Titolo: Rinascita di una dea
Autrice: Aurora Ballarin
Editore: youcanprint
Pagine: 476
Prezzo ebook: 0,99
Prezzo cartaceo: 22,50
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Descrizione:
Venezia 1896:
Ainwen Carnelio, giovane rampolla di una delle famiglie più in vista
della città, non ha mai capito la ragione del suo strano aspetto.
Cresciuta da un ammiraglio, che l'ha addestrata all'arte della
spada fin da bambina e da una madre insolitamente attenta a farle
apprendere la magia, la giovane passa le sue giornate divisa tra due
realtà: quella diurna, la vita apparentemente normale di una ragazza
della sua età; e quella notturna tra duelli, visioni di cui non conosce
il significato e incubi che infestano le sue notti.
Tutto evolve all'improvviso il giorno in cui conosce il nuovo
istitutore, Barahir. Un uomo enigmatico, di una bellezza unica e fin
troppo interessato a lei.
Con il suo arrivo le visioni aumentano, facendosi via via più terrificanti.
Ogni volta che i loro sguardi si incrociano è come se lei vivesse l'esistenza di un'altra persona.
La mente viene travolta da ricordi non suoi e perfino la vita
arriva quasi a non appartenerle più, confondendosi con quella di
un'altra donna di cui a malapena conosce il nome.
Fino a quando, spossata nell'animo e nelle carni decide di voler sbrogliare la matassa dei misteri di tutta una vita.
Solo un nome dalla sua parte. Un unico fievole indizio a ricollegare ogni sua visione: Urwen.
Il nome della dea degli elfi.
Il nome della donna che, cinquecento anni prima salvò il mondo dall'apocalisse...
Questa ricerca la porterà a riscoprire il suo passato e un destino
dannato, da cui non potrà scappare. Una guerra spietata l’attende alle
porte del suo domani.
Una battaglia insensata e crudele da cui dipenderà non solo la
sua salvezza ma anche il destino di chi ama e del mondo che Urwen, prima
di lei, era stata chiamata a proteggere.
Vecchi legami la richiameranno all’esistenza che ancora in fasce
aveva gettato alle spalle e dalle stesse ceneri del dolore che
comporterà la conoscenza del futuro che l’attende, dovrà ricostruire non
solo un mondo, evitandone la fine, ma anche e soprattutto la sua stessa
vita…
Aurora Ballarin è nata a Venezia il
7 aprile del 1988. È la prima di tre fratelli. Dopo aver studiato biologia, si
è dedicata a tempo pieno alla sua grande passione: la scrittura.
Quando non scrive, ama leggere e
ascoltare musica, perlopiù straniera.
Questo libro, nato proprio tra i
banchi di scuola, è il suo romanzo
d'esordio. Un fantasy ambientato in parte in una misteriosa Venezia di fine
1800 che coniuga magia e realtà, guerra
e amore.
Sullo sfondo di una città appena
uscita dai fasti dei tempi in cui era
nota come la Serenissima, si dipaneranno le gesta di uomini
ed eroi, di demoni e salvatori, il tutto in un periodo di crisi, anticipo di due guerre che in un
secolo hanno segnato la nostra realtà.
La recensione di Miriam:
Puoi
fuggire dalla verità, ma prima o poi torna a cercarti; puoi fingere di essere
qualcun altro ma non puoi cancellare davvero chi sei.
Ainwen
non ha scelto di scappare e nemmeno di dimenticare le proprie origini, altri hanno dovuto agire per lei strappandola
dalla sua realtà quando era ancora in fasce, affinché potesse essere al sicuro
e prepararsi ad andare incontro al suo destino. Cresciuta a Venezia, come figlia
dell’ammiraglio Carnelio, Ainwen non ha mai sospettato di appartenere a un’altra
dimensione, benché i sogni, da lungo tempo, le raccontino una storia di guerra
e sofferenza, di odio e amore, offrendole immagini che dovrebbero essere
sconosciute ai suoi occhi. Come fossero conchiglie trasportate dalle onde, ricordi
che non le appartengono (o forse sì?) rimangono adagiati ogni notte sulla riva
del suo mondo onirico, recano i suoni di un’antica battaglia e sussurrano sempre
lo stesso nome: Urwen.
La
bimba diviene una giovane donna imparando a convivere con le sue stranezze,
senza lasciarsi condizionare né porsi troppe domande fino a che un nuovo
insegnante, Barahir, non approda nella sua scuola. Con il suo arrivo, le
visioni cominciano misteriosamente a intensificarsi facendo maturare nella
ragazza il bisogno di fare chiarezza.
La
ricerca della verità coinciderà con la scoperta di un nuovo universo. Ben
presto Ainwen si ritroverà catapultata nel Regno di Virvel, elfa tra gli elfi,
in una realtà densa di pericoli e sortilegi. Una realtà che, a dispetto delle
apparenze, non ha nulla di fiabesco e richiede tutto il coraggio possibile per
poter essere affrontata.
È
un epic fantasy corposo quanto ambizioso
questo di Aurora Balarin, un romanzo che
a suon di spada, magia e antiche profezie introduce una saga che ha
tutte le carte in regola per conquistare gli appassionati del genere. Tra le
sue pagine potrete respirare il terrore scatenato da una guerra cruenta e
secolare, percepire la forza magica degli elementi, assaporare il fascino delle
antiche leggende e udire il battito del
cuore tempestato da mille emozioni. Se la trama, complessa e avventurosa,
ingloba le componenti tipiche della tradizione, la particolarissima cornice
narrativa scelta dall’autrice, introduce un piacevole tocco di novità. Per l’occasione, la reale Venezia ottocentesca
si tinge di magia mostrandoci un volto inedito al cui fascino è impossibile
resistere. Alternandosi agli scenari più fantasiosi di Virvel, diviene sfondo d’eccezione
per una storia che si muove in perfetto equilibrio tra azione e sentimento
fornendo al lettore l’impressione di compiere un lunghissimo, mirabolante
viaggio.
Come
in ogni high fantasy che si rispetti, la lotta tra bene e male è al centro
della scena, tuttavia l’autrice non traccia una netta linea di demarcazione tra
l’uno e l’altro, privilegiando l’umanità dei suoi personaggi.
Ainwen
è un’eroina con la E maiuscola, ma è anche un’eroina per caso, una ragazza
giovane e non scevra da fragilità, costretta a fare i conti con un fardello
che, a più riprese, minaccia di schiacciarla. Temeraria, saggia più di quanto
la sua giovinezza potrebbe permettere (ma c’è una spiegazione per questo),
incarna il bene per eccellenza, quello che non conosce ostacoli e che non si
lascia intaccare dall’egoismo. Nonostante ciò non è immune ai momenti di
debolezza e non è sempre infallibile.
Ambiguo
è l’antagonista Firion, votato a impersonare il ruolo del cattivo eppure capace
di insinuare un dubbio sottopelle in chi legge. Sarà davvero ciò che sembra o nasconde
qualcosa dietro all’apparenza che, al momento opportuno, potrà sconvolgere le
regole del gioco?
A
rendere ancor più torbide le acque, contribuisce Morwen, la sua oscura alleata.
Di tutti, sicuramente, il personaggio più enigmatico e sfuggente.
Altrettanto
sfaccettati e ben caratterizzati risultano anche i numerosissimi personaggi che
affiancano i protagonisti e che, con la loro presenza, sapranno arricchire il
plot di sentimenti quale l’amore – inteso nelle sue molteplici accezioni − e l’amicizia.
Particolarmente
interessante e per nulla scontata è poi la
particolare interpretazione del concetto di libero arbitrio che attraversa l’intera
opera.
Il
destino incombe dalla prima all’ultima pagina, è lì come una forza che tutto
sovrasta e alla quale non ci si può opporre, ma allo stesso tempo non coincide
con una storia già scritta che si impone a dei soggetti impotenti. I percorsi
principali sono tracciati, ma i singoli individui sono costantemente posti di
fronte a dei bivi e chiamati a scegliere la direzione da seguire. Il fato si
configura così come un racconto scritto a più mani, in cui ogni individuo conta
ed è responsabile delle proprie scelte.
Una
visione questa, che personalmente sento di condividere e che, penso trasmetta
un messaggio profondo, in grado di infondere senso di responsabilità e speranza
allo stesso tempo. “C’è sempre una scelta”, implica infatti che nulla mai è
perduto ma che una decisione presa o rinviata può fare la differenza.
L’epilogo,
come si può facilmente prevedere, lascia molte domande in sospeso ma per questo
non c’è problema. Il secondo capitolo della serie è già edito, per cui non sarà necessario
costringersi a lunghe attese per godersi il seguito.
Grazie per la bellissima recensione Miriam ^_^ <3
RispondiEliminaGrazie a te, Aurora. E' stato un piacere leggerti!
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