Recensione: Il silenzio di Dio
Titolo: Il silenzio di Dio
Autore: Gibert Sinouè
Editore: Beat
Traduzione dal francese di Massimo Corà
Pagine: 304
Prezzo: euro 9,00
Prezzo: euro 9,00
Descrizione:
Nella sua quieta casa di Arran, un’isola sperduta sulla costa
occidentale della Scozia, Clarissa Gray, celebre autrice di romanzi
polizieschi, si imbatte in un uomo agonizzante che, prima di morire per
un profondo taglio alla gola, le porge con gesto implorante un
rettangolino di cartone…
Ambizioso thriller in cui «ne va della sopravvivenza dell’umanità» (Le Figaro), Il silenzio di Dio ci restituisce tutta la forza visionaria e la magia narrativa di Gilbert Sinoué. Giorno dopo giorno, seguiamo l’indagine di Mrs Gray, finché non ci troviamo al cospetto di una verità assolutamente inaccettabile. Come possiamo, infatti, accettare la folle idea che l’uomo col volto smunto e la gola tagliata sia addirittura l’Arcangelo Gabriele? Come credere, poi, che un serial killer si aggiri nel Regno dei Cieli uccidendo Yeliel, Elemiah, Hekamiah e seminando il terrore tra gli angeli? E, infine, come non rifiutare la sola vaga prospettiva che i sospetti possano sfiorare il figlio di Amram, Yeshua e il figlio di Amina, i fondatori delle tre grandi religioni monoteiste?
Ambizioso thriller in cui «ne va della sopravvivenza dell’umanità» (Le Figaro), Il silenzio di Dio ci restituisce tutta la forza visionaria e la magia narrativa di Gilbert Sinoué. Giorno dopo giorno, seguiamo l’indagine di Mrs Gray, finché non ci troviamo al cospetto di una verità assolutamente inaccettabile. Come possiamo, infatti, accettare la folle idea che l’uomo col volto smunto e la gola tagliata sia addirittura l’Arcangelo Gabriele? Come credere, poi, che un serial killer si aggiri nel Regno dei Cieli uccidendo Yeliel, Elemiah, Hekamiah e seminando il terrore tra gli angeli? E, infine, come non rifiutare la sola vaga prospettiva che i sospetti possano sfiorare il figlio di Amram, Yeshua e il figlio di Amina, i fondatori delle tre grandi religioni monoteiste?
L'autore:
Gilbert Sinoué è nato nel 1947 in Egitto da madre francese e
padre egiziano. Dal 1965 vive a Parigi. Neri Pozza ha pubblicato, con
grande successo di critica e di pubblico, i suoi romanzi: Il libro di zaffiro, Il ragazzo di Bruges, La via per Isfahan, I giorni e le notti.
La recensione di Miriam
Visionario, ardito e deliziosamente folle. Sono questi i primi
aggettivi che mi vengono in mente pensando a Il silenzio di Dio, un libro che mi ha piacevolmente sorpreso per
la sua carica innovativa e l’arguzia con cui accosta due generi all’apparenza
distanti tra loro: il giallo, inteso nella sua accezione più tradizionale, e
l’urban fantasy.
La storia prende il via muovendosi sui binari ben definiti
di un poliziesco. Seguendo la scia di un intrigante gioco di specchi,
sembrerebbe un romanzo scaturito proprio dalla penna di Clarissa Gray, la
celebre autrice di genere, protagonista della vicenda.
Tutto comincia quando l’anziana scrittrice, rintanata nella
sua quieta casa di Arran, ode un rumore nel cuore della notte. Preoccupata
all’idea che un ladro possa essersi introdotto nell’abitazione, si fa coraggio
e si dirige alla porta d’ingresso. La scena che si palesa ai suoi occhi è
agghiacciante. Un uomo agonizzate giace sul pavimento, il sangue sgorga copioso
dalla sua gola squarciata. Ma a rendere ancor più inquietante lo scenario è una
bizzarra coincidenza. La situazione in cui Clarissa si ritrova catapultata è in
tutto e per tutto identica a quella da lei descritta nel primo capitolo del suo
nuovo romanzo! Superato il primo momento di shock, contatta la centrale di
polizia. Nell’attesa che arrivino i soccorsi, lo sconosciuto esala il suo
ultimo respiro non prima però di aver consegnato alla donna un biglietto.
Il tutto appare decisamente surreale ma, le stranezze non
finiscono qui perché quando l’ispettore Stuart arriva sulla scena del crimine,
il cadavere non c’è più. Niente vittima, niente sangue. Niente di niente.
Che l’età, lo stress e magari qualche bicchierino di troppo
abbiano giocato un brutto scherzo a Mrs Gray?
Per l’ispettore non vi è dubbio che le cose siano andate
così eppure Clarissa ha una prova che la rassicura di non aver sognato: il
foglietto che il moribondo le ha lasciato.
Sarà a partire da questa pallida traccia che la scrittrice
tenterà di far luce sulla vicenda e dimostrare così a se stessa e agli altri di
non aver perso il senso della realtà.
In fondo il brillante detective Archie Rhodenbarr non è che
una sua creazione. Facendo affidamento sul suo acume e sul suo metodo di
analisi può sicuramente risolvere l’enigma.
Quel che Clarissa ancora non sa è che la sua personale
indagine sfugge ai soliti schemi. Comincerà a comprenderlo solo quando il
prezioso bigliettino ricevuto dalla vittima la condurrà a un diario redatto in
un codice incomprensibile. Nulla di così assurdo fin qui, ma si dà il caso che
il suo autore sia l’arcangelo Gabriele!
È a questo punto che il giallo sconfina nel fantasy, il
lettore si ritrova a sgranare gli occhi per la sorpresa e, lasciatemelo dire,
comincia il vero divertimento.
Se state pensando a una banale svolta in chiave fiabesca,
alla solita lotta tra bene e male dai toni moraleggianti, sappiate che siete
fuori strada.
A partire da qui avrete occasione di assistere a una vera e
propria investigazione poliziesca condotta però su un territorio inesplorato. Con
un colpo da maestro Sinoué vi condurrà in Paradiso sulle tracce di un
particolare serial killer che sta sterminando gli angeli. Per stanarlo Clarissa
dovrà indagare i misteri della fede e interrogare tre sospetti d’eccezione:
Gesù, Mosè e Maometto.
Ad assisterla nella folle impresa ci saranno il professore
esperto di linguistica Maclean con il suo enigmatico nipote Morcar, lo studioso
di numerologia Bacovia e il cabalista Shlonsky. Personaggi stravaganti il
fascino dei quali si somma a quello promanante dall’ambientazione magica tipica
dalla Scozia − più che un semplice paese
un mito incarnato, come sostiene Stuart.
La corsa verso un finale davvero inimmaginabile, sarà
contrassegnata da intrighi, colpi di scena ed enigmi che, di certo,
risulteranno particolarmente avvincenti per gli appassionati di numerologia ed
esoterismo. Pur mantenendo un ritmo narrativo serrato e un registro linguistico
che fa della semplicità e della massima fruibilità il suo punto di forza,
l’autore infatti infarcisce il testo di informazioni e spiegazioni estremamente
interessanti.
Personalmente ho trovato molto avvincente anche il dibattito
di natura filosofico- religiosa che emerge tra le righe, la singolare
interpretazione del male e il particole
ritratto dei tre massimi profeti proposta dall’autore− sebbene, per qualcuno,
l’idea di Gesù, Maometto e Mosè alla
sbarra possa suonare dissacrante.
Ne consiglio vivamente la lettura a quanti siano alla
ricerca di un giallo fuori dagli schemi o di un urban fantasy innovativo.
Ideale per chi apprezza entrambi i generi e si sente attratto dai crossover più
audaci.
Ho un premio per il blog qui
RispondiEliminahttp://libridilo.blogspot.it/2012/10/premio-dardos.html
Ciao :)
Grazie Lorenza! <3
RispondiEliminaBella recensione!!
RispondiEliminaIl libro sembra davvero intrigante e particolare, me lo segno! Grazie!