Titolo: Io, adolescente difficile - baby-killer, gang, bande giovanili, branco
Autrici: Mariarosaria Alfieri, Antonella Esposito
Prefazione: Francesco Barresi
Editore: Iris 4
Collana: Intelligentia a cura di Francesco Barresi
Pagine: 128
Prezzo: 19,50
Descrizione:
La società degli eccessi e la totalizzante cultura alienata è l’humus che soggiace alla grave realtà di IO, ADOLESCENTE DIFFICILE. Un’indagine dai toni forti che tenta di far luce su un fenomeno che lievita orrendamente alla contemporaneità: la delinquenza imberbe. Una ricerca che scandaglia i luoghi soliti e conosciuti della devianza minorile come branco, bande giovanili, gang, associazioni mafiose… nei modi nuovi del delinquente pubescente che vanno dal lancio di sassi dal cavalcavia alla violenza negli stadi, stupri di gruppo, ideologie sataniche… Un’inchiesta supportata da esperti che scavano nelle atrocità dei delitti familiari, in eccidi in cui la mano che dilania è vestita d’infanzia e innocenza. Analisi di fattori innati o acquisiti a volte in famiglie inconsapevoli produttrici di mostri che portano al male-bambino spesso legato alla cronaca di eventi che stanno sconvolgendo la coscienza comune in questi ultimi anni. Storie vere di ragazzi difficili. Come gli assassini di Desirée Piovanelli o le ragazze di Chiavenna che hanno massacrato una suora in nome di Satana.
Le autrici:
Mariarosaria Alfieri, criminologa, esperta in scienze forensi. Da almeno sei anni si occupa in particolare di criminalità femminile. Collaboratrice all’Università Federico II di Napoli, docente al Master in Scienze Criminologiche Investigative e della Difesa all’Università S. Pio V di Roma ma anche al corso di Criminologia Investigativa e Security alla Questura di Roma. Consulente della Commissione Parlamentare Anti-Ecomafie. Socio fondatore e presidente della Criminalt, un’ associazione culturale che promuove lo studio della
criminologia e delle scienze sociali. E’ inoltre impegnata alla Cooperativa Sociale Campo dei Fiori di Nola, Napoli.
Libri pubblicati: Io, Assassina, IRIS 4 EDIZIONI, 2008.
criminologia e delle scienze sociali. E’ inoltre impegnata alla Cooperativa Sociale Campo dei Fiori di Nola, Napoli.
Libri pubblicati: Io, Assassina, IRIS 4 EDIZIONI, 2008.
La recensione di Miriam:
Sempre più spesso la cronaca registra episodi di criminalità
che hanno per protagonisti i minori. Sono tanti gli adolescenti che delinquono
macchiandosi di crimini che vanno dal lancio dei sassi dai cavalcavia alla
violenza negli stadi, dallo stupro all’omicidio. Ragazzi di età compresa
tra i tredici e i diciassette anni che, scardinando l’immagine dell’innocenza
infantile, si macchiano di gravissimi
reati. Ulteriore sintomo di una società ormai allo sbando?
In parte sì, sebbene quello della devianza minorile sia un
fenomeno così complesso da richiedere uno studio approfondito per poter essere
compreso nella sua interezza.
È proprio quanto tentano di fare Mariarosaria Alfieri e Antonella
Esposito nel loro saggio “Io, adolescente difficile”. Prendendo spunto da svariati casi di cronaca −
come l’assassinio di Desirée Piovanelli o i delitti perpetrati dalla Bestie di
Satana − e avvalendosi del supporto di una nutrita schiera di esperti, le due
criminologhe scandagliano questa realtà fino a fornircene una panoramica a
360°.
La comprensione della devianza non può prescindere da
un’analisi psicologica dell’adolescenza. Non più bambino ma neanche uomo,
l’adolescente attraversa un momento critico della sua crescita personale, è il
momento in cui comincia a conquistare l’indipendenza emotiva dal sistema
familiare, a farsi carico delle prime scelte e delle prime responsabilità che
segneranno il suo ingresso definitivo nella vita adulta. Si tratta di una fase
di transizione gravida di incertezze e paure che il ragazzo non può gestire
adeguatamente senza il supporto di figure di riferimento in grado di aiutarlo
ad accettarsi e a sentirsi amato.
Ecco dunque che la famiglia può rappresentare la prima
cellula in cui si annidano i semi di un disagio che può essere all’origine di
un comportamento deviante.
Le autrici prendono in esame diversi modelli familiari e,
scavando a fondo nelle dinamiche alla base del rapporto tra genitori e figli,
individuano alcune possibili cause del problema. L’indagine si allarga poi dal
nucleo familiare ai gruppi dei coetanei che rappresentano il primo modello
sociale con cui l’adolescente si confronta imparando a misurarsi con i suoi
simili. È nel gruppo dei pari che egli vive le prime esperienze di aggregazione
e condivisione, comincia ad abbracciare ideologie comuni e ad acquisire modelli
di comportamento socialmente riconosciuti.
Lì dove un gruppo “sano” può dunque rappresentare una
preziosa palestra nella quale il ragazzo impara anche a esprimere e contenere
il sentimento di trasgressione e di opposizione all’universo adulto, tipico
della sua età, un gruppo “deviante” può alimentare e incoraggiare comportamenti
che, spesso sfociano, nella violenza. Si pensi alle sette pseudo religiose,
alle baby gang, al branco, forme di aggregazione giovanile che qui vengono
attentamente analizzate e messe in relazione a un possibile processo di
cristallizzazione della delinquenza oltre che alle tematiche interconnesse del
bullismo e dell’utilizzo di sostanze stupefacenti.
Dall’attenta osservazione del microcosmo giovanile, lo
sguardo si estende infine al sociale
allargato sì da rintracciare dei nessi,
tutt’altro che marginali, tra la delinquenza minorile e l’assenza di
valori − o l’affermarsi di valori distorti − tipica della società
contemporanea.
Se figure genitoriali troppo autoritarie o particolarmente
assenti possono alimentare una violenza latente, se gruppi devianti possono
configurarsi come terreno fertile per la deriva di minori a rischio, non è
esente da responsabilità il modello socio-culturale che lo stesso universo
adulto propone attraverso i media. Una società che ancor oggi ammette svariate
forme di razzismo, che incita all’accumulo di beni materiali, che identifica il
non essere alla moda con l’essere dei perdenti, che, sempre più, sostituisce le
relazioni autentiche con un’interazione di tipo virtuale, di certo non può che
alimentare il senso di inadeguatezza dell’adolescente.
Un saggio esaustivo nella sua brevità, utile al fine di
capire questo fenomeno allarmante che, a vario titolo, ci coinvolge tutti, ponendo
l’accento sull’importanza della prevenzione, nota dolente quest’ultima giacché
ancora lunga è la strada da percorrere in tale direzione.
Un approccio scientifico e esente da pregiudizi, come quello
proposto attraverso questa scottante inchiesta, rappresenta sicuramente un
ottimo punto da cui partire per avvicinarsi alla meta.
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