martedì 12 febbraio 2013

Recensione: Gregor. La prima profezia

Titolo: Gregor. La prima profezia
Autrice: Suzanne Collins
Editore: Mondadori
Collana: I Grandi
Pagine: 324
Prezzo: 17,00 euro

Descrizione:
Dall’autrice del successo editoriale Hunger Games, che ha venduto 50 milioni di copie nel mondo, tra le 100 più influenti personalità della cultura secondo il “Time”, un romanzo avventuroso e divertente per ragazzi che ha già venduto nel mondo 2 milioni di copie.
Invece di passare l’estate a giocare con gli amici, Gregor si ritrova a gestire Boots, la sorellina di due anni, che parla come un alieno in miniatura. Un giorno, la piccola pestifera si tuffa oltre una grata e sparisce. Gregor si lancia all’inseguimento e finisce nel Sottomondo, un luogo straordinario e terribile, abitato da umani dalla pelle bianchissima e dagli occhi viola, che si sono anticamente rifugiati sottoterra per sfuggire a una persecuzione, e lì hanno creato un mondo parallelo, dove si vola in sella a pipistrelli giganti, ci si allea con gli scarafaggi e si combatte contro ragni e ratti bianchi... Gregor scopre che anche suo padre, scomparso qualche tempo prima, è disperso nel Sottomondo. Toccherà a lui cercarlo, sulle tracce di un’antica profezia.

L'autrice:

Suzanne Collins, nota autrice statunitense, vive con la famiglia nel Connecticut. Nei suoi libri spesso analizza le conseguenze della guerra e della violenza sugli adolescenti.

La recensione di Miriam:


Dopo il grandissimo successo di Hunger Games Suzanne Collins torna a incantare i lettori italiani con una nuova saga. In realtà si tratta di un progetto editoriale che ci fa percorrere a ritroso la carriera letteraria di questa straordinaria autrice. Edito in America nel 2003 “Gregor the Overlander” fu pubblicato in Italia nel 2004 da Sperling & Kupfer con il titolo di “Gregor e il regno di Semprebuio” ma non ottenne il riscontro sperato.
Oggi, sulla scia dell’enorme entusiasmo suscitato da Hunger Games la Mondadori lo ripropone al pubblico concedendogli dunque una seconda chance.
Sebbene il confronto sia inevitabile, le due saghe si differenziano molto per genere e target di riferimento, al punto che un vero e proprio paragone risulta quasi impossibile. Discostandosi dalla distopia, “Gregor. La prima profezia” si inserisce nel filone fantastico più tradizionale trasportandoci in una dimensione fiabesca che per atmosfere e impianto narrativo richiama alla mente i classici della letteratura per ragazzi, quelli scaturiti dalla penna di autori come Carroll, Lewis, Ende, Brennan, Gaiman, per intenderci. Si tratta di un romanzo dedicato ai più giovani ma che − così come vuole la tradizione − si connota sin da subito come una favola senza età, in grado di stregare grandi e piccini.
Il suo protagonista è Gregor, un ragazzino di undici anni cresciuto in fretta a causa di un triste evento che ha colpito la sua famiglia. Aveva solo otto anni quando suo padre è misteriosamente scomparso e da quel giorno ha dovuto trasformarsi in un piccolo uomo di casa. L’estate è appena cominciata e mentre i suoi compagni partono per il campeggio, lui è costretto a rimanere confinato tra le mura domestiche per badare alla  sorellina Boots, di soli due anni, mentre la mamma è al lavoro.  Sarà proprio nel tentativo di riacciuffare la bimba caduta accidentalmente oltre una grata nascosta nella lavanderia che precipiterà con lei in un pozzo senza fondo. Entrambi toccheranno il suolo miracolosamente illesi ma ad attenderli troveranno due scarafaggi giganti dotati del dono della parola! Il primo istinto del ragazzino, ovviamente, sarà quello di fuggire ma quando si varca un portale magico, si sa, tornare indietro non è mai così facile. Ben presto Gregor scoprirà di essere finito nel Sottomondo, un regno parallelo abitato da stranissimi umani che hanno la pelle bianca, gli occhi viola e volano in groppa a pipistrelli giganti. Saranno proprio loro a riconoscere nel nuovo arrivato il prode guerriero di cui parla un’antica profezia, colui che potrà salvarli dalla minaccia dei terribili ratti.
Suo malgrado Gregor dovrà assecondarli e cimentarsi in una pericolosissima missione. Sarà questo il prezzo che dovrà pagare per conservare la speranza di poter tornare a casa ma anche per realizzare un sogno più grande, un sogno a cui aveva rinunciato da tempo: riabbracciare il papà. Gregor, infatti, ha valide ragioni per credere che suo padre sia scomparso passando per la sua stessa grata.
Comincia così, anche per il lettore, un viaggio indimenticabile alla scoperta di un mondo meraviglioso e terrificante al tempo stesso. L’universo forgiato e sapientemente descritto dalla Collins, rappresenta sicuramente uno dei maggiori punti di forza di questo romanzo, il tratto distintivo che lo rende unico nel suo genere. Nelle viscere della terra, tra angusti cunicoli, grotte buie e impetuosi corsi d’acqua, si cela una città di rara bellezza, i cui palazzi sembrano essere scolpiti dalla mano di un impareggiabile artista. Ma insieme alle meraviglie architettoniche vi si celano anche stupefacenti forme di vita. Ci sono i brulicanti − scarafaggi giganti dotati di scarsa intelligenza ma dall’animo buono − i ragni tessitori, cinici, famelici ma capaci, all’occorrenza, di rivelarsi buoni alleati; i pipistrelli giganti che vivono in simbiosi con gli umani dalla pelle quasi trasparente; i ratti, crudeli e determinati a dominare il regno. È contro questi ultimi che ormai da tempo tutte le specie del Sottomondo combattono una feroce guerra ed è proprio con loro che lo stesso Gregor dovrà misurarsi.
Davvero affascinante è il modo in cui l’autrice caratterizza i personaggi di fantasia. A dispetto delle loro fattezze, insetti e animali, rivelano dei tratti tipicamente umani rintracciabili non solo nella capacità di parlare che li accomuna tutti. I ratti malvagi rispecchiano la logica di chi ha sete di potere e non esita a schiacciare gli altri pur di perseguire i suoi scopi; i ragni, cinici e calcolatori, ricordano gli individui che, privi di ideali, riescono facilmente a stringere alleanze e a negoziare pur di soddisfare i loro interessi; gli scarafaggi, invece, ci ricordano che le apparenze spesso ingannano, che un aspetto rivoltante e un cervello poco brillante, possono nascondere una grande bontà d’animo.
Gregor incarna alla perfezione il ruolo dell’eroe per caso, del bambino chiamato a fronteggiare un compito che lo sovrasta. Credibile nelle sue paure e nelle sue incertezze, conquista per la capacità di sfoderare una giusta dose di ironia atta a stemperare la tensione nei momenti più critici, ma soprattutto per la sua capacità di rivelarsi un personaggio in evoluzione. La più grande impresa che lo vedrà protagonista consisterà infatti nella riconquista della capacità di sognare. Sarà questo dopotutto che lo incoronerà vincitore.
Una menzione particolare, infine, la merita Boots, probabilmente uno dei personaggi più riusciti. Impossibile resistere alla spontaneità e al candore, tipicamente infantile, con cui si approccia al nuovo mondo che la circonda. Incuriosita da tutto e da tutti, questa piccola guerriera ignora la paura ma, ancor di più, non conosce il pregiudizio. A dispetto dei più grandi − umani o meno che siano − non giudica i brulicanti dal loro aspetto, non li deride né li considera esseri inferiori perché l’innocenza della sua età le permette di sentire quello che i “grossi setti” hanno dentro offrendo a tutti noi una bellissima lezione di vita.
Se amate le storie senza tempo, in grado di trasportarvi in mondi inesplorati e di farvi tornare bambini, non potrete che innamorarvi di questa saga. Non aspettatevi però nulla che somigli ad Hunger Games perché, in tal caso, potreste rimanerne delusi.




 


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