Recensione: Dall'altra parte: 26 storie inquiete
Titolo: Dall'altra parte: 26 storie inquiete
Autore: Moreno Burattini
Editore: Cut-up publishing
Pagine: 250
Prezzo: 14,00
Disponibile qui
Descrizione:
Dall’altra parte: 26 storie inquiete. Un cacciatore di diecimila anni fa e una biologa a bordo di un’astronave in viaggio da diecimila anni nello spazio. Nel mezzo, figli che vogliono uccidere il padre e madri che cercano di sopprimere i figli. Ma anche alieni che invadono la terra e persone che si risvegliano nella tomba, seppelite vive. Per non parlare di un mendicante che perseguita coloro che gli negano l’elemosina e dell’ultimo uomo rimasto sulla Terra. E poi, ci sono i morti che varcato il confine e si trovano dall’Altra Parte. C’è pure una moglie che uccide il marito a colpi di ferro da stiro. Non mancano i draghi, gli alchimisti, i fumettisti, i cuochi, i preti di montagna, i lupi, i mutanti e i viaggiatori partiti per la Patagonia. Il pezzo forte però è un racconto inedito con protagonista Zagor, “Lo Spirito con la Scure”.
Il volume è illustrato da venticinque celebri disegnatori di fumetti: Stefano Babini, Emanuele Barison, Alessandro Bocci, Alessandro Chiarolla, Paolo Di Orazio, Domenico e Stefano Di Vitto, Nando Esposito, Davide Fabbri, James Hogg, Mauro Laurenti, Fabrizio Longo, Marcello Mangiantini, Davide Perconti, Massimo Pesce, Alessandro Piccinelli, Giuliano Piccininno, Roberto Piere, Giuseppe Prisco, Gianni Sedioli, Daniele Statella, Sergio Tisselli, Marco Torricelli, Walter Venturi, Marco Verni.
L'autore:
Moreno Burattini è uno dei più noti sceneggiatori di fumetti italiani. Ha scritto storie per Lupo Alberto, Cattivik, il Comandante Mark, Dampyr e Tex ma il personaggio a cui si è soprattutto dedicato (al punto da risultare l’autore con più storie all’attivo) è Zagor, del quale è anche da molti anni il curatore di testata.
La recensione di Miriam:
Un tour immaginario dall’altra parte. Attraverso la sua raccolta di racconti, è proprio
questa l’esperienza che ci va vivere Moreno Burattini: una sorta di viaggio in
un altrove, inteso nell’accezione più ampia del termine.
L’altra parte può indicare un diverso punto di vista, la linea
nemica, un luogo altro o anche l’aldilà.
Nessuna opzione è esclusa dall’autore, che sembra
divertirsi proprio a interpretare e reinterpretare svariate volte questo
concetto. Il risultato, oltre che divertente, è davvero interessante, e si
declina in una carrellata di testi molto eterogenei fra loro per tematiche e
genere. Dalla fantascienza, al fantasy, all’horror, passando per il retelling e il
racconto umoristico, ribalziamo letteralmente fra ambientazioni e suggestioni
variegate, in grado di trasmetterci stati d’animo, a volte anche opposti fra
loro, di stupirci, di spaventarci e spesso di strapparci un sorriso. A caratterizzare
l’intera raccolta, infatti, è proprio la vena ironica che l’attraversa, quasi
fosse un tacito invito a non prendere troppo sul serio noi stessi e la realtà
che ci circonda.
È così che ci ritroviamo, per esempio, in diversi
scenari fiabeschi in cui lo schema classico risulta come ribaltato. Le trame
conservano scontri fra draghi e cavalieri, maledizioni e sortilegi, ma le riconsideriamo dalla parte
dei cattivi o di quei personaggi che solitamente svolgono il semplice ruolo di
comparse. Basti pensare a La testa del drago, racconto dal sapore
fantasy, in cui lo scudiero ruba la scena al cavaliere riservandoci una bella
sorpresa; a Cuore di figlio in cui un
giovane stipula un patto con un mago per sbarazzarsi del padre cattivo, senza
però fare i conti col destino beffardo che gli giocherà un brutto tiro; oppure
a L’Alchimista, in cui un esperto di
arti occulte ruba alle api il segreto della fertilità ma dalle api stesse
finisce per essere gabbato.
In alcuni casi ci ritroviamo alle prese con retelling
di favole note, come La bella e la bestia
o Il pifferaio magico, riconsiderati
da un punto di vista inedito, nonché intriso di humour nero.
I “cattivi” spadroneggiano anche in racconti dalle
atmosfere più horror come Ossessione
o Cibo per cani, che ci propongono delle nemesi ai danni di presunte vittime;
mentre la riscrittura in un paio di occasioni diviene deliziosamente
dissacrante e va a riprendere celebri passi della bibbia, cosicché ci
imbattiamo in una resurrezione di Lazzaro raccontata dal suo punto di vista (Dall’altra parte) e in una lettura
inedita della vicenda di Caino (Ombra nella
nebbia).
Non mancano le esplorazioni di dimensioni parallele
e gli incontri con gli abitatori dell’altra parte del cosmo, gli alieni, che
danno vita a racconti fantascientifici come Partenogenesi,
Scrawls, Il monte di Venere o Cuore di
mamma. Anche in questi casi la prospettiva privilegiata è quella degli
extraterrestri, è a loro che viene conferito il diritto di parola o,
all’occorrenza, di rivalsa sugli esseri umani.
I toni si fanno più scanzonati, ma non troppo, in
racconti come Insaccato di cuoco o Controstoria del latino che hanno un
taglio fortemente ironico. Nel primo caso l’autore si diverte – e ci diverte –
vendicandosi idealmente di quei cuochi che dalla TV ci invitano a replicare le loro
gustose ricette, proponendoci ingredienti assurdi e introvabili; nel secondo,
gioca con l’avversione per il latino che accomuna molti studenti, raccontandoci
una storia alternativa in cui moltissime persone, da Remo agli Etruschi, senza
dimenticare i Galli, solo per citarne alcuni, tentano senza successo di impedire che la
malefica lingua giunga fino a noi.
D’obbligo, infine, è una sbirciatina all’aldilà ed è
proprio qui che, dal mio personale punto di vista, l’autore dà il meglio
regalandoci due autentici gioiellini: La
signora Miller e Dio – un giallo dall’epilogo inimmaginabile in cui viene
messa in discussione la colpevolezza di Caino nell’omicidio di Abele – e Il Giudizio di Dio (il mio preferito in
assoluto), in cui due misteriosi interlocutori discorrono di quello che c’è dopo
la morte, ponendo a confronto la visione cristiana con una visione decisamente
più laica, forse sacrilega agli occhi di un credente, ma che ci lascerà a bocca
aperta quando scopriremo chi la sostiene.
La tematica della morte ricorre anche in L’arcobaleno alla fine del mondo, assumendo
però toni meno leggeri. Di tutti, si tratta forse del racconto meno giocoso, un
testo che apre una parentesi di riflessione intrisa di nostalgia e che
conquista per i suoi tratti introspettivi e poetici.
Escludendo pochissime eccezioni, i racconti sono
brevissimi, degli shot che puntano su un impatto immediato, di tipo quasi
visivo – peraltro supportato dalle bellissime illustrazioni realizzate da
celebri fumettisti che arricchiscono il libro – e sull’effetto sorpresa o
ribaltamento che con puntualità caratterizza i finali, non mancando di sbalordirci
ogni volta.
Una lettura godibilissima, un’occasione imperdibile
per fare un salto in un altrove che in fondo è intorno e dentro di noi, anche
se spesso non ce ne accorgiamo.
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