mercoledì 26 ottobre 2016

Recensione: Il settimo manoscritto

Titolo: Il settimo manoscritto
Autore: Fabrizio Santi
Editore: Newton Compton
Pagine: 336
Prezzo cartaceo: 9,90
Prezzo eBook: 4,99

Descrizione:

Dalla cassaforte del monastero di San Gregorio al Celio è stato rubato un manoscritto, l’Unicum. Redatto in italiano cinquecentesco, nessuno è mai riuscito a interpretarlo. Eppure non c’è alcun motivo che giustifichi il furto: in giro ne esistono infatti altre copie. Giulio Salviati, scrittore di successo da tempo in crisi d’ispirazione, vive in una piccola mansarda a Trastevere ed è a corto di soldi. Una sera riceve la visita di un personaggio incappucciato, che gli chiede di indagare su quel furto, in cambio di una cospicua somma di denaro: la logica stringente con cui Salviati scrive i suoi thriller – pensa il misterioso committente – lo porterà là dove la polizia non è riuscita ad arrivare. Grazie alle sue indagini Salviati scopre che esiste un libro, conservato alla biblioteca Angelica, che parla proprio dell’Unicum. Ma qualcuno lo sta già leggendo. Chi è? La rocambolesca ricerca sulle tracce del manoscritto lo condurrà dentro a storici palazzi romani, fino a sconosciuti e inquietanti sotterranei… Cosa cela quell’antico codice di così importante? Un segreto per cui qualcuno è disposto a uccidere…

L'autore:
Fabrizio Santi. È nato e vive a Roma. È laureato in Lingue e letterature straniere e insegna inglese in un liceo scientifico romano. Il quadro maledetto, il suo primo romanzo, è stato per settimane in vetta alle classifiche.


La recensione di Miriam:
Perdere l’ispirazione, forse, è la cosa più temibile che possa capitare a uno scrittore. Giulio Salviati fa i conti con il suo blocco ormai da qualche anno. I suoi gialli già pubblicati hanno avuto un enorme successo, il suo editore lo pressa perché consegni il nuovo ma lui si sente svuotato, impotente di fronte alla pagina bianca. Alla frustrazione si aggiunge il disagio economico poiché le sue risorse si stanno esaurendo. La bottiglia è lì, crudele tentazione; pur sapendo che l’alcol non risolverà i sui problemi, lo scrittore non vede altra via per districarsi dal pantano in cui sente di affogare, almeno fino a che uno stranissimo incontro non gli lascia intravedere uno spiraglio inatteso.
Un uomo mascherato, una sera, gli tende un agguato, ma non si tratta di un rapinatore. Lo sconosciuto ha un affare da proporgli: un prezioso manoscritto cinquecentesco è stato rubato dal monastero di San Gregrio al Celio. La Polizia brancola nel buio ed è presumibile che in breve tempo chiuderà le indagini con un nulla di fatto. Lo stravagante committente pensa che Salviati abbia le carte in regola per risolvere il caso, giacché nei suoi libri dimostra di possedere grandi capacità logico-deduttive, nonché un acume degno del miglior detective sulla piazza. Ovviamente, se dovesse accettare, sarà ben ricompensato: un acconto di cinquemila euro è già pronto per lui, a patto che dica di sì.
Certo, Giulio avrebbe preferito essere folgorato da una buona idea per il suo romanzo ma è innegabile che la proposta lo alletti. Il compenso economico risolleverebbe le sue finanze e, al di là di tutto, la prospettiva di incarnare nella realtà il ruolo svolto dal suo personaggio immaginario gli suona interessante.
Così comincia l’avventura, una sfida complessa per il giallista in pausa perché il caso su cui è chiamato a investigare non è affatto facile.
Il manoscritto rubato, l’Unicum, non ha un rilevante valore economico. Non è mai stato decodificato ma  si presume contenga un segreto di grande importanza, è dunque plausibile che qualcuno sia interessato a visionarlo, però ne esistono diverse copie facilmente accessibili.
Chi è perché allora può aver avuto interesse a compiere il furto?
Sono le prime domande alle quali Giulio deve dare una risposta, ma non le sole. La sua mente vivace si interroga anche sul contenuto del libro e sul suo significato, nonché sull’identità e sul movente dell’enigmatico uomo che gli ha conferito l’incarico.
Se siete appassionati di enigmi e misteri che affondano le radici nel tempo andato, chiamando in causa l’alchimia e le sette segrete, Il Settimo manoscritto non potrà che solleticare la vostra curiosità, proprio come fa con il protagonista. Dopo aver letto le prime pagine, sarete colti dal desiderio di scoprire tutta la verità e vi sentirete stimolati ad andare avanti, riscoprendovi coinvolti in prima persona nella ricerca.
Il romanzo intriga non solo in virtù del giallo ben congegnato su cui è costruito ma per il forte senso di avventura che ne scandisce il ritmo. Le indagini, infatti, si riveleranno molto movimentate giacché nel momento in cui Salviati inizierà a compiere le sue ricerche finirà in una girandola di accadimenti imprevisti e vedrà il caso farsi sempre più scottante. Omicidi, palazzi che nascondono tranelli e indicibili segreti,  inseguimenti e depistaggi saranno solo alcuni degli ostacoli con cui lo scrittore dovrà confrontarsi.
Benché l’enigma di partenza sia rappresentato da un testo che ha bisogno di essere decriptato, il percorso investigativo sarà tutt’altro che statico e si dimostrerà fittissimo di azione.
A stemperare un po’ la tensione, che rimane altissima dall’inizio alla fine, regalando una delicatissima sfumatura rosa al thriller vi è poi un simpaticissimo personaggio femminile: la bibliotecaria Elena che si lascerà coinvolgere nelle indagini al punto di affiancare Giulio ma non mancherà di lasciarsi coinvolgere anche emotivamente.
Una lettura avvincente per un rompicapo dagli incastri perfetti.

Nessun commento:

Posta un commento