sabato 27 agosto 2016

Recensione: Dall'altra parte: 26 storie inquiete

Titolo: Dall'altra parte: 26 storie inquiete
Autore: Moreno Burattini
Editore: Cut-up publishing
Pagine: 250
Prezzo: 14,00
Disponibile qui

Descrizione:
Dall’altra parte: 26 storie inquiete. Un cacciatore di diecimila anni fa e una biologa a bordo di un’astronave in viaggio da diecimila anni nello spazio. Nel mezzo, figli che vogliono uccidere il padre e madri che cercano di sopprimere i figli. Ma anche alieni che invadono la terra e persone che si risvegliano nella tomba, seppelite vive. Per non parlare di un mendicante che perseguita coloro che gli negano l’elemosina e dell’ultimo uomo rimasto sulla Terra. E poi, ci sono i morti che varcato il confine e si trovano dall’Altra Parte. C’è pure una moglie che uccide il marito a colpi di ferro da stiro. Non mancano i draghi, gli alchimisti, i fumettisti, i cuochi, i preti di montagna, i lupi, i mutanti e i viaggiatori partiti per la Patagonia. Il pezzo forte però è un racconto inedito con protagonista Zagor, “Lo Spirito con la Scure”.
Il volume è illustrato da venticinque celebri disegnatori di fumetti: Stefano Babini, Emanuele Barison, Alessandro Bocci, Alessandro Chiarolla, Paolo Di Orazio, Domenico e Stefano Di Vitto, Nando Esposito, Davide Fabbri, James Hogg, Mauro Laurenti, Fabrizio Longo, Marcello Mangiantini, Davide Perconti, Massimo Pesce, Alessandro Piccinelli, Giuliano Piccininno, Roberto Piere, Giuseppe Prisco, Gianni Sedioli, Daniele Statella, Sergio Tisselli, Marco Torricelli, Walter Venturi, Marco Verni.

L'autore:
Moreno Burattini è uno dei più noti sceneggiatori di fumetti italiani. Ha scritto storie per Lupo Alberto, Cattivik, il Comandante Mark, Dampyr e Tex ma il personaggio a cui si è soprattutto dedicato (al punto da risultare l’autore con più storie all’attivo) è Zagor, del quale è anche da molti anni il curatore di testata.

La recensione di Miriam:
Un tour immaginario dall’altra parte. Attraverso la sua raccolta di racconti, è proprio questa l’esperienza che ci va vivere Moreno Burattini: una sorta di viaggio in un altrove, inteso nell’accezione più ampia del termine.
L’altra parte può indicare un diverso punto di vista, la linea nemica, un luogo altro o anche l’aldilà.
Nessuna opzione è esclusa dall’autore, che sembra divertirsi proprio a interpretare e reinterpretare svariate volte questo concetto. Il risultato, oltre che divertente, è davvero interessante, e si declina in una carrellata di testi molto eterogenei fra loro per tematiche e genere. Dalla fantascienza, al fantasy,  all’horror, passando per il retelling e il racconto umoristico, ribalziamo letteralmente fra ambientazioni e suggestioni variegate, in grado di trasmetterci stati d’animo, a volte anche opposti fra loro, di stupirci, di spaventarci e spesso di strapparci un sorriso. A caratterizzare l’intera raccolta, infatti, è proprio la vena ironica che l’attraversa, quasi fosse un tacito invito a non prendere troppo sul serio noi stessi e la realtà che ci circonda.
È così che ci ritroviamo, per esempio, in diversi scenari fiabeschi in cui lo schema classico risulta come ribaltato. Le trame conservano scontri fra draghi e cavalieri, maledizioni  e sortilegi, ma le riconsideriamo dalla parte dei cattivi o di quei personaggi che solitamente svolgono il semplice ruolo di comparse. Basti pensare a  La testa del drago, racconto dal sapore fantasy, in cui lo scudiero ruba la scena al cavaliere riservandoci una bella sorpresa; a Cuore di figlio in cui un giovane stipula un patto con un mago per sbarazzarsi del padre cattivo, senza però fare i conti col destino beffardo che gli giocherà un brutto tiro; oppure a L’Alchimista, in cui un esperto di arti occulte ruba alle api il segreto della fertilità ma dalle api stesse finisce per essere gabbato.
In alcuni casi ci ritroviamo alle prese con retelling di favole note, come La bella e la bestia o Il pifferaio magico, riconsiderati da un punto di vista inedito, nonché intriso di humour nero.
I “cattivi” spadroneggiano anche in racconti dalle atmosfere più horror come Ossessione o Cibo per cani, che ci propongono delle nemesi ai danni di presunte vittime; mentre la riscrittura in un paio di occasioni diviene deliziosamente dissacrante e va a riprendere celebri passi della bibbia, cosicché ci imbattiamo in una resurrezione di Lazzaro raccontata dal suo punto di vista (Dall’altra parte) e in una lettura inedita della vicenda di Caino (Ombra nella nebbia).
Non mancano le esplorazioni di dimensioni parallele e gli incontri con gli abitatori dell’altra parte del cosmo, gli alieni, che danno vita a racconti fantascientifici come Partenogenesi, Scrawls, Il monte di Venere o Cuore di mamma. Anche in questi casi la prospettiva privilegiata è quella degli extraterrestri, è a loro che viene conferito il diritto di parola o, all’occorrenza, di rivalsa sugli esseri umani.
I toni si fanno più scanzonati, ma non troppo, in racconti come Insaccato di cuoco o Controstoria del latino che hanno un taglio fortemente ironico. Nel primo caso l’autore si diverte – e ci diverte – vendicandosi idealmente di quei cuochi che dalla TV ci invitano a replicare le loro gustose ricette, proponendoci ingredienti assurdi e introvabili; nel secondo, gioca con l’avversione per il latino che accomuna molti studenti, raccontandoci una storia alternativa in cui moltissime persone, da Remo agli Etruschi, senza dimenticare i Galli, solo per citarne alcuni,  tentano senza successo di impedire che la malefica lingua giunga fino a noi.
D’obbligo, infine, è una sbirciatina all’aldilà ed è proprio qui che, dal mio personale punto di vista, l’autore dà il meglio regalandoci due autentici gioiellini: La signora Miller e Dio – un giallo dall’epilogo inimmaginabile in cui viene messa in discussione la colpevolezza di Caino nell’omicidio di Abele – e Il Giudizio di Dio (il mio preferito in assoluto), in cui due misteriosi interlocutori discorrono di quello che c’è dopo la morte, ponendo a confronto la visione cristiana con una visione decisamente più laica, forse sacrilega agli occhi di un credente, ma che ci lascerà a bocca aperta quando scopriremo chi la sostiene.
La tematica della morte ricorre anche in L’arcobaleno alla fine del mondo, assumendo però toni meno leggeri. Di tutti, si tratta forse del racconto meno giocoso, un testo che apre una parentesi di riflessione intrisa di nostalgia e che conquista per i suoi tratti introspettivi e poetici.
Escludendo pochissime eccezioni, i racconti sono brevissimi, degli shot che puntano su un impatto immediato, di tipo quasi visivo – peraltro supportato dalle bellissime illustrazioni realizzate da celebri fumettisti che arricchiscono il libro – e sull’effetto sorpresa o ribaltamento che con puntualità caratterizza i finali, non mancando di sbalordirci ogni volta.
Una lettura godibilissima, un’occasione imperdibile per fare un salto in un altrove che in fondo è intorno e dentro di noi, anche se spesso non ce ne accorgiamo.




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