venerdì 28 febbraio 2014

Anteprima: Obscura Legio di Stefano Di Marino

Mezzotints Ebook annuncia la pubblicazione del primo volume di una serie capace di unire romanzo storico, pulp, horror e sword & sorcery

 Titolo: Obscura Legio - Bastardi di Roma
Autore: Stefano Di Marino
Prefazione di Alan D. Altieri
Illustrazione di copertina di
Daniele Serra
Illustrazione interna di Daniele Serra
Editore: Mezzotints Ebook 
Collana: Buio
Formato ebook (epub, mobi)
Prezzo di copertina: € 2,99

Descrizione:
Obscura Legio – Bastardi di Roma è il primo episodio di una nuova serie horror/weird che sconfina nel fantasy e nel pulp, ambientata nella Roma imperiale. L’autore racconta le avventure di Jorgas, ex-gladiatore cartaginese, che ha raccolto attorno a sé una masnada di eccezionali combattenti, la Obscura Legio, che dovrà fare i conti con
missioni ai limiti della realtà. Avventura, azione, soprannaturale, sesso, lame e sangue, sortilegi, all’interno di un contesto storico accuratamente ricostruito, fanno di
Obscura Legio una miscela esplosiva.

 Roma, età imperiale. Un annoiato Augusto chiede allo scriba di narrare una storia piena di intrighi, magia ed esseri malvagi. Inizia così il racconto delle gesta di Jorgas, ex-gladiatore cartaginese, che ha raccolto attorno a sé una masnada di eccezionali combattenti, la Obscura Legio: Xifex lʼEgiziano, Uxan Senza Volto, Lexia, Vonn lʼArmeno, Nabus il Numida. L'Oscura Legione viene subito proiettata in missione: recuperare lʼoro che Quinto Fabio Murilio ha sottratto a Cesare. Lʼassalto alla villa di Murilio è un vero massacro. Nel frattempo, a Nord uno sciamano di nome Horrak va creando un esercito di Uomini dalle Teste di Lupo: i mostri attaccano un distaccamento romano, annientandolo. È pane per i denti della Oscura Legione: Livinio affida al gruppo di Jorgas la nuova missione: recarsi a Nord per controllare la situazione ai confini settentrionali dellʼImpero, verificare gli strani eventi occorsi in quelle terre: sacrifici umani, mostri con teste di lupo, tensioni tra i popoli di quelle
terre innevate, che spingono sui confini entrando in lotta tra loro e contro lʼImpero. Il mondo di Jorgas e dell’Obscura Legio si svela sempre più, fino alle inevitabili conseguenze.

Dalla Prefazione di Alan D. Altieri
La Roma di “Obscura Legio” è un universo di crude ferocie umane, ma soprattutto di micidiali presenze in-umane. E' un labirinto subdolo e inquietante, nel quale un sanguinario regolamento di conti, nel nome di un potente personaggio chiamato Caio Giulio Cesare, si trasforma in uno spiazzante confronto con creature scaturite dal profondo dell'Ade. La Obscura Legio guidata da Jorgas è la forza d'attacco in grado di spingersi là dove nessuno oserebbe avvicinarsi. Pronta ad affrontare nemici che mai nessuno potrebbe ipotizzare di sconfiggere.
A tutti gli effetti, la Obscura Legio di Jorgas è un'unità special forces, millenni prima che il mero concetto apparisse negli apparati militari della storia dell'uomo. Attingendo magistralmente da horror e fantasy, mescolando abilmente azione dura e mistica soprannaturale, con “Obscura Legio” – primo installment di una serie destinata a diventare un autentico classico – Stefano Di Marino si riconferma
non solo come uno dei narratori più inventivi di sempre, ma come l'Autore che imprime alla narrativa storica un giro di vite mai neppure concepito. “Obscura Legio” potrebbe essere l'alba di un intero nuovo genere: l'epica demoniaca

L'autore

Stefano Di Marino (Milano, 1961) scrittore, traduttore, saggista, ha pubblicato opere di narrativa thriller, noir, azione e avventura, horror. Tra le sue opere: la serie Il Professionista (Segretissimo, Mondadori) scritta con lo pseudonimo di Stephen Gunn, la serie Vlad (Segretissimo, Mondadori), con lo pseudonimo di Xavier Le Normand, diversi romanzi firmati col proprio nome, tra i quali: Per il sangue versato (Mondadori, 1990), Lacrime di Drago (Mondadori, 1994), I sette sentieri dell'alleanza (Sperling & Kupfer, 1996), l'ombra del corvo (Sperling & Kupfer, 1996), I sette sentieri dell'alleanza (Sperling & Kupfer, 1996), Il sentieri dei mille sospiri (Urania, Mondadori, 1999), Il Cavaliere del Vento (Piemme 2000), Quarto Reich (Piemme, 2002), Ora Zero (Editrice Nord, 2005), Sole di Fuoco (TEA, 2007), la trilogia Montecristo (Mondadori, 2008-2009), Pietrafredda (Perdisapop, 2009), Il Palazzo delle cinque porte (Giallo Mondadori, 2014). Nella sua prolifica produzione narrativa ha pubblicato molti racconti, per vari editori, in formato cartaceo e digitale, sia in forma di serie che all'interno di antologie. Il blog dell'autore: http://hotmag.me/ilprofessionista


sabato 22 febbraio 2014

Anteprima: Ombre di ghiaccio di Mauro Saracino

Titolo: Ombre di ghiaccio
Autore: Mauro Saracino
Editore: Dunwich
Genere: horror
Pagine: 268
Prezzo cartaceo: 9,90
Ebook: 2,49

Descrizione:

Cosa scatta nella mente quando si scopre un tradimento? Domenico lo sperimenta rincasando prima del previsto e trovando sua moglie tra le braccia di un altro: lo stesso veterinario che ha messo fine alle sofferenze del suo amato cane Anakin. Nessun attacco di ira, solo la voglia di allontanarsi il più possibile dalla fonte del dolore, fino a raggiungere il bosco, teatro di tante passeggiate con Anakin. È solo l'inizio di un viaggio che porterà Domenico a conoscere la sua vera essenza, guidato da uno spirito sanguinario e saggio al tempo stesso, la cui memoria si perde nelle antiche leggende dei nativi americani. Presto la donna che lo ha tradito sarà costretta a trovare il coraggio di andare alla sua ricerca. Ma non sarà la sola. Più di qualcuno è sulle tracce di Domenico, ignorando che il bosco nasconde insidie ben peggiori di semplici animali selvatici. E mentre il protagonista si inoltra in quel territorio ai confini tra sogno e realtà altri saranno costretti a fuggire dalla creatura da incubo che hanno contribuito a risvegliare.

   

Dalla prefazione di Diego Di Dio:


Ci sono creature sovrannaturali e c’è sangue, ci sono morti e ci sono tradimenti. Ma tutto questo è solo un contorno, una giustifica­zione.
Il nocciolo del romanzo è il viaggio.
Un cammino lento e metodico, una catarsi progressiva che tuttavia non sconvolge, perché si lascia vivere. È l’autore che, pren­dendoci per mano, sussurra: «Vieni con me. Conosco la stra­da.»
L’ambientazione è quella dei boschi che, partendo dai dintorni di Castelleone, si spandono nel cuore dell’Umbria. Ben presto, però, ci si rende conto che ad attendere i protagonisti non è una semplice distesa di alberi e piante. Il territorio è una creatura viva, che respira, pensa e reagisce. Un essere senziente che si espande e si riduce al ritmo degli spiriti che lo abitano.

L'autore:

Nato a Roma nel gennaio del '79, ha esordito nel 2007 con il romanzo horror La Casa Del Demone, con Asengard Edizioni. Nel 2011 ha partecipato all'antologia "365 storie cattive", curata da Paolo Franchini, con il racconto L'ultima verità. Il racconto Ratti in Piscina è stato scelto per il progetto La Corte Shorts, per La Corte Editore. Esce nel 2011 Il Gioco Della Mantide per Nulla Die, primo esperimento nell'ambito del thriller e primo romanzo ambientato a Roma. A Febbraio 2012 esce Ali Di Tenebra per la Plesio Editore, in cui riprende alcuni personaggi de La Casa Del Demone. Il ro­manzo arriva secondo al premio nazionale Magia Urban Pre­t-A-Porter come miglior urban fantasy italiano per adulti. Ha partecipato all'iniziativa Tremare Senza Paura, organizzata da Nero Cafè con il racconto Corsa Di Mezzanotte. Nel 2012 esce Game Master per Lettere Animate, altro thriller ambientato a Roma. Dallo stesso anno collabora con l'associazione culturale Nero Cafè, con la rubrica The Interpreter, dove si occupa di romanzi di genere mai tradotti in italiano.
Esce nel 2013 per Watson Edizioni l'horror Il Richiamo Del Sangue. Dal romanzo è stata tratta una sceneggiatura, scritta in­sieme al regista Luca Alessandro.
Nel 2013 il racconto Ak-666 viene inserito nell’antologia Realtà in Gioco, edito dalla casa editrice Multiplayer.it. Nello stesso anno partecipa al progetto benefico indetto da Ciesse Edizioni per Halloween, con il racconto Festa Rituale.

 

 



venerdì 14 febbraio 2014

Recensione: La croce sulle labbra

Titolo: La croce sulle labbra
Autori: Edoardo Rosati – Danilo Arona
Casa editrice: Edizioni Anordest
Collana: Criminal Brain
Pagine: 256
Prezzo: 12.90 € 

Descrizione:
Guana, un remoto angolo di paradiso nel mare delle Antille. Ma in una sola notte il paradiso sprofonda all’inferno e la morte dilaga, mentre centinaia di nativi abbandonano l’isola in fretta e furia.
Mesi e mesi dopo a Milano uno strisciante orrore invisibile inizia a diffondersi come un inarrestabile morbo letale. Qualcuno ne conosce l’origine: quella piccola scheggia di terra nel Caribe. Misteriosi emissari tribali, sanguinarie eruzioni di furia omicida, devastanti mutazioni dei corpi e delle anime, un enigmatico e antico culto che celebra le sue nozze immonde con la medicina oscura e deviata.
Il più inaspettato degli incubi per tre coraggiosi medici impegnati in una corsa disperata contro il dilagare di un flagello capace di annientare la metropoli. E tutti i suoi abitanti.

Gli autori:
Danilo Arona, scrittore, giornalista e critico cinematografico. Tra le sue pubblicazioni: L’ombra del dio alato e Possessione mediatica (Marco Tropea), Palo Mayombe e Cronache di Bassavilla (Flaccovio), L’estate di Montebuio (Gargoyle Books), Ritorno a Bassavilla e Malapunta (Edizioni XII), Finis Terrae e Bad Visions (Mondadori), Io sono le voci (Edizioni Anordest).


 
Edoardo Rosati, giornalista specializzato nella comunicazione medico-scientifica ha dato vita al Corriere Salute, il supplemento di Medicina del Corriere della Sera. Dal 2003 è responsabile delle pagine dedicate alla Medicina del settimanale Oggi.
Ha partecipato, come autore e consulente, alla realizzazione delle due Enciclopedie Salute (nel 2005) e Prevenzione (nel 2009), promosse dalla Fondazione Umberto Veronesi (e allegate al Corriere della Sera). Ha scritto numerosi libri di saggistica medica (per Sonzogno, Rizzoli, Fabbri e Sperling&Kupfer). È anche autore di narrativa medical horror-thriller per Oscar Mondadori e Giallo Mondadori. Per Sperling&Kupfer ha scritto Kuru - Il morbo del nuovo millennio, ricostruzione drammatizzata dell’allarme “mucca pazza”.

La recensione di Miriam:

La follia omicida può insinuarsi nella realtà che ci circonda attraverso mille strade e può annunciarsi,  a chi abbia orecchie per intendere o occhi per guardare, in altrettanti modi.
Quando l’infettivologo Alejandro Vegas, da anni in servizio a Guana, nota uno strano graffito proprio sull’uscio di casa sua, non pensa alla morte. La sua mente registra l’accaduto come uno dei numerosi atti di vandalismo perpetrati dai ragazzini del luogo. Difficile, d’altra parte, interpretare una rudimentale forma ellittica sormontata da una croce come un cattivo presagio, né la scritta vergata in caribico “Exù vive” suscita particolare curiosità nel medico. Alejandro è un cacciatore di virus e poco gli importa delle religioni in voga nell’America Latina.
Ben presto, tuttavia, dovrà ricredersi perché la bellissima isola in cui ha scelto di esercitare la sua professione diverrà teatro di reiterati orrori. Morti violente, repentine, sospette accompagnate sempre dalla comparsa di un graffito sul muro, questo sarà lo spettacolo a cui il dottor Vegas si ritroverà ad assistere e a partecipare. Il disegno si evolve, quasi fosse una creatura viva capace di crescere e di mutare. La frase è sempre la stessa, ma l’immagine, di volta in volta, diviene più complessa; si arricchisce di  nuovi dettagli sino ad assumere una forma più riconoscibile. È un volto umano a essere abbozzato sui muri, un viso con la croce sulle labbra.
Il riferimento a Exù, divinità caraibica, fa pensare subito ad antichi riti tribali, a esecuzioni riconducibili a una forma di fanatismo religioso ma la soluzione del mistero non sarà così semplice.
A distanza di mesi, gli stessi graffiti e le stesse morti sospette si verificheranno a Milano, lì dove vive il fratello di Alejandro, il frate Pellegrino Vegas. Sarà il legame di sangue tra i due uomini a far sì che venga gettato un ponte tra due scampoli di mondo tanto distanti e far affiorare in superficie il vero disegno che si cela dietro i graffiti.
Emergerà allora una verità terrificante che ha il sapore del complotto internazionale e ci parla di guerra batteriologica. Una svolta questa che caratterizza il vero punto di forza del diabolico  medical thriller orchestrato da Danilo Arona ed Edoardo Rosati. L’idea magistralmente elaborata dagli autori irretisce, infatti, per la su plausibilità; inquieta e fa riflettere in quanto ci pone  a confronto con un’ipotesi di terrorismo fin troppo realistica. L’esoterismo dei riti tribali, l’aura terrorizzante del dio Exù incombe su tutto il romanzo tingendolo di sfumature horror e, a tratti, soprannaturali (in questo aspetto del libro mi è sembrato di scorgere in special modo il marchio di fabbrica di Arona), ma il fil rouge che produce un forte effetto perturbante è rappresentato dal dilagare di un nuovo morbo che minaccia di distruggere l’umanità.
Se vi soffermate  a rifletterci, vi renderete conto di quanto un'idea del genere possa rivelarsi shockante. Una guerra che si combatte a suon di bombe di certo fa paura, ma provate  a pensare di essere esposti a un pericolo altrettanto letale che però è invisibile. Non vi sembra un'eventualità ancor più allarmante?
Non c'è bunker, non c'è via di fuga che possa salvarvi dall'attacco di un virus. Il contagio è un nemico invasivo, striscinate, penetrante, da cui è impossibile scappare perché non si vede. Ci si accorge di essere stati attaccati solo quando ormai è troppo tardi per contrattaccare.  
Un inferno che non si fatica a immaginare alle porte perché se mai dovesse scoppiare un nuovo conflitto mondiale, probabilmente si svolgerebbe proprio così, e non è da escludersi che attacchi simili siano già in atto ai nostri stessi danni.
Arona e Rosati sembrano prevedere il futuro, anticipare i tempi, lanciarci un monito attraverso le pieghe di un romanzo che sa intrattenere ma non si limita all’intrattenimento.  Il ritmo narrativo è hardrock, è un crescendo armonico in cui non si scorgono i passaggi di staffetta, che incolla alla pagina e, non meno di un virus, contagia.  Quel che trasmette è essenzialmente paura mista  a un senso di allarme per ciò che potrebbe essere. Dopo averlo letto, per esempio,  potrà capitarvi di osservare con particolare sospetto una banale escoriazione sulla pelle o di scrutare con occhi nuovi i disegni sui muri della vostra città, perché La croce sulle labbra vi mostrerà  che le pareti, a volte parlano e val la pena ascoltare ciò che hanno da dire.
Se poi a veicolare il messaggio sono due penne del calibro di Arona e Rosati, vi è una ragione in più per mettersi comodi a aguzzare l’udito.

mercoledì 12 febbraio 2014

Anteprima: I centomila regni di Nora K. Jemsin

Vincitore del Locus e del Romantic Times Reviewer’s Choice Awards 2011
come Miglior Romanzo
Candidato al Nebula, Hugo, Word Fantasy, Crawford e Gemmell Awards

Dal 7 febbraio 2014 in libreria

 Titolo: I centomila regni
Autrice: Nora K. Jemsin
Traduzione di Serena Maccotta
Editore: Gargoyle Books
Pagine: 382
Prezzo: 18,00 euro


Se dèi e mortali si ritrovano insieme, qualcuno deve soccombere, a meno che... 

Descrizione:
All’inizio di tutti i tempi venne combattuta una guerra tra Nahadoth, il Signore della Notte, dio del caos e del cambiamento, e il fratello Itempas, il Signore Lucente, dio dell’ordine e della quiete. Nahadoth la perse procurando a lui e alla sua divina progenie l’intollerabile castigo dell’assoggettamento eterno agli umani, i nemici di sempre.
A distanza di qualche migliaio di anni, il Signore della Notte e le altre divinità sottomesse dimorano nella maestosa città di Sky, fianco a fianco con i membri della famiglia reale degli umani Arameri. Questi, dal Palazzo di Corte, godono della stupefacente panoramica di tutti i Centomila Regni in balìa del loro brutale dominio. Forti di tanta influenza, gli Arameri possono permettersi di plasmare la vita dei sudditi degli altri territori come vogliono e di assecondare i loro personali capricci e sadici desideri, abusando delle facoltà sovrannaturali di Nahadoth e degli altri dèi in cattività. Notoriamente crudeli e freddi, gli Arameri puniscono con la morte chiunque ne questioni la supremazia. Ma i nemici più pericolosi degli Arameri sono essi stessi, impegnati a cospirare di continuo gli uni contro gli altri. Ciò avviene più che mai quando si pone il problema della successione al trono. Il vecchio sovrano Dekarta convoca i suoi nipoti: i fratelli gemelli Scimina e Relad, e la giovane Yeine, figlia di sua figlia Kinneth, appena morta in circostanze oscure. Yeine è nata e vive a Darre, una periferica e arretrata regione settentrionale, che lascia per recarsi a Sky. Durante l’udienza gli eventi prendono una piega spiazzante: il patriarca Dekarta nomina eredi tutti e tre i suoi nipoti, anche Yeine dunque può ambire al trono dei Centomila Regni, ossia del mondo intero. Suo malgrado, la ragazza si trova dentro una spietata competizione per il potere.
Così, catapultata in una terra estranea, all’interno di una famiglia fino ad allora sconosciuta, Yeine deve districarsi in un puzzle intricatissimo di macchinazioni politiche, sotterfugi pericolosi e alleanze mutevoli, imbastito sia dagli umani egemoni sia dagli dèi asserviti. Quest’ultimi, non senza ambiguità, aiutano la ragazza a far luce sulla sanguinosa storia all’origine della stirpe degli Arameri e sulla morte di sua madre – sconfessata vent’anni prima da Dekarta perché unitasi a un uomo, il futuro padre di Yeine, a lui sgradito. Scoperta la verità, Yeine troverà il coraggio e la fermezza necessari per imprimere una svolta incredibile non soltanto al suo personale destino.

L'autrice:

Nata nello Iowa, Nora K. Jemisin è vissuta tra New York, lAlabama e il Massachusetts. Laureata in Psicologia e specializzatasi in Scienza dell’Educazione, dopo diversi racconti, nel 2010 debutta brillantemente con il romanzo I Centomila Regni, che viene tradotto in tedesco, francese, spagnolo e adesso in italiano per i tipi di Gargoyle. Primo episodio di “The Inheritance Trilogy”, è seguito da The Broken Kingdoms (2010) e The Kingdom of Gods (2011). Jemisin è anche autrice della serie “Dreamblood” (finora composta dai romanzi The Killing Moon e The Shadowed Sun), incentrata su delitti che preannunciano unimminente guerra magica. Vive a Brooklyn, dove, oltre a scrivere romanzi e racconti, lavora come tutor accademico.  

Hanno detto di questo libro:
L’insolito e avvincente racconto di una scrittrice carica d’estro.
Kirkus Reviews

Un esordio sfolgorante. Struttura solida, personaggi superbi, trama complessa ma efficacemente sviluppata. Yeine è una protagonista dall’indubbio carisma, il viaggio che compie per andare incontro al suo destino resta impresso nella memoria.
Romantic Times Book Reviews

I Centomila Regni è una delizia per il lettore e introduce una forte voce nuova nel genere fantasy.
Library Journal

Personaggi sfaccettati lottano con i loro fardelli e desideri individuali, muovendo le fila di un plot fenomenale, con un sacco di colpi di scena a tratti divertenti a tratti spaventosi a tratti agrodolci.
Publishers Weekly



martedì 11 febbraio 2014

Anteprima: Prodigy di Marie Lu

In libreria a marzo 2014
Il sequel di Legend

Titolo: Prodigy
Autrice: Marie Lu
Editore: Piemme Freeway
Pagine: 300
Prezzo: 16,50

Descrizione:
June e Day arrivano a Vegas dopo essere miracolosamente sfuggiti all'ingiustizia della Repubblica quando l'inconcepibile accade: l'Elector Primo muore e il figlio Ander prende il suo posto. Mentre la Repubblica sprofonda nel caos, i due giovani ribelli si uniscono ai Patrioti nel disperato tentativo di salvare il fratello di Day, Eden. E i Patrioti accettano, ma a una condizione: June e Day dovranno prima uccidere il nuovo Elector. Peccato che Ander non abbia niente a che vedere con il suo crudele genitore.

L'autrice:

Marie Lu è Art Director di video game e proprietaria del marchio Fuzz Academy. L'ispirazione per scrivere Legend è nata guardando I Miserabili e chiedendosi come la relazione fra un famosissimo criminale e un prodigioso detective potesse essere trasferita in una storia moderna. Laureata alla Southern California University, Marie Lu vive a Los Angeles, dove passa il tempo imbottigliata nel traffico.
http://www.marielu.org

lunedì 10 febbraio 2014

Recensione in anteprima: Malanima - Storie di lame e presenze

Titolo: Malanima - Storie di lame e presenze
Autore: Alessandro Manzetti
Prefazione di Aland D. Altieri
Illustrazione di copertina di Ben Baldwin
Editing di David Riva
Collana: K-Noir
Formato ebook (epub, mobi)
Prezzo di copertina: 1,99
Data di uscita: fine febbraio


Descrizione:
Dalla penna tagliente di Alessandro Manzetti dieci storie crudeli, disturbanti, sesso noir con visioni di misticismo che urlano e si materializzano nella coscienza, una pagina dopo l'altra, scivolando via nel mare pontino, lasciando il segno. Malanima, prossima uscita per Kipple Officina Libraria.

Dalla prefazione di Alan D. Altieri:

Se davvero esiste una nuova frontiera dell'horror, del weird, del grottesco, con “Malanima”, esplosiva opera prima antologica, Alessandro Manzetti salta con l'asta quella stessa frontiera scavalcando il suo collaudato ruolo di deus-ex-machina dell'editoria digitale per rivelarsi a sua volta autore tout-court tra i più magistrali apparsi negli ultimi tempi [...]
Malanima, diamante nero della narrativa del darkside, è già un classico.

L'autore:



Alessandro Manzetti vive a Roma e lavora come direttore editoriale e direttore della collana Buio della casa editrice Mezzotints Ebook. È associate member della Horror Writers Association per la quale svolge l’attività di editorialista della newsletter internazionale. Ha pubblicato racconti di genere in alcune antologie cartacee e digitali, ha scritto articoli e curato rubriche di approfondimento per varie testate. Ha curato le antologie ebook Arkana – Racconti da incubo (Mezzotints Ebook 2012), insieme a Daniele Bonfanti, e Queen Anne’s Reurecction – I Demoni del mare (Mezzotints Ebook 2013).

La recensione di Miriam:

L’Oscura Signora che incombe, falce in pugno e mantello spiegato: non è solo l’immagine che anticipa Malanima ma una sensazione che accompagna l’intera lettura di questa antologia. Sensazione di essere braccati e infine fagocitati dal drappo nero, presi in un abbraccio che incute terrore ma non sempre si risolve nella paura. La stretta della Mietitrice sa essere anche liberatoria, lussuriosa, consolatoria; a volte reca odore di follia, altre di redenzione e riscatto… almeno agli occhi di chi la elude e si mette in coda per il prossimo giro.
Sono storie di eros e thanatos, storie buie e maledette quelle che compongono la raccolta di Alessandro Manzetti. Racconti che disturbano il sonno e graffiano dentro ma che allo stesso tempo ipnotizzano e colpiscono per la loro macabra bellezza. La Morte è una costante, gioca un ruolo da protagonista, mostra al lettore i suoi molteplici volti e i suoi mille mezzi. La vediamo farsi lava e ribollire nel ventre di un vulcano, che partorisce stelle e mostri. La gente del luogo li chiama Kombe, sono mangiatori di uomini  ma, all’occorrenza, pure dispensatori di giustizia (Verso il Monte Meru). La vediamo aggirarsi nelle fogne intenta a sguinzagliare lupi lanciati a caccia di anime che possano nutrirla (Malanima); annidata oltre la superficie di uno specchio che si ciba di parole (Lo specchio di Frill); tra le onde del mare (L’astronave caduta); nella mente perversa di una coppia alla ricerca di nuovi stimoli (Atlantide); in uno scantinato che rigurgita mostri (Padroni di mostri); negli occhi di una stella intrappolata in una fossa (Stella sottoterra); tra le righe di un annuncio erotico diffuso via web (Interno 1); sotto le unghie graffianti di un sepolto vivo (Una corona di vermi), nei sudici giochi di un pedofilo (Il sogno di Puck).
Qualunque sia la maschera che sceglie di indossare, l’Oscura si mostra senza veli alla fine della partita assumendo però significati e valenze diverse. Da cinica esecutrice a vendicatrice dei deboli, da imprevisto esito di un gioco perverso a liberatrice. Ma quel che colpisce soprattutto, è il modo in cui la Morte finisce per raccontare la Vita. I suoi occhi non mettono a fuoco solo l’ultimo istante ma − al pari di una lente, a volte deformante − riflettono, filtrano e consentono di ripercorre le esistenze delle persone. L’ultimo istante cristallizza e condensa, in un certo modo, tutti i momenti che precedono, così ogni testo, a dispetto della sua brevità, riesce ad accogliere nelle sue maglie anche ciò che si colloca tra il principio e la fine. Sesso, violenza, follia, devianza, amore, sogni irrompono nella narrazione mantenendo sempre presente l’inscindibile connubio tra vita e morte, due facce indivisibili della stessa medaglia. Interessante è anche notare come la Mietitrice non ci venga qui presentata unicamente in veste di entità soprannaturale, avulsa dalla carne e obbediente a un disegno inevitabile. Molto spesso a stabilire il momento della fine, sono gli uomini stessi che, impossessandosi della falce, scelgono di divenire boia dei loro simili. L’assassinio diviene allora il momento in cui l’essere umano si trasforma nel braccio armato della Morte, accorciando − forse annullando − la distanza che li separa. In questo senso Malanima può intendersi anche come “malanimo” o “anima malata” a simboleggiare la disposizione dei protagonisti di queste storie che, quasi sempre, sono esseri violenti, perversi, folli o animati da desiderio di vendetta, sicari che incarnano il lato oscuro dell’umanità.
Ciascun racconto si offre al lettore come fosse un’istantanea, uno scatto in sangue e nero, teso a cogliere la Mietitrice in una delle sue innumerevoli pose. Più che sulle trame − che tuttavia non mancano di sorreggere i testi − l’autore sembra far leva sulle emozioni suscitate dalle singole immagini. Sono cartoline di morte le sue, capaci di raggiungere il destinatario con la violenza di un dardo al veleno scoccato con incredibile precisione. A rendere tanto efficace ogni colpo è uno stile narrativo, così personale e incisivo, da vestire l’orrore di una struggente quanto inedita bellezza. È una prosa poetica quella di Alessandro Manzetti  che si avvale di metafore miste di metallo e sangue, leggere come anime in volo, taglienti quanto lame di coltello. Tra pennellate horror, noir e surreali, l’autore innesca una danza macabra che, muovendo i propri passi tra diversi generi, racconta la Vita attraverso la Morte in un modo nuovo che, sono certa, non mancherà di lasciare il segno.   

E per saperne di più...




Leggi la 
Intervista ad Alessadro Manzetti
sul sito di Kipple Officina Libraria
Visita il  
sito dell'autore

sabato 8 febbraio 2014

Recensione: Io, Liam

Titolo: Liam
Autrice: Antonella Albano
Editore: Il ciliegio
Pagine: 304
Prezzo: 17 euro

Descrizione:
Liam viene da lontano, dall’Irlanda del VII secolo d.C. ed è destinato a una vita innaturalmente lunga. Elisa è una giovane donna moderna, che vive un vuoto colmabile solo dal suo amore per il canto. Nella vita di Liam sembra esserci posto unicamente per la vendetta e il sangue; una promessa, però, fatta a Cathal, suo amico fraterno, lo accompagnerà lungo i secoli, fino a che il cerchio non si chiuderà una volta per tutte. Il suo progetto verrà sconvolto proprio dall’incontro con Elisa, e da un nemico implacabile che minaccia tutto ciò che imprevedibilmente è giunto ad amare. Mantenere un basso profilo, non indulgere all’amore o all’odio, era stato fondamentale, ma non ci era sempre riuscito. Si era nascosto in posti impervi anche umanamente, cambiando luogo ogni volta che la sua perdurante giovane età veniva notata. Si era illuso che la vita potesse avere un senso ma aveva finito per lavarsi via dal cuore ogni sentimento profondo. E proprio ora qualcuno veniva a togliergli le ragnatele dall’anima.

L'autrice:

Antonella Albano, classe 1962. Dopo gli studi classici lavora dapprima come correttrice di bozze e redattrice per alcune case editrici pugliesi, per poi approdare nella scuola come insegnante e dedicarsi infine alla didattica per adulti. Gestisce un blog personale (Shadowcat loves TV series). Collabora dal 2010 con il blog letterario Diario di Pensieri Persi; dal 2011 è parte della redazione del portale dedicato al fantastico Urban-fantasy.it e del sito The Vampire Diaries Italia. Nel 2013 ha pubblicato il saggio Vampiri, supereroi e maghi. Metafore e percezione morale nella fiction fantastica, per la casa editrice Aracne. 

La recensione di Miriam:

Da appassionata di horror sono una lettrice particolarmente sensibile al fascino dei vampiri, quelli “veri”, oscuri, famelici, letali. Mi sono, invece, accostata sempre con sospetto alle storie che li ripropongono in salsa romance snaturandoli all’inverosimile. Mi affascina tantissimo il Dracula di Bram Stoker, per intenderci, mentre resto del tutto immune al presunto carisma di Edward Cullen.
Non ho nulla contro il romanticismo e nemmeno contro gli amori paranormal − direi piuttosto che spesso riescono a intrigarmi − però un vampiro che si serve alla banca del sangue per non danneggiare gli umani, che può esporsi al sole senza grossi problemi e magari fare anche una puntatina in chiesa, dal mio punto di vista non è credibile e difficilmente riesce a suscitare il mio entusiasmo (sebbene qualche volta sia successo).
Io, Liam ha provocato in me sentimenti contrastanti, al punto che mi è difficile esprimere un parere netto in merito. La sua peculiarità − degna di nota per certi versi − è infatti quella di far convivere nello stesso libro le due facce della medaglia.
La storia si sviluppa su due binari. Il primo attraversa il nostro tempo e sorregge una trama paranormal romance che ricalca le orme di Twilight. Elisa è una studentessa universitaria la cui vita procede senza grandi slanci fino a che un professore giovanissimo e bellissimo, Dunn , non si palesa nell’aula di etnomusicologia. Bastano pochissimi e fugaci incontri perché tra i due scocchi la scintilla di un grande amore. Coronare questo sogno però non sarà facile perché si dà il caso che l’irresistibile docente sia un vampiro e un suo simile, più anziano e decisamente più crudele di lui, è sulle sue tracce. Bellisario, questo il suo nome, è determinato a vendicare un vecchio torto subito da Dunn. L’ha inseguito per mari e per monti, attraverso i secoli, e adesso è pronto a infliggergli il colpo mortale. Il fatto che si sia innamorato di un’umana, contravvenendo alla sua natura, lo rende vulnerabile. Colpire Elisa sarà un modo efficace per arrivare a sconfiggerlo.
Naturalmente Dunn non è un vampiro come tutti gli altri: non si nutre di sangue umano, esce di casa anche di giorno senza subire danni (gli basta indossare un paio di occhiali scuri per schermare gli occhi), può entrare in chiesa e… a dispetto delle apparenze, ha un animo buono e sensibile.
Elisa, come la Bella di Twilight, non si lascia sconvolgere più di tanto dalla verità. Il suo amore per il vampiro esplode immediato quanto solido al pari di  una roccia che niente e nessuno potrà scalfire.
Fin qui, nessuna novità. La storia replica un plot già consolidato che, di sicuro, non mancherà di entusiasmare chi ama particolarmente questa declinazione del genere ma che si rivela carente di originalità.
Penso sia ormai chiaro: questa è la parte del romanzo che non sono riuscita ad apprezzare fino in fondo, soprattutto per una questione di gusti personali. A parte l’idea del vampiro buono, che digerisco a fatica, ho trovato poco credibile la facilità e la rapidità con cui sboccia l’amore tra i protagonisti e un po’ forzati alcuni snodi (penso, per esempio, all’idea di combattere un vampiro a suon di gavettoni riempiti di acqua santa).
Tutto però cambia, come per magia, quando ci spostiamo sul secondo binario a cui facevo cenno prima. Mentre si sviluppano le vicende di Elisa e Dunn nel tempo presente, un secondo percorso si snoda a ritroso. A intervalli regolari, il principale filo narrativo si interrompe per lasciare spazio a un’altra trama fatta di flashback. A irrompere con prepotenza sulla pagina sono allora i ricordi del vampiro Liam che, poco alla volta, vanno a ricostruire la sua storia a partire dall’infanzia che si colloca nel lontano VII secolo d.C. per poi seguire la sua prima trasformazione fino a giungere all’epoca odierna, passando attraverso una lunghissima carrellata di vite. È questa la parte dell’opera in cui l’autrice compone un mosaico dal sapore horror-gothic che richiama la tradizione. Qui i vampiri riacquistano la loro vera natura e si mostrano finalmente  in quello che personalmente reputo il loro autentico splendore.
A fare da collante tra i due blocchi è lo stile − che, nell’una come nell’altra parte, si lascia apprezzare per la raffinatezza e la struggente bellezza di alcune immagini − unitamente alla musica − che si innesta nel tessuto narrativo al puto da divenirne parte integrante.
Se la trama non brilla per originalità, interessante e nuovo è proprio il potere catartico che l’autrice attribuisce al canto, inteso come veicolo privilegiato per avvicinare l’uomo a Dio.
Una lettura che mi ha divisa a metà dunque ma che consiglio, forse soprattutto per questo. Al di là della parte che potrete apprezzare di più o di meno a seconda dei vostri gusti e delle vostre inclinazioni, è interessante assistere all’incontro tra due modi tanto diversi di interpretare il vampirismo. Leggere questo libro, almeno secondo me, è un po’ come vedere Stoker e la Meyer prendersi per mano, ipotesi stravagante ma nondimeno ricca di fascino. Non vi pare?