Titolo: Borges e gli oranghi eterni
Autore: Luis Fernando Verissimo
Editore: Atmosphere Libri
Collana: Biblioteca del giallo
Dati: 2013, 100 p., brossura
Prezzo di copertina: 12, 00 euro
Descrizione:
La trama si svolge a Buenos Aires, durante un
congresso della Società Israfel, che riunisce gli studiosi del lavoro di
Edgar Allan Poe (Israfel è il nome di una poesia di Poe). Il
protagonista, Vogelstein, è un insegnante di mezza età amante dei libri,
che viaggia verso la capitale dell'Argentina per partecipare all'evento
e si trova coinvolto in un crimine. Vogelstein, insieme con il suo
idolo, lo scrittore Jorge Luis Borges, tenta di svelare il mistero che
infastidisce così tanto la polizia argentina. Entrambi partono dalla
loro conoscenza dei racconti della letteratura poliziesca di Allan Poe
per rivelare il crimine, dal momento che l'assassino ha lasciato le sue
tracce in base ai racconti dello scrittore americano, narratore di
filosofia occulta. Dalle circostanze create dall'amore per la
letteratura, Borges e Vogelstein si vedranno al centro di un reato che
comporta rocamboleschi demoni e arcani misteri della Cabala.
Inavvertitamente, qualcuno potrebbe dire alcune parole magiche e mettere
in pericolo l'esistenza del mondo umano. Ogni traccia giunge alla
scoperta di un nuovo puzzle e Borges, alla fine, rivela l'imprevedibile
risultato.
L'autore:
Luís Fernando Verissimo (Porto Alegre, 26 settembre 1936)
è uno scrittore e giornalista brasiliano, figlio dello scrittore Érico
Veríssimo. È anche un ottimo musicista, appassionato di sassofono.
Nato
a Porto Alegre, RS, Brasile, ha vissuto parte dell' infanzia e
adolescenza negli USA con la famiglia. In questo periodo, si mise a
studiare jazz e sviluppò anche la passione per la musica, in particolar
modo il sax.
Tornato in Brasile, nel 1973 comincia a pubblicare i
primi racconti. Dal 1982 ha una pagina riservata sul settimanale
brasiliano Veja. È del 1988 il suo primo romanzo O Jardim do Diabo.
Nel
1995 crea con l'amico contrabbassista Jorge Gerhardt, il gruppo
musicale Jazz 6. Nel 2003 un repostafe lo ha qualificato come ".... lo
scrittore che vende di più in Brasile....".
Nel 2006, a
settant'anni, Verissimo è consacrato dall'opinione pubblica come uno dei
maggiori scrittori brasiliani contemporanei, dopo i 5 milioni di copie
di libri vendute. Le sue opere sono state adattate per il teatro, il
cinema e la televisione. Ha ricevuto molte onoreficenze, tra cui la
Medalha de Resistencia Chico Mendes, il Premio de Isencao Giornalistica e
il titolo di Intelectual do Ano.
Tra i suoi romanzi tradotti in italiano, ricordiamo Le bugie che raccontano gli uomini e Il club degli angeli.
Tra i suoi romanzi tradotti in italiano, ricordiamo Le bugie che raccontano gli uomini e Il club degli angeli.
La recensione di Sara:
Vogelstein è un grande ammiratore dello scrittore Jorge Luis
Borges, scrive per una rivista che pubblica racconti ma, quando tra le mani gliene capita uno sfornato proprio dal suo idolo pensa bene di modificarlo. Vogelstein
crede che all’opera di Borges manchi una nota grottesca, quella che
caratterizza i racconti del più famoso Edgar Allan Poe, di cui entrambi sono
estimatori e decide così di aggiungere una “cola” che lo ricordi. Subito dopo
però se ne pente e passa buona parte della sua esistenza cercando invano un
contatto con Borges per potersi scusare.
Quando ormai ha perso le speranze però ecco che i due si
incontrano, proprio durante un convegno per discutere dell’aspetto esoterico dei lavori
di Poe e Lovecraft.
Durante la serata qualcosa non va secondo i piani, un
delitto che sfiora il surreale colpisce l’albergo dove si tiene l’incontro e
Borges, Vogelstein e il criminologo Cuervo si ritrovano a indagare sugli
ipotetici colpevoli dibattendo di esoterismo e cabala.
Tanti sono gli spunti di riflessione che invitano i tre a
discorrere in modo accurato e dettagliato sugli scritti di Poe, i protagonisti
rasentano il fanatismo, al punto di conoscere a memoria passi interi de “I
delitti della Rue Morgue” che, spesso e volentieri, recitano durante le
indagini.
Gli argomenti trattati sono molto interessanti e danno
occasione al lettore di conoscere aspetti nascosti dell’indiscusso padre dei
racconti del terrore. In questo breve romanzo sono riassunti tutti i
riferimenti esoterici e cabalistici, il più delle volte ignorati, presenti
nelle opere di Poe, aprendo finestre su orizzonti inesplorati.
Il surreale, il grottesco e l’occultismo si intrecciano
tessendo una trama decisamente unica, assurda e interessante. L’aggettivo
migliore per poter descrivere questo libro è forse “allucinante”, leggendo si
ha spesso la sensazione che tutto quello che stia accadendo sia frutto
dell’immaginazione dei protagonisti e che da un momento all’altro si riveli
assolutamente irreale.
Fino all’ultima pagina, il lettore è immerso nella
confusione e nella stravaganza più totale.
I protagonisti sono strambi, eccentrici, sui generis ma poco
caratterizzati. I pochi elementi che fornisce l’autore permettono di immaginare
vagamente i tre ma, non al punto di affezionarcisi o di entrarne nella
psicologia.
L’unica vera pecca però, è forse lo stile narrativo.
Nonostante le pagine siano costellate di dialoghi si ha la sensazione di
leggere un saggio più che un romanzo. La scrittura è poco scorrevole se si
considera che tra le mani si ha un romanzo e non un trattato su Poe e compagni.
L’autore tenta la via ironica e, a volte, quella del flusso di coscienza non rendendo
realmente giustizia alla storia. In un romanzo così strutturato
lo stile “libero” sembra quasi forzato.
Di contro, la trama è originalissima e ha un grande potenziale, oltre
a essere molto interessante e ricca di scoop su Poe e sullo stesso Borges. Per
chi ama questi due scrittori è un romanzo assolutamente imperdibile.
Nel complesso, merita di essere letto, c’è da divertirsi,
da imparare e, in buona parte, da impazzire. A un certo punto crederete davvero di
essere diventati matti… o no?
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