno). L'ostinato silenzio delle stelle
è il più recente volume della collana, ed è interamente dedicato ai racconti fantastici e di fantascienza di Massimiliano Malerba. L'antologia propone nove racconti, sei dei quali inediti
L'autore:
Massimiliano Malerba, ingegnere aerospaziale, è nato nel
1971 ad Arpino (Frosinone), ma vive a Roma, dove lavora nel settore
dell'Information Technology e del Project Management. Da sempre affascinato
dalla letteratura fantastica e dalla fantascienza, da alcuni anni scrive
racconti, con i quali è stato premiato in diversi concorsi letterari. In
particolare, ha vinto il XVII Trofeo RiLL con il racconto Il Funzionario,
mentre con Nella notte assetata è stato fra gli autori premiati di
SFIDA 2011, altro concorso curato da RiLL. L'ostinato silenzio delle stelle è
la sua prima antologia personale, e propone nove racconti, di cui sei inediti.
La recensione di Miriam:
Più volte recensendo racconti ho sottolineato quanto sia
difficile gestire un contenitore narrativo di piccole dimensioni. I paletti
spazio-temporali con cui l’autore deve misurarsi si rivelano spesso un limite
che lo costringe a lasciar fuori qualcosa, magari sacrificando delle ottime
idee. Leggendo l’antologia di Massimiliano Malerba tuttavia, ho avuto
l’impressione di assistere a un gioco di prestigio perché nelle sue mani la
forma del racconto breve sembra dilatarsi divenendo qualcosa di simile al cappello
di un mago: è piccolo eppure riesce a contenere l’impossibile. Nei suoi
racconti pare esserci spazio per tutto, per delle trame convincenti
così come per dei personaggi credibili, per l’introspezione psicologica, per le
emozioni, per le speculazioni di carattere filosofico; c’è spazio persino per
il lettore che viene letteralmente catapultato nelle storie e messo in
condizione di calarsi nei panni dei protagonisti condividendone sentimenti e
sensazioni.
Un incantesimo letterario, dunque, reso possibile dal
raggiungimento di un perfetto equilibrio tra le varie componenti narrative.
L’azione che, in altri casi, fagocita l’intera lunghezza del racconto, qui si
comprime per far sì che anche emozioni e riflessioni trovino una collocazione
nel testo. In questo modo i personaggi riescono a farsi percepire come persone
vive delle quali osserviamo l’aspetto esteriore ma anche, e soprattutto,
l’interiorità.
La fantascienza di Malerba in effetti è una fantascienza
“introspettiva”, volge lo sguardo al macrocosmo ma, a partire da quella
prospettiva si sofferma a osservare l’innerself,
cosicché lo stupore per le meraviglie dell’universo si unisce a quello
suscitato dai misteri che si agitano dentro ciascuno di noi. Emblematico a tal proposito è Le stelle d’inverno, in cui i due anziani protagonisti assistono
all’atterraggio sulla spiaggia di cadaveri provenienti da un’altra galassia e,
mentre l’uno si interroga sulla loro provenienza, l’altro non può fare a meno di ripensare alla moglie morta e di
chiedersi se anche lei si sia decomposta come quei corpi alieni.
Sono storie molto diverse tra loro quelle che compongono
questa raccolta, scaturiscono da suggestioni disparate e passano attraverso
registri linguistici variegati facendo leva su emozioni che spaziano dal
terrore allo stupore, passando per una comicità grottesca (si veda lo
spassosissimo racconto Il colloquio di
lavoro), tutte però appaiono
attraversate da un sottile fil rouge che corrisponde a una continua riflessione
sul senso della vita e, nondimeno, sul senso del nostro essere nell’universo.
Sull’argomento si interroga, per esempio, il protagonista de Il funzionario, condannato a una fine orribile non per colpe
commesse ma semplicemente perché è un anello di una catena alimentare che non
ha più l’uomo alla sua estremità. Ancor di più si interroga Gustav/Saburo ne L’ostinato silenzio delle stelle la cui
condizione lo costringe a chiedersi − avvitandosi in un loop di berkeleyana
memoria − cosa sia reale e cosa distingua i sogni dalla realtà.
Dai viaggi interstellari a quelli nel tempo, dall’incontro
con altre forme di vita al passaggio tra dimensioni parallele, molte sono le
tematiche, care alla fantascienza classica e non, ricorrenti in queste pagine e
contenenti, in alcuni tratti, piacevoli richiami ai maestri del genere, ma
a emergere con prepotenza dagli interstizi tra le righe è soprattutto una certa
visione del mondo − visione che personalmente sento di condividere.
L’ostinato silenzio delle stelle richiamato nel titolo è una
costante presente quasi in tutti i racconti; è il silenzio di un universo che è
un meccanismo di precisione, paradossalmente governato dal caso/caos. Non c’è
alcun dio buono intento a scrivere i destini degli uomini, a premiare o punire,
non ci sono padri celesti né consolazione, l’essere umano è solo un puntino
nello spazio infinito e gira secondo leggi di natura che − per dirla con Nietzsche −
sono al di là del bene e del male.
Una visione che passa attraverso il disincanto, forse, ma
che non sminuisce il valore dell’umanità e dell’umano agire, anzi lo nobilita.
Quel che colpisce dei personaggi di Malerba è proprio il fatto che, pur essendo
consapevoli della loro piccolezza e dell’indifferenza che li sovrasta, non
perdono la capacità di sognare e di amare.
Così, mentre le stelle tacciono gli esseri umani parlano ed è
bello ascoltarli quando, come in questo caso, hanno storie interessanti da
raccontare.
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