lunedì 7 luglio 2014

Recensione: Cyborg 1.0

Titolo: Cyborg 1.0
Autore: Roberto Serafini
Editore: youcanprint
Pagine: 144
Prezzo cartaceo: 12 euro
Prezzo ebook: 1,99

Descrizione:
Cambridge, 20 giugno 2020. Nel giorno della sua laurea, John Miller deve affrontare due eventi drammatici che lo cambieranno per sempre.Philadelphia, 21 ottobre 2030. La Cyborg Corporation si prepara a lanciare sul mercato una nuova generazione di androidi, progettati dall'ingegnere John Miller. Il prototipo Venus sembra pronto per fare il suo ingresso tra il mondo degli umani. Mancano solo alcuni test finali, che vuole condurre John personalmente. Per questo trascorrerà alcuni giorni da solo con la sua "creatura".  

L'autore:

Roberto Serafini, nato a Roma il 27 aprile 1968. 
Vive da molto tempo in una tranquilla località balneare in provincia di Roma, Marina di Cerveteri.
È diplomato in ragioneria, anche se ha sempre preferito le lettere ai numeri, ed è appassionato di musica. Il pianoforte è lo strumento che ama e che suona nel tempo libero.
Ha iniziato a scrivere poesie e testi di canzoni da ragazzo ma solo recentemente hanno visto la luce le sue prime pubblicazioni: una biografia di una personalità nel 2012 e un romanzo, Cyborg 1.0, nel 2014.

La recensione di Miriam:

Con il suo dottor Frankenstein , nell’ormai lontano ‘800, Mary Shelley tratteggiava il ritratto di un Prometeo moderno. L’ingegnere cibernetico John Miller, protagonista di Cyborg 1.0 potrebbe rappresentare il Prometeo futuro. Non ha nulla di mostruoso, né di sgraziato  la sua creatura, di certo non nell’aspetto. Il robot di ultimissima generazione da lui progettato, può assumere qualsiasi sembianza umana. Il prototipo Venus, per esempio,  si presenta come una bellissima donna, dal fisico slanciato e la fluente capigliatura bionda ed è così verosimile da poter facilmente ingannare chiunque la guardi.  A differenza di una persona in carne e ossa,  però, non teme la morte e nemmeno le malattie, ha l’intero scibile umano inserito nell’hard disk del suo cervello elettronico ed è in grado di eseguire con estrema facilità compiti che un uomo da solo non potrebbe. Ideato allo scopo di recare beneficio all’umanità il cyborg 1.0 può rivelarsi utile non solo nel disbrigo di banali incombenze quotidiane ma anche in casi più complessi e, all’occorrenza, può salvare delle vite. Tra le sue peculiarità vi è, infatti, la capacità di diagnosticare in tempo reale qualsiasi malattia e di prestare efficacissimi interventi di pronto soccorso.
Tutto sembra essere pronto per la messa in commercio di questo gioiello tecnologico quando il suo creatore dichiara di voler fare ancora qualche test. È così che John, allontanatosi con Venus dalla sede della Cyborg Corporation, torna alla casa della sua infanzia allo scopo di trascorre alcuni giorni in compagnia della sua creatura.
In realtà il test a cui pensa lo scienziato non è di natura tecnica. John è curioso di sperimentare in prima persona come possa essere la convivenza con un cyborg e quali implicazioni possa comportare anche da un punto di vista psicologico.
L’esperimento non tarda a produrre i suoi  sconcertanti effetti. John, che da un decennio non ha più rapporti con una donna, che fatica ancora a metabolizzare la morte improvvisa di entrambi i genitori e che convive con un terribile scheletro rinchiuso nell’armadio, al cospetto di Venus sembra aprirsi rivelando il suo nucleo più fragile. La creatura, tutta circuiti e pelle sintetica, in maniera imprevedibile rompe il silenzio in cui l’uomo si è trincerato. Come fosse di fronte a un confessore o sul lettino di uno psicanalista, John comincia a raccontarsi e… in questo modo scoperchia un vaso di Pandora.
Avvalendosi di uno stile asciutto, incisivo e, strutturando la sua trama come fosse un giallo, l’autore ci fa oscillare tra passato e presente per bocca del suo protagonista. A piccole dosi ci svela il mistero che si annida nei trascorsi di John risalendo alle origini e alle motivazioni che sottendono il suo folle progetto.
Folle perché il cyborg 1.0 non è che la prima bozza di un disegno più ampio e più ambizioso.
Quella dell’ingegnere  Miller, è appunto la storia di un novello Prometeo che, sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie si improvvisa dio sfidando i limiti della natura umana. Come il dottor Frankenstein, John è segnato da un grave lutto e partorisce il suo progetto per sfidare la morte ma si spinge un passo oltre perché lui nasconde una motivazione in più: il bisogno di espiare una colpa inconfessabile, di correggere con il futuro un errore commesso in passato.
Pur confezionando un romanzo che si legge tutto d’un fiato, non solo per la sua brevità ma per il ritmo serrato che lo caratterizza e la curiosità  suscitata dal plot, Roberto Serafini solleva una serie di quesiti annosi quanto profondi toccando tematiche fortemente attuali e non trascurando di pizzicare le corde dell’emotività.
La breve convivenza tra John e Venus, come già la sua semplice creazione, inevitabilmente apre una finestra sul dibattito bioetico mettendo in discussione la definizione stessa di umanità. Quale il reale confine che distingue l’uomo dalla macchina, quale la sede delle emozioni e della personalità?
Il nostro corpo è solo un contenitore in cui provvisoriamente alberga la nostra vera essenza oppure è parte inscindibile della nostra identità?
Di certo in questo libro non troverete le risposte ma, tra le sue pieghe, vi assicuro, scoverete molti spunti interessanti. L’incontro con Venus, in fin dei conti, potrà rivelarsi un test anche per voi.


















 

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