sabato 16 agosto 2014

Recensione: Rinascita di una dea

 Titolo: Rinascita di una dea
Autrice: Aurora Ballarin
Editore: youcanprint
Pagine: 476
Prezzo ebook: 0,99
Prezzo cartaceo: 22,50
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Descrizione:
Venezia 1896: 
Ainwen Carnelio, giovane rampolla di una delle famiglie più in vista della città, non ha mai capito la ragione del suo strano aspetto. Cresciuta da un ammiraglio, che l'ha addestrata all'arte della spada fin da bambina e da una madre insolitamente attenta a farle apprendere la magia, la giovane passa le sue giornate divisa tra due realtà: quella diurna, la vita apparentemente normale di una ragazza della sua età; e quella notturna tra duelli, visioni di cui non conosce il significato e incubi che infestano le sue notti. Tutto evolve all'improvviso il giorno in cui conosce il nuovo istitutore, Barahir. Un uomo enigmatico, di una bellezza unica e fin troppo interessato a lei. Con il suo arrivo le visioni aumentano, facendosi via via più terrificanti. Ogni volta che i loro sguardi si incrociano è come se lei vivesse l'esistenza di un'altra persona. La mente viene travolta da ricordi non suoi e perfino la vita arriva quasi a non appartenerle più, confondendosi con quella di un'altra donna di cui a malapena conosce il nome. Fino a quando, spossata nell'animo e nelle carni decide di voler sbrogliare la matassa dei misteri di tutta una vita. Solo un nome dalla sua parte. Un unico fievole indizio a ricollegare ogni sua visione: Urwen. Il nome della dea degli elfi. Il nome della donna che, cinquecento anni prima salvò il mondo dall'apocalisse... Questa ricerca la porterà a riscoprire il suo passato e un destino dannato, da cui non potrà scappare. Una guerra spietata l’attende alle porte del suo domani. Una battaglia insensata e crudele da cui dipenderà non solo la sua salvezza ma anche il destino di chi ama e del mondo che Urwen, prima di lei, era stata chiamata a proteggere. Vecchi legami la richiameranno all’esistenza che ancora in fasce aveva gettato alle spalle e dalle stesse ceneri del dolore che comporterà la conoscenza del futuro che l’attende, dovrà ricostruire non solo un mondo, evitandone la fine, ma anche e soprattutto la sua stessa vita… 


L'autrice:

Aurora Ballarin è nata a Venezia il 7 aprile del 1988. È la prima di tre fratelli. Dopo aver studiato biologia, si è dedicata a tempo pieno alla sua grande passione: la scrittura.
Quando non scrive, ama leggere e ascoltare musica,  perlopiù straniera.  
Questo libro, nato proprio tra i banchi di scuola, è il  suo romanzo d'esordio. Un fantasy ambientato in parte in una misteriosa Venezia di fine 1800 che coniuga magia e realtà, guerra e amore. 
Sullo sfondo di una città appena uscita dai fasti  dei tempi in cui era nota come la Serenissima, si dipaneranno le gesta di uomini ed eroi, di demoni e salvatori, il tutto in un periodo di crisi, anticipo di due guerre che in un secolo hanno segnato la nostra realtà.
 
La recensione di Miriam:
Puoi fuggire dalla verità, ma prima o poi torna a cercarti; puoi fingere di essere qualcun altro ma non puoi cancellare davvero chi sei.
Ainwen non ha scelto di scappare e nemmeno di dimenticare le proprie origini,  altri hanno dovuto agire per lei strappandola dalla sua realtà quando era ancora in fasce, affinché potesse essere al sicuro e prepararsi ad andare incontro al suo destino. Cresciuta a Venezia, come figlia dell’ammiraglio Carnelio, Ainwen non ha mai sospettato di appartenere a un’altra dimensione, benché i sogni, da lungo tempo, le raccontino una storia di guerra e sofferenza, di odio e amore, offrendole immagini che dovrebbero essere sconosciute ai suoi occhi. Come fossero conchiglie trasportate dalle onde, ricordi che non le appartengono (o forse sì?) rimangono adagiati ogni notte sulla riva del suo mondo onirico, recano i suoni di un’antica battaglia e sussurrano sempre lo stesso nome: Urwen.
La bimba diviene una giovane donna imparando a convivere con le sue stranezze, senza lasciarsi condizionare né porsi troppe domande fino a che un nuovo insegnante, Barahir, non approda nella sua scuola. Con il suo arrivo, le visioni cominciano misteriosamente a intensificarsi facendo maturare nella ragazza il bisogno di fare chiarezza.
La ricerca della verità coinciderà con la scoperta di un nuovo universo. Ben presto Ainwen si ritroverà catapultata nel Regno di Virvel, elfa tra gli elfi, in una realtà densa di pericoli e sortilegi. Una realtà che, a dispetto delle apparenze, non ha nulla di fiabesco e richiede tutto il coraggio possibile per poter essere affrontata.
È un epic fantasy  corposo quanto ambizioso questo di Aurora Balarin, un romanzo che  a suon di spada, magia e antiche profezie introduce una saga che ha tutte le carte in regola per conquistare gli appassionati del genere. Tra le sue pagine potrete respirare il terrore scatenato da una guerra cruenta e secolare, percepire la forza magica degli elementi, assaporare il fascino delle antiche leggende e udire il  battito del cuore tempestato da mille emozioni. Se la trama, complessa e avventurosa, ingloba le componenti tipiche della tradizione, la particolarissima cornice narrativa scelta dall’autrice, introduce un piacevole tocco di novità.  Per l’occasione, la reale Venezia ottocentesca si tinge di magia mostrandoci un volto inedito al cui fascino è impossibile resistere. Alternandosi agli scenari più fantasiosi di Virvel, diviene sfondo d’eccezione per una storia che si muove in perfetto equilibrio tra azione e sentimento fornendo al lettore l’impressione di compiere un lunghissimo, mirabolante viaggio.
Come in ogni high fantasy che si rispetti, la lotta tra bene e male è al centro della scena, tuttavia l’autrice non traccia una netta linea di demarcazione tra l’uno e l’altro, privilegiando l’umanità dei suoi personaggi.
Ainwen è un’eroina con la E maiuscola, ma è anche un’eroina per caso, una ragazza giovane e non scevra da fragilità, costretta a fare i conti con un fardello che, a più riprese, minaccia di schiacciarla. Temeraria, saggia più di quanto la sua giovinezza potrebbe permettere (ma c’è una spiegazione per questo), incarna il bene per eccellenza, quello che non conosce ostacoli e che non si lascia intaccare dall’egoismo. Nonostante ciò non è immune ai momenti di debolezza e non è sempre infallibile.
Ambiguo è l’antagonista Firion, votato a impersonare il ruolo del cattivo eppure capace di insinuare un dubbio sottopelle in chi legge.  Sarà davvero ciò che sembra o nasconde qualcosa dietro all’apparenza che, al momento opportuno, potrà sconvolgere le regole del gioco?
A rendere ancor più torbide le acque, contribuisce Morwen, la sua oscura alleata. Di tutti, sicuramente, il personaggio più enigmatico e sfuggente.
Altrettanto sfaccettati e ben caratterizzati risultano anche i numerosissimi personaggi che affiancano i protagonisti e che, con la loro presenza, sapranno arricchire il plot di sentimenti quale l’amore – inteso nelle sue molteplici accezioni − e l’amicizia.  
Particolarmente interessante e per nulla scontata è  poi la particolare interpretazione del concetto di libero arbitrio che attraversa l’intera opera.
Il destino incombe dalla prima all’ultima pagina, è lì come una forza che tutto sovrasta e alla quale non ci si può opporre, ma allo stesso tempo non coincide con una storia già scritta che si impone a dei soggetti impotenti. I percorsi principali sono tracciati, ma i singoli individui sono costantemente posti di fronte a dei bivi e chiamati a scegliere la direzione da seguire. Il fato si configura così come un racconto scritto a più mani, in cui ogni individuo conta ed è responsabile delle proprie scelte.
Una visione questa, che personalmente sento di condividere e che, penso trasmetta un messaggio profondo, in grado di infondere senso di responsabilità e speranza allo stesso tempo. “C’è sempre una scelta”, implica infatti che nulla mai è perduto ma che una decisione presa o rinviata può fare la differenza.  
L’epilogo, come si può facilmente prevedere, lascia molte domande in sospeso ma per questo non c’è problema. Il secondo capitolo della serie è già edito, per cui non sarà necessario costringersi a lunghe attese per godersi il seguito.



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